AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
20 Settembre 2025 - 10:19
Buono Vesta e Click day. Uno scandalo. Tutto finisce alle 00.26
Non tutti lo conoscono. Si chiama ELP – Eporedia Local Point. Si trova al Movicentro. È un punto di riferimento per chi si trova a dover affrontare quel labirinto di scartoffie e burocrazia che spesso scoraggia anche i più pazienti. Qui si offre supporto concreto: dalla ricerca attiva del lavoro e la stesura del curriculum vitae, alle pratiche documentali per stranieri, fino all’orientamento ai servizi del territorio, al disbrigo di pratiche digitali, al community matching e al collegamento diretto con i servizi sociali.
Lo sportello fa parte del progetto Living Better, che mette in rete il Consorzio, il Comune, loZac!, diverse cooperative di accoglienza, il Cpia4 e altri enti. Nello specifico, lo sportello, è un’azione in capo a Zac! portata avanti in equipe con Coop. Cittacolori (mediazione culturale), Coop. Orso, Consorzio In.re.te (che garantisce la presenza di un’assistente sociale ogni martedì) e l’associazione Nemo (community matching).
A coordinare questa complessa e articolata infrastruttura è Vanessa Vidano. Sabato sera ha deciso di lanciarsi in una missione al limite dell’impossibile: affrontare la follia del Buono Vesta.
Perchè? Perchè la Regione Piemonte, nel suo genio amministrativo, ha deciso che questo nuovo sostegno alle famiglie non dovesse passare da criteri trasparenti, graduatorie o bandi. Troppo banale. Meglio una bella puntata di reality show: il click day di mezzanotte. Una roulette digitale in cui i diritti non si misurano più in base all’ISEE, ma alla velocità del dito indice. Chi clicca prima, campa. Chi no, ciccia.
La scena, a raccontarla, sembra roba da farsa televisiva. Una ventina di famiglie stipate in una stanza, alcune arrivate già alle 19 per “prendere il numero” come alle Poste. Non per un concerto, non per accaparrarsi il posto in un ristorante stellato, ma per inseguire quello che dovrebbe essere un diritto. A mezzanotte in punto, lo scoccare dell’ora X: i computer partono, le mani sudano, i volontari digitano con la tensione dei piloti di Formula 1. Ma il sistema regionale non perdona: coda digitale, rallentamenti, e il cronometro che corre più veloce della fibra ottica. Risultato finale? Su venti nuclei familiari, solo tre riescono a strappare il biglietto vincente. Alle 00.26, come nel peggiore dei film, compare la scritta: “Fondi esauriti”. Sipario.
“Il sistema ci ha messo tutti in coda, ne siamo riusciti a inviare solo tre…” racconta sconsolata Vanessa Vidano, tra i volontari impegnati in questa battaglia persa in partenza. Attorno a lei si respira amarezza, delusione, rabbia. “Questa cosa grida vendetta, dobbiamo fare qualcosa”, aggiunge, dando voce a un malcontento che ormai trabocca. Al suo fianco, altri volontari come Enrico Bandiera e Patrizia Dal Santo, che hanno offerto tempo, competenze e pazienza. Ma nemmeno l’entusiasmo e la buona volontà possono nulla contro l’algoritmo della Regione.
Vanessa Vidano
Ecco servito il paradosso: non bastava avere figli piccoli, un ISEE certificato e una reale necessità di sostegno. No, per ottenere il Buono Vesta serviva anche il dito allenato al “click veloce”, l’occhio vigile da gamer notturno e, possibilmente, una connessione che non salti proprio allo scoccare della mezzanotte. Una battle royale dei diritti sociali, con le famiglie trasformate in concorrenti inconsapevoli di un videogioco indegno.
Le famiglie sono tornate a casa a mani vuote, con la sola certezza che in Piemonte i buoni non si conquistano in base al bisogno, ma alla banda larga. E se non hai la fibra, pazienza: ti resta la consolazione di sapere che i tuoi diritti, qui, hanno la scadenza del latte fresco. 00.26 e addio. Vuoi vedere che la prossima volta la Regione si inventerà il gratta e vinci sociale, con il buono da 1.200 euro nascosto sotto la patina argentata?
E pensare che il Buono Vesta nasce con nobili intenzioni: fondi europei del Programma regionale FSE Plus 2021-2027, destinati a sostenere le famiglie con figli da 0 a 6 anni. Una misura che, sulla carta, dovrebbe coprire nidi d’infanzia, micro-nidi, sezioni primavera, spazi gioco, scuole per l’infanzia, centri vacanze invernali ed estivi. E non solo: anche baby-sitting a domicilio, corsi di nuoto, danza, lingue straniere e persino massaggio infantile. Un ventaglio di opportunità che avrebbe potuto davvero alleggerire il peso quotidiano dei genitori.
Gli importi non sono da buttare: 1.200 euro per chi ha un ISEE fino a 10 mila euro, 1.000 euro tra 10 e 35 mila, 800 euro fino a 40 mila. E per i minori con disabilità, sempre il massimo contributo, anche con ISEE alto. Un sostegno valido per dodici mesi, che avrebbe potuto fare la differenza.
Avrebbe, appunto. Perché invece di rendere il diritto un diritto, la Regione lo ha trasformato in un videogame notturno. Un insulto travestito da innovazione, un modo per dire alle famiglie: arrangiatevi. E così, ancora una volta, chi resta indietro non è chi “merita di meno”, ma chi ha meno strumenti digitali, meno connessione, meno prontezza. L’ennesima beffa di un sistema che confonde equità con competizione.
Insomma, c’è qualcosa di grottesco, e anche di sinistro, in questo modo di intendere la politica sociale. Non più uguaglianza, ma competizione. Non più diritti, ma premi. E così lo Stato abdica, la Regione gioca al casinò, e le famiglie – quelle vere, con bambini veri – diventano comparse in un videogame indecente.
In fondo, il click day è la perfetta fotografia del nostro tempo: i diritti non sono più garantiti, sono messi in palio. E se perdi, non lamentarti: dovevi cliccare più in fretta.
Benvenuti in Piemonte, dove i diritti valgono meno di un biglietto della lotteria e scadono più in fretta di uno yogurt
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.