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Tajani lancia la sfida: premier deciso dal partito più votato, centrodestra nel caos su Lombardia e Veneto

Forza Italia rompe gli schemi sulla legge elettorale e accusa la Lega di frenare sulle Regionali

Antonio Tajani

Antonio Tajani

Antonio Tajani sceglie la strada della rottura e rimette in discussione gli equilibri sulla futura legge elettorale. A fronte delle ipotesi circolate in questi giorni che prevedevano l’indicazione del candidato premier di coalizione, il leader di Forza Italia ha lanciato una proposta alternativa: "Io credo che si debba discutere bene sulla legge elettorale. Forse sarebbe meglio far sì che si lasciasse ai partiti la possibilità di correre indicando nel proprio leader la guida del Paese, fermo restando che il partito che prenderà più voti avrà il diritto, riconosciuto da tutti, di indicare il presidente del Consiglio".

Un’uscita che cambia le carte in tavola, soprattutto perché riconosce a Giorgia Meloni, allo stato attuale, la conferma automatica di palazzo Chigi: "Per come stanno le cose oggi certamente Giorgia Meloni sarebbe presidente del Consiglio ancora una volta. Però lasciamo libera la competizione", ha aggiunto Tajani.

Il vicepremier ha poi affondato il colpo anche sul terreno delle Regionali, replicando alle accuse della Lega di rallentare le trattative: "Non siamo certamente noi a rallentare, ci sono problemi che devono essere risolti dalla Lega. Io non ho nessun ritardo, sono pronto a fare subito la riunione, anche via web".

Ma il quadro nel centrodestra resta tutt’altro che definito. Dopo le tensioni su Campania e Puglia, dove restano in corsa nomi civici come Matteo Lorito, Giosy Romano e l’ex direttore di Telenorba Vincenzo Magistà, lo scontro si concentra sul ticket tra Lombardia e Veneto. Qui Fratelli d’Italia avrebbe chiesto la Lombardia in cambio del via libera a un candidato leghista per il Veneto. Una pretesa respinta al mittente dal Carroccio, come ribadito dal capogruppo in Senato Massimiliano Romeo: "Visto che sono i numeri che parlano e la Lega insieme alla lista Fontana in Lombardia ha ottenuto più o meno gli stessi voti di FdI, se lo rivendicano loro a maggior ragione noi, che siamo gli uscenti, possiamo farlo".

Il nome di Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI all’Europarlamento, resta tra i più quotati per la Lombardia, mentre sul fronte veneto resta da sciogliere il nodo di una possibile lista Zaia, che spaventa Fratelli d’Italia e Forza Italia.

In attesa di trovare una quadra definitiva, i leader del centrodestra si ritroveranno ad Ancona il 17 settembre per sostenere Francesco Acquaroli in vista del voto nelle Marche, prima Regione a inaugurare la stagione elettorale autunnale il 28 settembre. Con lo sguardo già rivolto anche alla Calabria, dove il 5 ottobre si affronteranno Roberto Occhiuto e Pasquale Tridico, resta intatta la tensione interna nella coalizione.

Intanto, a sinistra, si lavora per compattare le forze: in Campania Roberto Fico ha annunciato l’avvio di un tavolo programmatico, mentre il segretario regionale del Pd Piero De Luca, figlio del governatore, prova a smorzare i contrasti e assicura che tra lui e l’ex presidente della Camera "c’è una dialettica fisiologica".

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