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15 Settembre 2025 - 22:52
Chiude il Poliambulatorio di Borgo Vittoria: la Regione svende la sanità pubblica
Il quartiere Borgo Vittoria a Torino rischia di perdere uno dei suoi punti di riferimento sanitari. L’immobile di via del Ridotto 9, che ospita da anni il Poliambulatorio dell’ASL, è comparso in vendita su un sito di compravendita immobiliare. Nessuna comunicazione preventiva, nessun avviso ai cittadini, nessun piano alternativo già pronto. La notizia è trapelata quasi per caso e sta generando rabbia e preoccupazione.
A sollevare il caso è Potere al Popolo, che parla apertamente di “ennesimo scippo ai danni della sanità pubblica torinese”. Secondo il movimento, la Regione Piemonte sta portando avanti in sordina un processo di riduzione e accorpamento delle strutture sanitarie di prossimità, lasciando interi quartieri senza presidi territoriali e spingendo i cittadini verso il privato. “La Regione non ritiene evidentemente sia un problema: tanto ci sono gli ambulatori privati”denunciano, con evidente sarcasmo, i militanti.
La difesa dell’ASL, affidata al direttore generale Luigi Picco, non ha convinto. Picco ha assicurato che alcuni servizi saranno trasferiti nella nuova struttura di Largo Cigna, nell’ex Astanteria Martini, ma Potere al Popolo sottolinea come non vi sia alcuna garanzia reale: “Ad oggi non c’è nessuna assicurazione che tutti i servizi del Poliambulatorio verranno garantiti nella nuova sede”. In altre parole, ciò che non sarà trasferito rischia semplicemente di sparire, aggravando una situazione già critica.
Torino, infatti, versa da anni in una condizione di forte carenza di servizi sanitari di base. Le liste d’attesa si allungano, i pronto soccorso sono in affanno, i medici di famiglia diminuiscono e i poliambulatori, anziché moltiplicarsi per rispondere al bisogno crescente, vengono chiusi o accorpati. Potere al Popolo non usa mezzi termini: “La direzione giusta dovrebbe essere quella di aumentare i servizi, non tagliarli”.
Il caso di Borgo Vittoria non è isolato. Solo poco tempo fa il quartiere San Donato ha visto la chiusura del Poliambulatorio di via Le Chiuse, avvenuta con lo stesso metodo: silenzio istituzionale, mancanza di spiegazioni chiare, nessuna proposta alternativa capace di colmare il vuoto. “Si cerca di far passare tutto sotto silenzio, come se la salute fosse un optional”, accusano ancora gli attivisti.
Dietro queste operazioni, secondo Potere al Popolo, si nasconde una precisa logica politica: ridurre la sanità pubblica per lasciare spazio a quella privata. “Quando la politica sottomette il diritto alla salute al profitto, questi sono i risultati: strutture pubbliche che chiudono, cittadini costretti a rivolgersi a pagamento, costruttori che fanno affari sugli immobili dismessi”.
Il movimento insiste su una visione opposta: una sanità “pubblica, gratuita, laica e accessibile”, diffusa nei quartieri e capace di garantire a tutti i cittadini gli stessi diritti, indipendentemente dal reddito e dal luogo in cui vivono. “Ci guadagnano tutti tranne noi cittadini e cittadine”, concludono amaramente.
Carlo Picco
Il tema della sanità è diventato un terreno di scontro sempre più acceso a Torino. Non è un caso che le mobilitazioni popolari stiano crescendo, dai comitati che chiedono il rafforzamento degli ospedali di periferia fino ai movimenti che denunciano la privatizzazione strisciante del sistema. In questo quadro, la vicenda del Poliambulatorio di Borgo Vittoria rischia di diventare un simbolo: la misura concreta di quanto il territorio stia perdendo in termini di servizi essenziali.
Potere al Popolo, intanto, annuncia battaglia. Pretende spiegazioni ufficiali dalla Regione e chiede un confronto aperto con i cittadini del quartiere. “Torino non ha bisogno di meno sanità pubblica, ma di più presidi territoriali. Chiudere il Poliambulatorio di via del Ridotto significa lasciare scoperta una parte importante della città e voltare le spalle ai bisogni reali delle persone”.
La domanda, a questo punto, resta inevasa: il Poliambulatorio di Borgo Vittoria verrà davvero chiuso, e se sì, chi garantirà la continuità dei servizi? O ci si limiterà a un nuovo silenzio, mentre un altro pezzo di sanità pubblica torinese scompare sotto gli occhi dei cittadini?
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