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26 Settembre 2025 - 18:28
Collegno la teca del defibrillatore viene inaugurata senza Dae: polemica immediata
Brillava nuova sul viale XXIV Maggio, promessa di sicurezza e simbolo di comunità. Ma quando il 20 settembre si è tagliato il nastro davanti a commercianti, comitato di quartiere Santa Maria e amministrazione comunale, la teca inaugurata a Collegno era vuota. Il defibrillatore donato dai negozianti non c’era. Un’assenza che ha spiazzato i residenti e acceso subito la polemica, amplificata dai social fino ad approdare nel dibattito politico cittadino.
La ricostruzione dei fatti è semplice e imbarazzante: l’Associazione Commercianti e il comitato di quartiere, con la presenza del sindaco e della giunta, avevano organizzato l’evento per presentare la nuova postazione Dae. La locandina diffusa in occasione della cena di quartiere parlava esplicitamente di “messa in funzione” del dispositivo. Ma al momento clou, la teca trasparente era senza contenuto. A notarlo, i cittadini presenti e subito dopo le centinaia di utenti che hanno rilanciato l’immagine e la notizia sulle piattaforme online.
La prima stoccata politica è arrivata da Fratelli d’Italia. Il capogruppo Alberto Romeo ha parlato di “strumentalizzazione” di uno strumento salvavita: inaugurarlo senza che fosse effettivamente presente e utilizzabile è stato definito “un gesto inaccettabile”. In un post dai toni duri, Romeo ha sottolineato la distanza tra quanto annunciato e la realtà: “Nella locandina era stata promessa la piena operatività del Dae. I cittadini si aspettavano di trovarlo, e così non è stato”. Per questo i consiglieri annunciano che porteranno la vicenda in Consiglio comunale, chiedendo spiegazioni ufficiali al sindaco.
La replica è arrivata direttamente dal primo cittadino, Matteo Cavallone, che ha parlato di “imprevisto tecnico-legale”. Secondo la sua versione, a pochi giorni dall’inaugurazione è emersa una richiesta integrativa sulla documentazione necessaria per la piena fruibilità del dispositivo, elemento che ha imposto lo slittamento della sua installazione definitiva. “Un problema emerso fuori tempo massimo”, ha precisato, che avrebbe impedito al Comune di riprogrammare la cerimonia. Cavallone ha aggiunto che i canali ufficiali della città non hanno diffuso la notizia, proprio per non alimentare equivoci, e ha bollato come “speculazioni” le critiche circolate online. Infine le scuse: “Ci scusiamo con la cittadinanza per l’inconveniente tecnico che ha fatto slittare l’iniziativa di qualche giorno”.
La vicenda, però, non si riduce a un disguido burocratico. Mette a nudo un corto circuito tra forma e sostanza. Perché un’inaugurazione senza oggetto rischia di svuotare di credibilità anche il progetto più meritorio. Se si promette la “messa in funzione”, la comunità si aspetta di vedere e poter usare lo strumento. Se invece il Dae non è presente, quella che avrebbe dovuto essere una festa diventa un caso politico e mediatico.
Al tempo stesso, la spiegazione del sindaco non è irrilevante: un defibrillatore pubblico non è solo un dispositivo elettronico, ma uno strumento salvavita che deve rispettare procedure, certificazioni e responsabilità di gestione. Senza la documentazione completa, rischia di essere un oggetto non a norma, con conseguenze legali e di sicurezza. Due esigenze diverse — rapidità e correttezza formale — che in questo caso si sono scontrate frontalmente.
Ora sul tavolo restano due impegni concreti. Da un lato l’opposizione, che promette battaglia in consiglio per ottenere spiegazioni. Dall’altro l’amministrazione, che assicura che il “cavillo” verrà risolto in pochi giorni. Fino ad allora, però, la teca resta un simbolo più che uno strumento, una promessa ancora sospesa.
La prossima immagine da scattare sul viale XXIV Maggio non potrà più essere solo quella del taglio del nastro. Per restituire fiducia servirà aprire la teca e mostrare che il Dae c’è, è al suo posto, ed è davvero pronto a salvare vite.
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