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Sant’Antonino di Susa, acqua vietata per uso potabile: ordinanza urgente dopo la segnalazione dell’Asl TO3

Analisi Asl To3 rilevano enterococchi, coliformi ed Escherichia coli; consumo consentito solo dopo bollitura

Acqua da bollire

Sant’Antonino di Susa, acqua vietata per uso potabile: ordinanza urgente dopo la segnalazione dell’Asl TO3

Un provvedimento immediato e dal forte impatto sulla vita quotidiana. Con l’ordinanza contingibile e urgente n. 62 del 24 settembre 2025, il Comune di Sant’Antonino di Susa ha imposto il divieto di utilizzo dell’acqua della rete idrica a fini potabili e alimentari, salvo previa bollitura. La decisione arriva dopo la comunicazione dell’Asl TO3, che ha certificato criticità tali da rendere necessaria una misura preventiva a tutela della salute pubblica.

Il divieto ha validità a tempo indeterminato, fino a quando l’ordinanza non sarà revocata. Una formula che evidenzia l’incertezza sulla durata del problema e che obbliga i cittadini a modificare abitudini fondamentali come bere, cucinare e preparare alimenti utilizzando acqua del rubinetto. In attesa di chiarimenti sulle cause della contaminazione e sugli esiti dei controlli in corso, la bollitura preventiva resta l’unico modo per rendere l’acqua sicura.

Il provvedimento è stato notificato con urgenza e accompagnato dalla pubblicazione di avvisi sul territorio. Si tratta di una misura che rientra tra i poteri straordinari concessi ai sindaci in caso di emergenza sanitaria o igienico-ambientale, come previsto dal Testo unico degli enti locali (D.Lgs. 267/2000, art. 50 e 54), che consente di emanare ordinanze contingibili e urgenti per fronteggiare situazioni di pericolo.

Al momento non è stato comunicato ufficialmente quale sia la causa alla base della non potabilità dell’acqua. In casi analoghi, le problematiche possono derivare da contaminazioni batteriche, anomalie nei valori chimici o infiltrazioni accidentali nella rete. L’Asl TO3, che ha disposto il divieto, sta effettuando campionamenti e verifiche per identificare con precisione l’origine del problema e stabilire i tempi necessari al ripristino della normalità.

Per la cittadinanza si tratta di un disagio concreto: l’acqua del rubinetto non può essere bevuta, né utilizzata per cucinare senza bollitura preventiva, mentre resta consentito l’uso per scopi igienici come lavarsi o pulire. I cittadini sono stati invitati a informarsi costantemente tramite i canali ufficiali del Comune e a rispettare scrupolosamente le disposizioni per non incorrere in rischi sanitari.

L’episodio non è isolato nel panorama regionale. Negli ultimi anni in Piemonte si sono verificati diversi casi di ordinanze simili, spesso legati a contaminazioni temporanee della rete idrica. In alcuni comuni i divieti sono durati pochi giorni, in altri diverse settimane, a seconda della gravità e della complessità degli interventi richiesti.

La vicenda di Sant’Antonino di Susa riporta al centro l’importanza del controllo costante delle reti idriche, soprattutto nei territori montani e pedemontani, dove la vulnerabilità alle infiltrazioni e ai guasti è maggiore. L’Arpa Piemonte, insieme alle Asl, svolge regolarmente monitoraggi, ma non sempre è possibile prevenire situazioni improvvise che richiedono provvedimenti urgenti.

In attesa di aggiornamenti ufficiali, resta in vigore un divieto che modifica radicalmente la quotidianità dei cittadini. Solo con l’esito favorevole dei campionamenti l’ordinanza potrà essere revocata, restituendo alla comunità la possibilità di utilizzare liberamente l’acqua della rete pubblica.

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