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04 Settembre 2025 - 16:14
Taser per i vigili? Esplode la polemica a Torino. FdI accusa la giunta di mettere a rischio la sicurezza dei cittadini
Nella seduta del Consiglio di Circoscrizione 4 del 3 settembre è stata respinta la proposta avanzata da Raffaele Marascio, capogruppo di Fratelli d’Italia, che chiedeva di avviare l’iter per dotare la Polizia Municipale di Torino del Taser, lo strumento di dissuasione elettrica già utilizzato dalle forze dell’ordine statali. La decisione, sostenuta dalla maggioranza e in linea con la posizione espressa ad agosto dal sindaco Stefano Lo Russo, ha subito sollevato polemiche e riacceso il dibattito sulla sicurezza urbana.
La giustificazione fornita dai gruppi che hanno votato contro si fonda sull’idea che la Polizia Locale non svolga un ruolo diretto di pubblica sicurezza, ma piuttosto di vigilanza amministrativa. Una tesi che Marascio contesta con decisione: «È semplicemente falso. L’articolo 5 della legge 65 del 1986 attribuisce chiaramente funzioni di pubblica sicurezza ai corpi di Polizia Locale. Basta guardare alla realtà quotidiana di Torino: i nostri agenti sono spesso i primi a intervenire in risse, aggressioni, episodi di degrado e situazioni di emergenza».
Secondo il rappresentante di Fratelli d’Italia, negare l’utilizzo del Taser significa lasciare i vigili urbani privi di strumenti adeguati davanti a soggetti violenti o armati. Lo strumento, ricorda, non è classificato come arma letale, ma come dispositivo intermedio che consente di immobilizzare una persona riducendo rischi e colluttazioni. «In provincia di Torino – aggiunge – ci sono stati casi recenti, a Ivrea e a Feletto, in cui solo grazie al Taser si è riusciti a fermare uomini in stato di alterazione senza conseguenze gravi».
La vicenda si inserisce in un contesto nazionale in cui l’adozione del Taser è stata progressivamente estesa alle forze dell’ordine statali – Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza – proprio per affrontare in maniera più sicura interventi complessi. Torino, tuttavia, continua a mostrarsi cauta sull’ipotesi di estenderne l’uso anche alla Polizia Municipale, scelta che la destra giudica come una dimostrazione di “ideologia al posto del buon senso”.
La questione è destinata a restare aperta. Se da un lato l’amministrazione difende una linea di prudenza, anche alla luce delle polemiche sugli abusi potenziali dello strumento, dall’altro cresce la pressione politica di chi denuncia una città insicura e chiede risposte più incisive. «Con questa decisione – conclude Marascio – l’amministrazione dimostra di non avere a cuore la sicurezza dei torinesi. Noi continueremo a batterci per una Polizia Municipale messa nelle condizioni di lavorare senza rischiare ogni giorno la propria incolumità».
L’episodio mostra ancora una volta come il tema della sicurezza urbana resti un terreno di scontro politico centrale a Torino, dove la gestione della movida, il contrasto al degrado e la protezione degli agenti diventano questioni non solo operative, ma simboliche, capaci di dividere maggioranza e opposizione sul significato stesso di sicurezza per una città in continua trasformazione.
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