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Lo sportello filosofico di San Mauro compie 12 anni: i grandi pensatori alla portata di tutti

Prende il via il nuovo ciclo di incontri alla biblioteca civica Germana Bocca. Una docente guida il pubblico alla scoperta dei classici della filosofia e affronta i problemi del mondo contemporaneo

Lo sportello filosofico di San Mauro compie 12 anni: i grandi pensatori alla portata di tutti

Lo sportello filosofico di San Mauro compie 12 anni: i grandi pensatori alla portata di tutti

Uno spazio di formazione, di condivisione di pensieri e di esperienze. Un luogo per discutere insieme di un mondo che cambia, con uno sguardo sempre rivolto ai grandi pensatori del passato e del presente. Sono queste le premesse con cui si è aperta a San Mauro Torinese la nuova edizione dello sportello filosofico il 26 settembre, giunto quest'anno al suo 12esimo compleanno.

A curare gli incontri, aperti a tutti ogni venerdì da fine settembre fino al mese di giugno, presso la sala Antonetto della biblioteca civica è la professoressa Lo Santo, ex-docente di filosofia nelle scuole superiori, oggi in pensione.

«Nel corso degli ultimi 12 anni, abbiamo trattato molti argomenti – ha fatto sapere Lo Santo –, tra cui la filosofia della storia e quella delle religioni: ebraismo, cristianesimo, islam e confucianesimo. Quest'anno ripercorreremo la storia della filosofia dalle origini, a partire da grandi pensatori del passato, fino ad autori più recenti».

La prof.ssa Lo Santo

Marco Aurelio, sant'Agostino, Pascal. Sono solo alcuni dei "giganti" della filosofia di cui la professoressa ha parlato durante l'incontro inaugurale. «Gli autori del passato hanno sempre qualcosa da dirci – ha aggiunto Lo Santo – perché trattano temi sempre attuali. Ad esempio sant'Agostino, che da giovane era uno "sbandato". Uno che commetteva piccoli furti e atti di vandalismo per disprezzo e per arroganza. Ci ricorda alcuni giovani di oggi, che sono nelle stesse condizioni e fanno le stesse cose. Io dico sempre che oggi è come se fossimo nel tardo Impero Romano».

Agostino d'Ippona, vissuto tra il IV e il V secolo, ha vissuto infatti la sua gioventù in modo molto diverso dal periodo della sua conversione, con comportamenti «tutt'altro che da santo». «La modernità delle Confessioni di Agostino è proprio questa: spingere i giovani a riflettere sulla propria vita, sulle proprie scelte, cercando nuove strade lontano dall'arroganza e dall'egoismo che caratterizza i nostri tempi, e lontano dal "gusto dell'ingiusto"», ha commentato la docente.

Quello che però non c'era ai tempi di sant'Agostino era il mondo dei social, quella cultura dell'apparire e della "FOMO" (Fear of Missing Out, la paura di essere tagliati fuori o di perdersi eventi ed esperienze, tema profondamente legato all'ansia sociale). Ed ecco che vengono in soccorso dei giovani – almeno in teoria, vista la loro assenza durante gli inccontri evidenziata anche dagli organizatori – libri come quello di Jonathan Haidt, "La generazione ansiosa", in cui l'autore condanna l'uso massiccio dei social, soprattutto prima dei 16 anni, in quanto avrebbero profondamente modificato il percorso di crescita dell'essere umano, favorendo "finte" relazioni virtuali a danno di quelle vere.

«Le grandi compagnie tecnologiche, che guadagnano miliardi, non sono molto diverse dalle industrie del tabacco o di quelle della benzina che si scagliavano contro la verde "senza piombo"», così Lo Santo ha commentato con durezza un brano tratto dal volume dello psicologo americano.

Una condanna pressoché completa quella della docente e del pubblico, che ritengono i social media e il mondo degli influencers pericoloso per i giovani. Un tema senz'altro controverso, visto che da una parte questi mezzi favoriscono rapporti virtuali che hanno ben poco di "emotivo", a discapito di interazioni dal vivo, ma dall'altra è innegabile che i social abbiano cambiato profondamente il mondo della comunicazione, favorendo reti di (giovani) cittadini impensabili 30 o 40 anni fa. Movimenti come Fridays for Future, la mobilitazione per Gaza (almeno nelle sue forme pacifiche) sarebbero state ben più difficili; senza contare il ruolo fondamentale della comunicazione online, spesso crittografata, in Paesi in cui è assente la libertà di espressione. E allora possono tornare utili piattaforme di chat come Telegram, spesso accusata di "stare dalla parte dei terroristi", soprattutto da regimi illiberali.

Tutto ciò, naturalmente, non toglie nulla al primato delle relazioni umane a tu per tu. Un altro problema grosso, infatti, è quello dell'educazione affettiva, che online non può avvenire. «Anche Pascal ce lo ricorda: dobbiamo curare la nostra "rete" dal vivo. È importante educare alle emozioni anche attraverso la letteratura, la poesia nello specifico. Noi lo facciamo anche leggendo Dante, Leopardi e altri poeti», ha aggiunto Lo Santo.

Pascal affermava infatti che l'uomo è grande perché si riconosce "miserabile", perché consapevole dei propri limiti, al contrario degli oggetti o di altri animali. Non è mancato poi, a fine evento, un richiamo alla "responsabilizzazione" che i genitori dovrebbero mettere in atto verso i propri figli, non in modo iperprotettivo, ma attraverso una libertà che passi attraverso la consapevolezza delle proprie azioni.

«"Destinazione speranza", di Vito Mancuso, ci invita a riflettere sull'importanza dell'etica come prima spinta ad agire. Non il denaro o il desiderio di potere, non il desiderio di successo. Siamo ben lontani oggi da "cielo stellato" di cui parlava Kant, e troppo vicini alla cultura del "superuomo" nicciano», ha concluso la professoressa Lo Santo.

Tanti sono stati gli autori e i temi trattati, da Marco Aurelio ad Andreoli, dall'educazione ai social. La vera sfida, però, è come rendere questo spazio di confronto e di formazione aperto anche ai giovani, forse poco interessati alla filosofia. O forse lo sono, ma potrebbero essere frenati dall'orario dell'incontro settimanale, o dal "mito" che la filosofia sia noiosa, complicata o inutile. O ancora, già troppo stressati dalla vita frenetica di tutti i giorni, anche età liceale o universitaria.

Ma le grandi domande della storia dell'uomo rimangono sempre lì. Gravi, pesanti, complesse. Di fronte al caos quotidiano, lo sportello filosofico di San Mauro vuole presentare un antidoto. Non una soluzione definitiva, ma un obiettivo ideale da ricercare con interesse e con passione: l'equilibrio.

Il pubblico presente

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