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19 Settembre 2025 - 22:19
Buono Vesta, la nuova lotteria della Regione: chi ha la connessione più veloce vince
In Piemonte per ottenere un aiuto alle famiglie non basta avere figli piccoli, un ISEE certificato e tanta buona volontà. No, serve anche allenarsi al dito indice, quello che clicca più veloce. Perché la Regione, nel suo impeto di modernità, ha pensato bene di trasformare il Buono Vesta, il nuovo voucher per nidi e servizi educativi, in una sorta di gara notturna: il click day del 20 settembre alle ore 00.01. Un’ora da vampiri, scelta forse per testare la resistenza dei genitori più disperati e l’elasticità mentale dei CAF.
Il Buono Vesta nasce quest’anno grazie ai fondi europei del Programma regionale FSE Plus 2021-2027. In teoria dovrebbe rappresentare un aiuto concreto per le famiglie con figli da 0 a 6 anni: soldi spendibili per iscrivere i bambini a nidi d’infanzia, micro-nidi, sezioni primavera, nidi in famiglia, spazi gioco, scuole per l’infanzia, centri vacanze invernali ed estivi, ma anche per servizi di baby-sitting a domicilio o attività extrascolastiche come nuoto, danza, lingue straniere e perfino massaggio infantile. In sostanza, tutto quel mondo di servizi educativi e ricreativi che dovrebbero sostenere la crescita e alleggerire il peso quotidiano dei genitori.
Gli importi, sulla carta, non sono trascurabili:
1.200 euro per chi ha un ISEE fino a 10 mila euro;
1.000 euro per chi è tra i 10 mila e i 35 mila;
800 euro per chi ha un reddito fino a 40 mila euro.
In caso di minori con disabilità, si può arrivare sempre al massimo contributo, anche con ISEE alto. E il buono resta valido per 12 mesi a partire dal mese successivo all’approvazione. Insomma, un sostegno che, se ben gestito, potrebbe davvero aiutare tante famiglie.
E invece no. Perché la Regione non ha trovato di meglio che inventarsi una lotteria digitale. I soldi ci sono, ma non per tutti. E per stabilire chi ha diritto, non si è pensato a un percorso trasparente, basato su graduatorie e criteri oggettivi. Troppo banale. Molto meglio trasformare il diritto in un videogioco: “Ready, set, click!”.
Lo denuncia con forza Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC per Piemonte e Valle d’Aosta: “Il Buono Vesta è un nuovo voucher che utilizza fondi europei, ma la Regione non ha trovato di meglio che istituire un click day. È un provvedimento che dimostra ancora una volta l’assoluta inerzia nell’ampliamento dell’offerta pubblica: senza il privato non si va da nessuna parte, e il voucher diventa l’unica possibilità stabile”.
Il problema, dunque, non è l’esistenza del voucher, ma il meccanismo. “È davvero odiosa e demenziale la modalità di erogazione del contributo”, aggiunge Deambrogio. Perché a restare fuori rischiano proprio i più fragili: famiglie con meno strumenti, che magari non hanno un computer a casa, una connessione veloce o la prontezza digitale per infilarsi nello stretto varco di mezzanotte. Per loro, la procedura diventa un incubo: recarsi a un CAF, sperare di ottenere un appuntamento proprio il giorno giusto, e pregare che l’operatore riesca a completare la pratica prima che il sistema dica “risorse terminate”.
E così, ancora una volta, chi dovrebbe essere sostenuto viene penalizzato. Una corsa a ostacoli che non ha nulla a che vedere con l’uguaglianza dei diritti. Deambrogio è netto: “Preparare una corsa ad ostacoli per chi è più debole significa esaltare una competizione indegna per una istituzione come la Regione, che invece dovrebbe garantire equità e aiutare chi si trova nelle condizioni più difficili”.
Insomma, il Buono Vesta avrebbe potuto essere un esempio di buona politica sociale. Invece è diventato il simbolo di una burocrazia che si veste di tecnologia per nascondere vecchie iniquità. Altro che equità e diritti: a vincere, come sempre, sarà chi ha la fibra ultraveloce e la sveglia puntata a mezzanotte. Per gli altri, solo la consolazione di sapere che anche i diritti, in Piemonte, funzionano ormai a tempo e a clic.
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