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Servizi scolastici "a rischio lusso", è bufera a Brandizzo: famiglie sul piede di guerra. Il caso arriva in Consiglio

L’opposizione chiede chiarimenti su aumenti e gestione della mensa e del pre/post scuola

Servizi scolastici "a rischio lusso", è bufera a Brandizzo: famiglie sul piede di guerra. Il caso arriva in Consiglio

Servizi scolastici "a rischio lusso", è bufera a Brandizzo: famiglie sul piede di guerra. Il caso arriva in Consiglio

Promesse solenni in estate, bollette salatissime in autunno. A Brandizzo il caso dei servizi scolastici approda in Consiglio comunale, trascinato dentro l’aula dall’interrogazione di Brandizzo Civica, che lunedì 29 settembre chiederà conto al sindaco Monica Durante e alla sua Giunta di aumenti, scelte discutibili e silenzi pesanti.

La questione è nota. Ad agosto la sindaca assicurava con tono solenne che «tutti i servizi scolastici sarebbero stati attivati sin dal primo giorno, offrendo il massimo supporto possibile a studenti e genitori». Una frase che aveva tranquillizzato tante famiglie. Ma alla prova dei fatti, quelle parole si sono sciolte come neve al sole: tariffe raddoppiate, opzioni flessibili cancellate e qualità dei servizi che non convince affatto.

Roberta Favini e Alessandra Vacca, consigliere comunali di Brandizzo Civica, hanno raccolto la rabbia dei genitori e l’hanno trasformata in atti ufficiali. «Abbiamo raccolto le preoccupazioni e le segnalazioni di numerose famiglie – spiegano – che ci parlano di costi diventati insostenibili e di una gestione poco trasparente. In un momento storico in cui le famiglie faticano ad arrivare a fine mese, raddoppiare le spese per un servizio essenziale come quello scolastico è inaccettabile».

Roberta Favini con il Governatore Alberto Cirio

I numeri sono implacabili: la mensa costa 5,20 euro al giorno per almeno 160 giorni, cioè 832 euro all’anno. Il pre e post scuola, se pagato trimestralmente, arriva a 546 euro; se pagato mese per mese, si toccano i 1.436,50 euro annui. Un salasso che non tiene conto di materiali, attività extra e tutto il resto. Solo due anni fa, con l’associazione Mani e Manine, bastavano 45 euro al mese per entrambi i servizi, con la possibilità della tessera a ingressi singoli: dieci accessi per 15 euro. Oggi quella formula non esiste più: o paghi tutto, o resti fuori.

Ma non è solo questione di soldi. L’interrogazione denuncia anche la scarsa qualità del servizio: orari ridotti comunicati all’ultimo minuto, classi accorpate per carenza di docenti, continui rimpiazzi. E soprattutto una frase che ha fatto infuriare i genitori: durante un’assemblea straordinaria, un rappresentante comunale avrebbe detto «Chi di voi non ha 3,90 euro al giorno?». Una battuta giudicata offensiva e arrogante, come se i problemi delle famiglie fossero frutto di capricci.

Davanti alla bufera, il Comune ha risposto con una nota stampa: ha rivendicato di aver convocato un incontro con i genitori il 16 settembre, di aver esteso l’orario del post scuola fino alle 18 e di non avere colpe per i ritardi, imputati alla piattaforma telematica di gara. Ha difeso l’aumento dei costi come scelta di qualità: via i volontari, dentro educatori contrattualizzati secondo il Ccnl. Ha promesso contributi basati sull’ISEE, accesso universale anche per alunni disabili e ha ribadito che le tariffe della mensa sono rimaste invariate.

Alessandra Vacca di Brandizzo Civica

Belle parole, certo. Ma sul piatto restano le stesse domande: perché eliminare le formule flessibili? Perché scaricare sulle famiglie l’onere di un servizio che dovrebbe essere garantito? E, soprattutto, come si concilia l’aumento dei costi con i disservizi ancora presenti?

L’interrogazione di Brandizzo Civica entra proprio nel merito: chiede chiarimenti sull’aumento delle tariffe, sulla soppressione delle formule a ingressi singoli, sulle misure di sostegno economico alle famiglie, sul modo in cui l’amministrazione risponde alle richieste di confronto, sulla frase incriminata e sugli interventi concreti per migliorare qualità e accessibilità. Non slogan, non giustificazioni tecniche, ma risposte precise e impegni verificabili.

La partita si gioca dunque in Consiglio comunale, dove l’opposizione porterà la voce delle famiglie. Quelle stesse famiglie che hanno inviato mail, fatto calcoli, allegato ricevute, partecipato ad assemblee e proteste senza ottenere nulla. Quelle famiglie che oggi si sentono prese in giro: prima dalle promesse, poi dal silenzio, infine dalle battutine.

Brandizzo Civica non usa mezzi termini: «In un Comune che voglia dirsi vicino ai cittadini, non è accettabile che un servizio scolastico pubblico diventi un lusso per pochi. Il nostro obiettivo è garantire che tutte le famiglie abbiano pari accesso a servizi di qualità, senza costi sproporzionati o scelte calate dall’alto».

Il rischio, ormai evidente, è che la scuola pubblica a Brandizzo si trasformi da diritto a privilegio. E quando a pagare il prezzo più alto sono i bambini, la questione non è più solo politica: è morale.

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