AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
01 Ottobre 2025 - 10:55
Anche la destra israeliana non approva il piano di pace tra Usa e Netanyahu
Il piano di pace firmato tra Benjamin Netanyahu e Donald Trump per mettere fine alla guerra di Gaza, presentato come un successo internazionale per Israele, sta provocando una frattura profonda all’interno della stessa destra israeliana. I leader dei coloni e gli esponenti più radicali del governo non hanno nascosto la loro irritazione per le concessioni che emergono dall’accordo, soprattutto la rinuncia a qualsiasi annessione della Cisgiordania.
Il giudizio più netto è arrivato dal ministro delle Finanze e leader del movimento dei coloni, Bezalel Smotrich, che ha definito l’intesa «un tragico caso di leadership che si astiene da qualsiasi visione». In un lungo post pubblicato su X, Smotrich ha accusato Netanyahu di aver perso «una storica opportunità per liberarsi dalle catene di Oslo», cioè dagli accordi del 1993, e di aver messo Israele in una posizione di debolezza: «Un clamoroso fallimento diplomatico – ha scritto – che voltando le spalle alle lezioni del 7 ottobre costringerà i nostri figli a combattere di nuovo a Gaza».
Altrettanto dura la presa di posizione di Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale, che ha definito il piano «pericoloso per la sicurezza di Israele», mentre il parlamentare di Potere Ebraico Yitzhak Kroizer lo ha liquidato come «un fallimento completo». Scettico anche Zvi Sukkot del Partito Sionista Religioso, che ha parlato di un accordo vago e insoddisfacente.
La rabbia dei coloni si concentra in particolare su due aspetti. Da un lato, la rinuncia a rivendicare la Cisgiordania – o Giudea e Samaria, come preferiscono chiamarla in ossequio alla terminologia biblica – un punto che per anni la destra israeliana ha presentato come obiettivo politico non negoziabile. Dall’altro, la previsione che a Gaza, una volta concluso il conflitto, possa entrare una forza di sicurezza palestinese con il sostegno del Qatar. Per Smotrich questo significa «rinunciare a risultati concreti sul campo in cambio di illusioni politiche», un errore che non garantirebbe la sicurezza a lungo termine dello Stato ebraico.
Il presidente americano Donald Trump, nel presentare il piano, ha usato toni trionfalistici: «Ho chiuso sette guerre, forse ieri anche quella di Gaza. Possibile accordo dopo tremila anni». Ma dietro le parole roboanti restano nodi politici irrisolti. Nel documento non si parla esplicitamente dello status delle colonie né del futuro dello Stato palestinese, lasciando volutamente zone grigie. Trump, però, è stato chiaro su un punto: non permetterà a Israele di annettere porzioni della Cisgiordania.
Per questo, alla vigilia della firma, alcuni esponenti dei coloni sono volati a New York nel tentativo di fare pressione su Netanyahu. Le loro proteste non hanno fermato il premier, che ha scelto di privilegiare la cornice internazionale e i rapporti con Washington, convinto che l’accordo rappresenti un passo storico sul piano diplomatico. Ma il prezzo politico interno rischia di essere alto.
Le parole di Smotrich, che pure lascia aperto uno spiraglio a future valutazioni – «ci consulteremo, considereremo e decideremo, con l’aiuto di Dio» – lasciano intendere che la frattura all’interno della destra israeliana potrebbe ampliarsi nei prossimi mesi, con effetti sulla tenuta stessa del governo. I festeggiamenti di Netanyahu, commenta ancora Smotrich, sono «semplicemente assurdi».
Il dissenso interno fotografa un paradosso politico: mentre Netanyahu cerca legittimazione internazionale attraverso l’abbraccio americano, i suoi alleati più a destra lo accusano di avere sacrificato l’idea di una “Grande Israele” in nome di una pace che considerano fragile e illusoria. Una tensione che potrebbe presto trasformarsi in un conflitto politico aperto, destinato a incidere sulla stabilità del governo e sulla stessa prospettiva di attuazione del piano.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.