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18 Settembre 2025 - 21:40
Scuola, stop clamoroso: il Consiglio di Stato boccia le nuove Indicazioni Nazionali
Troppe lacune e criticità: il Consiglio di Stato sospende l'espressione del parere sullo schema di regolamento delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell'infanzia, elementare e media che secondo il Ministero dell'Istruzione sarebbero dovute entrare in vigore dal 2026-2027 e chiede una serie di modifiche. Il ministero di viale Trastevere risponde prontamente che non si tratta di una bocciatura.
"Il Consiglio di Stato – afferma il ministro Giuseppe Valditara – ha richiesto soltanto delle integrazioni tecniche e delle specificazioni che accoglieremo volentieri nello spirito di una leale collaborazione istituzionale. Nessun rilievo, ovviamente, sul contenuto delle nuove Indicazioni. Si tratta di un consueto confronto istituzionale rispetto ad un provvedimento così importante per la nostra scuola".
In particolare, sull’insegnamento del Latino, introdotto come disciplina facoltativa nelle scuole medie, i giudici di Palazzo Spada criticano sia l’aspetto dell’equità educativa – con il rischio, evidenziano, di aumentare il divario tra studenti – sia questioni organizzative concrete: i docenti di lettere potrebbero non possedere i requisiti necessari per l’insegnamento del latino, mentre un docente della classe di concorso specifica potrebbe teoricamente insegnare in diciotto classi diverse. I giudici amministrativi osservano inoltre che alcune delle indicazioni formulate sollevano il dubbio sull’effettiva disponibilità di mezzi e risorse per conseguire gli obiettivi prefissi.
La documentazione predisposta dal ministero, secondo quanto si legge nel dispositivo, presenta poi lacune strutturali. L’analisi di impatto della regolamentazione risulta “inadeguata sotto molteplici profili: mancano evidenze misurabili delle carenze delle attuali Indicazioni, non emergono le ragioni specifiche delle modifiche introdotte e risultano assenti indicatori quantitativi per misurare l’efficacia degli interventi proposti”.
Per i giudici, la relazione illustrativa si limita a evocare genericamente i “cambiamenti epocali” dell’ultimo decennio “senza fornire una puntuale descrizione delle inadeguatezze normative riscontrate”. Il Consiglio di Stato chiede anche di tenere in maggiore conto il parere del Cspi, il Consiglio superiore della pubblica istruzione, in particolare sulle osservazioni che aveva formulato sulla materia della storia ed evidenzia l’assenza di dati per la scuola dell’infanzia. Vengono infine rilevate imprecisioni formali, refusi e la necessità di una revisione linguistica sia dello schema di regolamento sia delle Indicazioni.
Dal Consiglio di Stato “arriva un grave segnale rosso”, commenta il sindacato dei presidi DirigentiScuola. “Il mancato parere del Consiglio di Stato rappresenta una sonora bocciatura delle Indicazioni Nazionali 2025 che, fin dalla prima bozza per il dibattito pubblico, abbiamo valutato come una pericolosa operazione di revisione della cultura democratica della scuola e del Paese”, è il parere della Flc Cgil. Anche la Uil Scuola rileva come le motivazioni della sospensione “coincidono con quanto la Uil Scuola Rua aveva già espresso negli scorsi mesi”. Sulla stessa linea anche gli esponenti del Pd come Irene Manzi e del M5s.
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