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10 Settembre 2025 - 11:16
Testamento Pippo Baudo, non ci sono solo i figli: la storica collaboratrice riceve quasi quanto loro
Martedì mattina, nello studio del notaio Renato Carraffa a Bracciano, si è compiuto uno degli atti più attesi e delicati legati alla scomparsa di Pippo Baudo, figura iconica della televisione italiana. Alla presenza dei figli Alessandro e Tiziana, della storica collaboratrice Dina Minna e dei due avvocati che hanno seguito per anni i suoi affari, è stato aperto il testamento che definisce l’eredità del conduttore. Non solo numeri e beni, ma un gesto che riflette una storia fatta di fiducia, di relazioni costruite nel tempo e di legami che hanno travalicato i confini della famiglia biologica.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, a sorprendere è soprattutto il ruolo attribuito a Dina Minna. Per oltre trentacinque anni al fianco di Baudo, la collaboratrice avrebbe ricevuto una quota dell’eredità quasi equivalente a quella spettante ai due figli. Una decisione che conferma le parole pronunciate da Minna durante la camera ardente a Roma: «Ho perso un padre. Abbiamo lavorato insieme per più di 35 anni, quasi 36. Ancora non mi rendo conto che non ci sia più». Parole di dolore ma anche di riconoscenza reciproca, che oggi trovano un riflesso concreto nel lascito.
Il patrimonio del conduttore non è stato ufficialmente quantificato, ma le stime superano i 10 milioni di euro. Una cifra che racchiude decenni di carriera: contratti televisivi, diritti d’immagine, guadagni derivanti da campagne pubblicitarie, oltre naturalmente a proprietà immobiliari accumulate nel corso della vita. Baudo, scomparso come simbolo di un’epoca televisiva irripetibile, lascia dunque un’eredità consistente non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto simbolico.
Un altro dettaglio riportato dal quotidiano romano riguarda la presenza all’apertura del testamento dei due avvocati di fiducia di Baudo. Secondo le ricostruzioni, potrebbe esser stata fatta anche a loro una donazione, a riconoscimento del lavoro svolto nella gestione dei suoi interessi professionali e patrimoniali. Se confermata, questa scelta allargherebbe ulteriormente il raggio di un testamento che non si limita a distribuire beni, ma che premia chi, a vario titolo, ha contribuito a sostenere la figura e la carriera del conduttore.
Il gesto verso Dina Minna è però quello che più colpisce l’opinione pubblica. In un mondo, quello dello spettacolo, dove i rapporti di lavoro spesso si consumano con rapidità, il legame tra Baudo e la sua collaboratrice dimostra come dietro i riflettori si possa costruire un rapporto solido, quasi familiare, fondato su stima e quotidianità condivisa. Per chi conosce la storia del presentatore, non stupisce che abbia voluto darle un riconoscimento di tale portata: è il segno di una gratitudine che va oltre il professionale e che certifica la centralità di Minna nella sua vita privata e lavorativa.
Il testamento di Baudo, dunque, è un atto che parla. Parla della sua visione della famiglia, intesa non solo come legame di sangue ma come comunità di persone fidate, costruita giorno dopo giorno. Parla della sua capacità di riconoscere meriti e dedizione, restituendo in vita ciò che aveva ricevuto in termini di sostegno e lealtà. Parla, infine, di un uomo che, pur essendo diventato simbolo della televisione italiana, non ha mai dimenticato chi lo ha accompagnato nel percorso, spesso lontano dalle luci della ribalta.
Il patrimonio economico è certamente importante, ma ciò che resta da questa vicenda è soprattutto la lezione di un personaggio che ha voluto lasciare un segnale chiaro: i successi personali e professionali non nascono mai da soli, ma dal lavoro di squadra, e vanno condivisi anche al termine della vita.
In una stagione in cui la televisione vive una trasformazione profonda e i volti storici scompaiono uno dopo l’altro, la vicenda del testamento di Pippo Baudo consegna al dibattito pubblico un messaggio che va oltre la cronaca: quello di una gratitudine estesa che diventa memoria, riconoscimento e continuità. È un lascito che unisce economia e affetti, diritti e sentimenti, testimoniando ancora una volta come il personaggio Baudo fosse indissolubilmente legato all’uomo Pippo.
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