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05 Settembre 2025 - 18:06
Migranti, Silp Cgil Piemonte contro il decreto del governo: «Politiche migratorie fallimentari scaricate sulla Polizia». Cgil (foto archivio)
Il nuovo decreto del governo Meloni sui flussi migratori accende la protesta dei sindacati di polizia. Il Silp Cgil Piemonte ha diffuso una nota durissima in cui condanna le misure approvate dall’esecutivo, accusato di «attaccare i diritti dei migranti» e, al tempo stesso, di scaricare «il peso di politiche fallimentari» sulle spalle degli operatori della Polizia di Stato.
Secondo il sindacato, dietro la retorica dell’ordine e della legalità si nasconde un provvedimento che rischia di avere effetti devastanti sulla macchina amministrativa. Gli uffici immigrazione delle Questure, già oggi oberati, si troveranno a gestire un carico insostenibile di pratiche, aggravato dall’estensione dei controlli sui datori di lavoro. «Una misura ossessiva e superflua – scrive il Silp – che, pur giustificata dalla lotta alle frodi, avrà l’effetto di paralizzare gli uffici. Già oggi la gestione delle pratiche è un’odissea burocratica che consuma tempo ed energie preziose, sottratte alla sicurezza dei cittadini».
Il decreto allunga inoltre i tempi per il nulla osta al ricongiungimento familiare, che passano da 90 a 150 giorni. Una scelta che, secondo il Silp, porterà a «nuove ondate di richieste, ulteriori ritardi e tensioni», trasformando gli uffici immigrazione in «teatri di frustrazione e rabbia». Un quadro che, inevitabilmente, ricadrà su chi lavora in prima linea: «Il personale della Polizia di Stato, anziché occuparsi di sicurezza, è costretto a una logorante e inefficace guerra contro la burocrazia».
Immagine di repertorio
La critica non si ferma agli aspetti organizzativi. Per il sindacato, le nuove norme finiscono per rendere «i lavoratori dell’assistenza più vulnerabili», aprendo un varco per fenomeni di sfruttamento e illegalità. «È una bomba sociale pronta a esplodere», avverte la nota, «una precarizzazione che crea terreno fertile per la criminalità, mettendo a rischio non solo i lavoratori stranieri, ma la sicurezza stessa della comunità».
Il messaggio è netto: quando il governo genera condizioni di illegalità, a pagarne le conseguenze sono prima di tutto i poliziotti, «costretti a fronteggiare situazioni sempre più complesse e rischiose, senza essere messi nelle condizioni di agire».
La conclusione è una richiesta di rottura con la linea attuale: «Questo governo deve fermarsi. Le politiche migratorie non possono essere uno strumento di propaganda sulla pelle dei migranti e della polizia. Esigiamo un cambio di rotta».
La denuncia del Silp Cgil Piemonte riporta così al centro un nodo che resta irrisolto: tra slogan securitari e decreti d’urgenza, il prezzo delle politiche migratorie italiane rischia di essere pagato non solo dai migranti, ma anche da chi quotidianamente indossa la divisa.
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