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La fiamma di Vesta: un click, un sogno, una presa in giro

Un “click day” trasformato in una lotteria dei disperati: in 25 minuti svaniti 10 milioni di euro, con migliaia di famiglie piemontesi rimaste a mani vuote. Una brutta pagina di politica, spacciata per aiuto sociale.

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Disabato (M5s)

Chiamatela come volete: lotteria dei poveri, gratta e vinci del disagio sociale, o se preferite, pesca di beneficenza a cura della Regione Piemonte. Il risultato non cambia: la tanto sbandierata “Fiamma di Vesta” – nome già da telenovela, per un bonus da quattro soldi – si è spenta nel giro di mezz’ora. Tempo di accendere il pc, cliccare e scoprire che davanti a te ci sono 34.388 famiglie. E tu, con il tuo bel sogno di qualche euro per tirare avanti i figli, resti come un pellegrino al supermercato alla vigilia di Natale: in coda e senza speranza.

Maurizio Marrone

Complimenti al governatore Alberto Cirio e all’assessore Maurizio Marrone, che hanno trasformato il diritto in un videogioco. Si chiamava click day, ma sarebbe stato più onesto battezzarlo click bidone: una gara a chi ha la fibra più veloce, altro che misura sociale. Un minuto dopo la mezzanotte già non c’era più trippa per gatti. Alle 00.25 la piattaforma comunicava candidamente che i soldi erano finiti. Dieci milioni di euro bruciati come un cerino, a fronte di decine di migliaia di famiglie lasciate col cerino in mano.

Certo, era evidente fin dall’inizio che il budget fosse una miseria. Ma loro, i nostri illuminati amministratori, hanno preferito l’effetto scenico: la notte, l’attesa, la corsa online, il miraggio di un voucher. Una sorta di televendita alla Mastrota, solo che invece di pentole o materassi si offriva dignità. E in Piemonte la dignità, a quanto pare, vale mezz’ora di connessione internet.

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle – Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio – parlano di “presa in giro”, e hanno ragione. Presenteranno un’interrogazione, chiedendo almeno che questa figuraccia diventi la prima e ultima. Perché non si può giocare così con la vita delle famiglie: chi ha diritto a un sostegno deve riceverlo, senza essere costretto a partecipare alla versione sabauda di “Ok, il prezzo è giusto”.

Il problema, poi, è che non si tratta neppure di un incidente. È il solito metodo: spacciare per grande conquista sociale quella che in realtà è una riffa. Intanto, le famiglie che non hanno avuto nulla si arrangino. Magari provino il prossimo anno, sempre che non cambi la password del wifi.

E allora sì, stanotte si è scritta davvero una brutta pagina per la politica piemontese. Una pagina che, più che la “Fiamma di Vesta”, ricorda il cerino che ti resta in mano quando tutti gli altri hanno già incassato. Un cerino che brucia veloce, ma almeno illumina per un attimo la farsa che ci viene servita come politica sociale.

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