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Una beffa alla Fantozzi nel calciomercato: il trasferimento sfuma per una mail sbagliata

Il caso Sazonov e la saga dei trasferimenti sabotati dalla burocrazia digitale: un’email sbagliata, un fax in ritardo o 14 secondi possono cambiare una carriera

Una beffa da Fantozzi

Una beffa da Fantozzi nel calciomercato: il trasferimento sfuma per una mail sbagliata

Sembrava il classico affare last minute di mercato, con il cronometro che scorre impietoso e i dirigenti al telefono a urlare numeri e clausole. Invece, la storia di Saba Sazonov, difensore georgiano di proprietà del Torino, rischia di diventare una favola moderna sul potere distruttivo di una semplice mail inviata male.

Il retroscena arriva dalla Georgia e, se fosse confermato, ha dell’incredibile. Tutto era pronto per il trasferimento di Sazonov al Getafe, club spagnolo che aveva mostrato interesse concreto. Accordi raggiunti, documenti pronti, solo da inserire il famoso codice di caricamento del transfer. Restavano due minuti alla chiusura ufficiale del mercato estivo. Due. Il tempo di leggere un messaggio WhatsApp o di fare la fila al semaforo.

Eppure, in quel brevissimo intervallo, il destino del difensore ha preso una piega beffarda. Secondo quanto riportato dal medium locale Geo Team, chi di dovere al Torino avrebbe inviato la mail decisiva in maniera non conforme. Tradotto: il sistema di registrazione del trasferimento non l’ha accettata. Minuti preziosi persi, cronometro scaduto, affare sfumato.

Risultato: Sazonov, che era già pronto con la valigia, è rimasto in granata, suo malgrado. Un epilogo che, più che al grande calcio internazionale, sembra appartenere al mondo delle commedie di Fantozzi. Con il dirigente di turno al posto del ragioniere, intento a lottare non contro la Megaditta, ma contro i misteriosi meccanismi della burocrazia digitale del calciomercato.

Il Getafe, dal canto suo, non ha potuto far altro che archiviare il tentativo. Il Torino, almeno ufficialmente, non commenta. Ma intanto la storia corre veloce, alimentando l’ironia dei tifosi: qualcuno parla di "autogol dirigenziale", altri immaginano un povero impiegato sommerso da moduli e codici, crollato proprio sul più bello.

La morale? In un’epoca in cui i milioni scorrono a suon di clic e password, basta una mail sbagliata per bloccare un trasferimento internazionale. Altro che clausole rescissorie e maxi-commissioni agli agenti. E Sazonov, intanto, resta al Torino: non per scelta tecnica, non per volontà del giocatore, ma per un errore di battitura. Un finale che sa di beffa, e che probabilmente entrerà negli annali dei mercati di riparazione come uno dei casi più grotteschi degli ultimi anni.

Trasferimenti saltati per un clic

Il calciomercato è fatto di trattative lampo, colpi di scena e blitz notturni, ma anche di errori grotteschi che restano impressi nella memoria collettiva. Storie in cui non sono i milioni o i contratti a decidere il destino di un calciatore, bensì un fax in ritardo, una mail inviata male o un formato file non compatibile. Ecco cinque episodi che hanno fatto scuola.

Il più famoso è senza dubbio quello di David De Gea nel 2015. Tutto era pronto per il trasferimento del portiere spagnolo dal Manchester United al Real Madrid, ma i documenti arrivarono con qualche minuto di ritardo via fax. Risultato: affare saltato, imbarazzo internazionale e De Gea costretto a rimanere a Manchester, dove però avrebbe poi trovato riscatto.

Anche in Italia le gaffe non sono mancate. Nel 2012 il passaggio di Ezequiel Schelotto dall’Atalanta all’Inter rischiò di naufragare a causa di documenti caricati in extremis e validati solo grazie a un intervento tempestivo della Lega. Un episodio che mostrò quanto la tempistica fosse cruciale, anche in un’operazione tutto sommato di medio livello.

Più clamoroso ancora il caso del 2019 in Premier League, con Adrien Silva che avrebbe dovuto trasferirsi al Leicester dal Porto. Il contratto fu caricato con 14 secondi di ritardo rispetto alla deadline. Quattordici secondi: tanto bastò per bloccare un’operazione da milioni e per costringere il centrocampista a sei mesi di inattività agonistica.

Nel 2018, in Spagna, la burocrazia colpì anche il Barcellona. Il club blaugrana aveva trovato l’accordo per il rientro di Antoine Griezmann, ma un problema formale nella gestione dei documenti fece slittare tutto alla sessione successiva. Una beffa che alimentò polemiche e sospetti sulla gestione delle trattative da parte della dirigenza.

E arriviamo a oggi, con il caso Saba Sazonov. Il difensore georgiano del Torino, pronto a trasferirsi al Getafe, è rimasto bloccato in Italia per una mail inviata in modo non conforme. Restavano due minuti alla chiusura del mercato: tempo sufficiente per cambiare carriera a un calciatore, ma anche per scrivere l’ennesimo capitolo di questa saga tragicomica.

Alla fine, questi errori diventano aneddoti da bar, destinati a strappare un sorriso amaro a tifosi e addetti ai lavori. Ma mostrano anche quanto il calcio moderno, dietro i riflettori e le cifre monstre, resti vulnerabile a incidenti da ufficio postale digitale.

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