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Oleodotto Eni Sannazzaro-Volpiano, il Comune di Chivasso approva la bonifica. Undici anni dopo il furto di litri di gasolio ai Torassi

La determina comunale approva il progetto operativo di bonifica ENI: cinque anni di lavori e monitoraggi per risanare i terreni inquinati

Oleodotto Eni Sannazzaro-Volpiano, il Comune di Chivasso approva la bonifica. Undici anni dopo il furto di litri di gasolio ai Torassi

Oleodotto Eni Sannazzaro-Volpiano, il Comune di Chivasso approva la bonifica. Undici anni dopo il furto di litri di gasolio ai Torassi

È passato più di un decennio da quando, nel maggio 2014, i ladri di carburante provocarono un danno ambientale in frazione Torassi. Un foro praticato nottetempo all’oleodotto Sannazzaro–Volpiano di proprietà ENI fece riversare gasolio nei terreni agricoli. Una vicenda nata come cronaca nera, con un camion abbandonato e taniche piene di carburante sequestrate dai carabinieri, che oggi torna all’attenzione dell’amministrazione comunale. Perché proprio l’8 settembre 2025 il Comune di Chivasso ha approvato la determina con cui si dà finalmente il via libera al Progetto Operativo di Bonifica del sito contaminato.

Il documento, firmato dal dirigente Fabio Mascara, chiude un iter amministrativo durato anni, tra conferenze dei servizi, pareri tecnici e richieste di integrazioni. La contaminazione, stimata su un’area superiore ai mille metri quadrati, era stata inserita già nel 2014 nell’Anagrafe regionale dei siti inquinati. In questi anni si sono succeduti monitoraggi, relazioni e verifiche, fino alla presentazione da parte di ENI, in qualità di soggetto “non responsabile” ai sensi di legge, di un progetto definitivo di bonifica.

Il piano, elaborato da Stantec e HPC Italia per conto della società, prevede l’utilizzo di tecnologie come il Soil Vapor Extraction e l’Air Sparging per ripulire suoli e acque sotterranee. Sono stabilite prescrizioni severe: monitoraggi mensili delle acque, report semestrali sull’avanzamento, collaudi finali sui terreni. Ogni eventuale anomalia dovrà essere comunicata subito a Comune, Città Metropolitana di Torino e ARPA Piemonte.

Il Comune di Chivasso

Non meno importante l’aspetto economico. Il costo dell’intervento è fissato in 954 mila euro IVA inclusa, con tempi di realizzazione pari a 60 mesi. Per garantirne la corretta esecuzione, ENI dovrà depositare una fidejussione di 519.930 euro a favore del Comune di Chivasso. Una garanzia che resterà valida fino a 24 mesi dopo la fine dei lavori e che, in caso di inadempienza, potrà essere escussa dall’amministrazione. Solo con l’accettazione formale di questa polizza l’atto diventerà operativo e i lavori potranno cominciare.

L’avvio vero e proprio è previsto entro 60 giorni dall’accettazione delle garanzie finanziarie. Al termine dei lavori, ENI dovrà presentare una relazione di chiusura e potrà richiedere la Certificazione di Bonifica, che sarà rilasciata dalla Città Metropolitana, dopo le verifiche di ARPA. Solo allora la fidejussione verrà svincolata.

La determina ribadisce che eventuali inosservanze comporteranno diffide, ordinanze e persino denunce alla magistratura, con possibilità di rivalsa economica a carico della società. Un passaggio doveroso per chiudere un capitolo che affonda le radici nella cronaca nera e che oggi diventa, almeno sulla carta, un percorso di ripristino ambientale.

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