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19 Settembre 2025 - 17:27
Brignano: “Bombardare chi scappa non è bello, siamo invischiati completamente”
In occasione della presentazione dello spettacolo I 7 Re di Roma, con cui tornerà al Teatro Sistina dal 3 ottobre al 23 novembre, Enrico Brignano ha affrontato temi politici e sociali di grande attualità, esprimendo una posizione netta sulla guerra a Gaza e sulla responsabilità dell’Italia nel contesto internazionale.
“A Roma c'è il ghetto che sta qui dietro proprio perché il cristianesimo a suo tempo ha sempre ghettizzato e nascosto e contrastato la religione ebraica. Oggi è difficile l'argomento, io non voglio entrare nel merito se non condannando sicuramente gli omicidi di gente che scappa, costretta a scappare. Quelli sono veri e propri omicidi e il governo italiano non riesce a esprimersi apertamente e questa è una sconfitta di tutti”, ha dichiarato Brignano.
L’attore e comico ha puntato il dito contro la politica italiana, sottolineando come il nostro Paese sia parte integrante di un sistema globale di produzione e commercio di armi: “Bene o male poi alla fine sappiamo che noi costruiamo armi, vendiamo armi, diamo il materiale per costruirne le armi e ne compriamo tantissime. Abbiamo consegnato due anni fa la sicurezza nazionale a Benjamin Netanyahu, quindi siamo invischiati completamente in questa storia. Non riusciamo ad uscirne a livello di coscienza”.
Le dichiarazioni di Brignano hanno toccato anche il tema del boicottaggio verso artisti e figure ebraiche: “Il boicottaggio degli artisti ebrei come il boicottaggio dei calciatori ebrei, come il boicottaggio dei venditori ebrei… il discorso è decisamente complicato. Nonostante sia padre di famiglia e abbia 60 anni, quindi non sono più un bambino, sono talmente tante le notizie che non riesco a decodificare, che non riesco ad avere un'idea chiara. So solo una cosa: bombardare persone che scappano, uccidere i bambini non è bello, qualsiasi ragione uno possa avere”.
Le affermazioni del comico arrivano in un contesto di forte tensione internazionale, con il conflitto a Gaza al centro del dibattito politico globale e numerosi appelli alla comunità internazionale per garantire la protezione dei civili. Brignano, da sempre noto per il suo impegno civile e per l’uso del palco come strumento di riflessione, ha voluto esprimere un giudizio chiaro sulle conseguenze umane della guerra e sulla responsabilità indiretta del nostro Paese.
Il comico ha anche ricordato le radici storiche delle tensioni a Roma, con un accenno al ghetto e al lungo processo di ghettizzazione della comunità ebraica: “A Roma c'è il ghetto… il cristianesimo a suo tempo ha sempre ghettizzato e nascosto e contrastato la religione ebraica”, ha spiegato, collegando passato e presente e invitando a una riflessione più profonda sulla memoria storica e sul rispetto dei diritti umani.
Brignano si trova quindi a metà strada tra impegno civile e attività artistica: I 7 Re di Roma promette di tornare sul palco con 38 rappresentazioni e toccherà alcune tra le principali città italiane, confermando la capacità del comico di unire intrattenimento e riflessione critica.
Le sue parole hanno acceso un dibattito immediato sui social, con molti utenti che hanno sottolineato il coraggio del comico nell’affrontare argomenti complessi e sensibili, mentre altri hanno commentato la difficoltà di gestire informazioni così frammentarie e spesso contraddittorie.
In sintesi, Brignano non si limita a una condanna generica della violenza: mette in evidenza la responsabilità collettiva e nazionale, il ruolo del commercio di armi e la mancanza di una presa di posizione chiara da parte del governo italiano. Un messaggio diretto, duro e senza compromessi: “Siamo invischiati completamente”, ha ribadito, sottolineando l’urgenza di una presa di coscienza politica e morale.
La presentazione dello spettacolo, quindi, diventa anche un’occasione per riflettere sulle questioni internazionali, sui diritti dei civili e sull’impatto che le decisioni politiche hanno sulle persone comuni. Con queste dichiarazioni, Brignano conferma il suo ruolo di voce critica e consapevole, capace di unire arte, satira e responsabilità sociale in un’unica potente combinazione.
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