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Giorgio Armani, il ricordo di Salvo Nugnes: "Maestro di eleganza e custode di una bellezza senza tempo"

Le parole del curatore d’arte tracciano un ritratto intimo dello stilista scomparso

Giorgio Armani

Giorgio Armani, il ricordo di Salvo Nugnes: maestro di eleganza e custode di una bellezza senza tempo

La scomparsa di Giorgio Armani, avvenuta il 4 settembre a 91 anni, ha scosso il mondo della moda e chiunque creda nella bellezza come linguaggio universale. A parlarne con riconoscenza è il curatore d’arte Salvo Nugnes, che lo descrive così: “maestro di eleganza e bellezza”, un uomo capace di trasformare il tessuto in “poesia silenziosa”. Armani non era solo un creativo: era custode dell’armonia, dimostrava che l’eleganza nasce dalla misura, dall’equilibrio, e non dall’effetto ostentato.

Nugnes ricorda con nitidezza un incontro a Saint-Tropez in una estate lontana: al di là della fama, emergeva la sua eleganza interiore, naturale, discreta, frutto di una forza morale e creativa non urlata ma profondamente manifesta. Aveva incontrato anche Roberta Armani, nipote e manager dell’azienda, riconoscendole la stessa passione che animava il Maestro. In quell’uomo straordinariamente ordinario — come lo definisce — risiedeva la grandezza.

Secondo il curatore, Armani e Gianni Versace hanno «definito un’epoca»: due visioni differenti ma complementari che hanno elevato il Made in Italy nel mondo, facendo della moda un’espressione della nostra cultura. Oggi che Armani ci ha lasciati, resta un’eredità indelebile: la moda trasformata in arte della misura, in bellezza senza tempo, in eleganza discreta.

Da Milano, dove migliaia di persone gli hanno reso omaggio presso la camera ardente all’Armani/Teatro e dove il sindaco ha proclamato il lutto cittadino, giunge una sola certezza: la sua figura continuerà a ispirare generazioni. Restano indelebili le sue creazioni, ma soprattutto il suo esempio umano: modesto ma potente, riservato ma presente.

Il pensiero di Nugnes va alla famiglia, agli amici, ai collaboratori. E a tutti noi resta il privilegio: aver potuto osservare, anche solo per un momento, la sua grandezza silenziosa.

«La scomparsa di Giorgio Armani lascia un vuoto profondo, non solo nel mondo della moda, ma in chiunque riconosca il valore della bellezza come linguaggio universale. Armani non era soltanto uno stilista: era un custode della misura, dell’equilibrio e dell’armonia, capace di trasformare il tessuto in poesia silenziosa.

Ho avuto la fortuna di assistere a delle sue sfilate, di incontrarlo in speciali occasioni e di conoscere sua nipote, Roberta Armani, che lavora nell’azienda di famiglia con la stessa passione che animava il Maestro. In quelle brevi interazioni percepivo sempre la grandezza di un uomo straordinariamente ordinario: riservato, discreto, ma con una forza morale e creativa che lasciava il segno.

Ricordo con nitidezza un incontro a Saint-Tropez in un’estate lontana: al di là del fascino e della fama, emergeva la sua eleganza interiore, quella capacità rara di essere sé stesso senza ostentazioni, con la naturalezza di chi sa che il vero valore delle cose non sta nel clamore, ma nella sostanza. Come giornalista e cultore della bellezza ho seguito il suo percorso con ammirazione.

La sua opera, insieme a quella di Gianni Versace, ha definito un’epoca: due visioni opposte e complementari che hanno reso l’Italia un punto di riferimento mondiale, portando nel mondo la ricchezza della nostra cultura e del nostro gusto. Oggi che Armani ci lascia, resta il segno indelebile di un uomo che ha saputo trasformare la moda in arte della misura, in eleganza discreta, in bellezza senza tempo.

Alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno condiviso il suo cammino va il mio pensiero più sincero. Personalmente conserverò sempre il privilegio di aver osservato da vicino, in alcune circostanze, la grandezza silenziosa di chi ha fatto della bellezza una missione.

Addio, Giorgio. Maestro di stile, custode di bellezza eterna».

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