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01 Ottobre 2025 - 23:59
Questa volta sotto i riflettori c’è il presidio di via Le Chiuse a Torino, al centro di polemiche e timori per una possibile chiusura. La notizia aveva già messo in allarme residenti e opposizioni, spingendo il consigliere regionale Alberto Unia (M5s) a presentare un’interrogazione urgente alla Giunta.
Secondo Unia, i segnali erano chiari: “si parla di ridimensionamento o trasferimento dei servizi attualmente erogati, con il rischio di privare i cittadini di un presidio di prossimità che svolge anche una funzione sociale, oltre che sanitaria”. CUP e Centro prelievi, ricorda, sono servizi fondamentali per chi vive in quartieri fragili come San Donato.
La risposta è arrivata dall’assessore Enrico Bussalino, che ha letto un testo predisposto dal collega Federico Riboldi: “Non è prevista la chiusura del presidio, ma una riconfigurazione per un riordino e un potenziamento dei servizi sanitari territoriali”. In pratica: i servizi Cup e Centro prelievi, oggi provvisoriamente ospitati al piano terra di via Le Chiuse dopo lo spostamento da via Pacchiotti 4, saranno trasferiti di nuovo non appena la nuova Casa di comunità sarà pronta. Al primo piano resterà operativo il Centro disturbi cognitivi e demenze (Cdcd), considerato essenziale per la popolazione anziana della zona, mentre al piano terra troverà posto il Centro di salute mentale di San Donato, liberando così la vecchia sede in affitto e riducendo i costi.
Secondo la Regione, dunque, non c’è una chiusura ma un’operazione di razionalizzazione. Per l’opposizione, invece, si tratta dell’ennesimo taglio mascherato. Unia non risparmia critiche: “La sanità pubblica continua a perdere pezzi importanti. Dopo la chiusura del poliambulatorio di via Del Ridotto, ora anche via Le Chiuse subisce una pesante riduzione. Il trasferimento di Cup e Centro prelievi in via Pacchiotti è un disagio enorme per i cittadini, costretti a spostarsi di quartiere per accedere a prestazioni fondamentali. Altro che potenziamento: siamo di fronte all’ennesima presa in giro, mentre le liste d’attesa sono infinite e i servizi domiciliari calano. Questa Giunta sta smantellando la sanità pubblica per favorire quella privata”.
Il caso di via Le Chiuse si inserisce in un contesto regionale già complesso: ritardi nei cantieri delle Case di comunità, chiusure di presidi locali e crescenti tensioni politiche sulla gestione sanitaria del centrodestra guidato da Alberto Cirio. Nel question time sono arrivate risposte anche su altri temi, dal centro dialisi di Valenza (Al) alle criticità dei progetti PNRR, fino ai fondi pubblici per il murales dedicato a Kirk.
Ma è evidente che la vicenda di via Le Chiuse ha monopolizzato l’attenzione, perché mette in luce una contraddizione ormai sistematica: mentre la Regione parla di riorganizzazione e potenziamento, cittadini e opposizioni vedono nei fatti soltanto arretramento dei servizi e perdita di prossimità.
Insomma, la sanità piemontese continua a essere un campo di battaglia: tra slogan e rassicurazioni da un lato, e il disagio concreto dei cittadini dall’altro, che ogni giorno si trovano a fare i conti con liste d’attesa infinite e presidi sempre più lontani.
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