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10 Settembre 2025 - 09:04
Nubifragio notturno devasta Torino, Chivassese e pedemontana con piogge record, allagamenti e danni a Brandizzo
Un temporale come non se ne vedevano da tempo ha investito nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre gran parte del Torinese, colpendo duramente sia il capoluogo sia i comuni del Chivassese e della fascia pedemontana di Lanzo. Alle 00:30, il nubifragio si è abbattuto con una violenza impressionante: precipitazioni torrenziali, fulmini incessanti e raffiche di vento hanno trasformato strade e cortili in scenari da emergenza.
A Torino i disagi si sono concentrati nella periferia nord, con sottopassi e vie allagate. Ma è lungo la direttrice verso Lanzo che si sono registrati i dati più allarmanti: 88 millimetri di pioggia a Varisella, 71 a Corio e 66 a Nole in pochissimo tempo. Numeri che raccontano meglio di qualsiasi parola la potenza di un fenomeno capace di mettere in crisi i sistemi di drenaggio urbano e rurale.
Il Chivassese non è stato risparmiato. A Brandizzo i cittadini hanno vissuto ore di paura: l’acqua ha invaso case e cantine, fuoriuscendo persino dai sanitari. Alcuni residenti hanno raccontato di aver temuto che l’alloggio venisse completamente sommerso. Altri hanno segnalato il crollo di piante, vasi distrutti e oggetti volati giù dai balconi con il vento. I cassonetti della spazzatura sono stati trascinati per decine di metri, tanto che in via Sorbolè qualcuno si è trovato piccoli tronchi e bidoni davanti all’ingresso di casa. In via Cena, invece, i rumori dei balconi sbattuti e gli oggetti infranti hanno tenuto svegli gli abitanti.
La notte è stata segnata anche da una forte attività elettrica, con fulmini che illuminavano il cielo senza sosta. Un fenomeno che, unito ai tuoni fragorosi e alle scariche vicine, ha alimentato la tensione tra chi temeva un blackout o danni agli impianti domestici.
Al mattino, il paesaggio mostrava i segni evidenti della tempesta. Strade sporche di fango, cortili invasi dall’acqua, rami caduti ovunque. In alcuni centri pedemontani i fossi erano pieni fino all’orlo e i rii minori vicini all’esondazione. Le squadre dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile hanno ricevuto decine di chiamate, soprattutto per cantine e garage allagati.
L’episodio ha riportato in primo piano un tema che ormai si ripete a ogni nubifragio: la fragilità idraulica del territorio. Settembre, con i suoi contrasti termici, si conferma un mese ad alto rischio, e la popolazione chiede più manutenzione delle reti idriche e dei corsi d’acqua per prevenire nuovi disastri. La particolare conformazione della zona pedemontana di Lanzo, che tende ad amplificare i temporali convettivi, rende queste aree ancora più vulnerabili.
Intanto, nelle comunità colpite resta la paura di una notte che molti definiscono indimenticabile. «Si è scatenato l’inferno», hanno commentato alcuni residenti, ricordando come l’acqua abbia minacciato le abitazioni e il vento abbia fatto volare ogni cosa. Una testimonianza che dà la misura della potenza di un fenomeno che ha lasciato il segno e che, ancora una volta, accende i riflettori sulla necessità di affrontare con decisione l’impatto sempre più evidente dei cambiamenti climatici sul nostro territorio.
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