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Torino, Tranchida mette i cantieri sotto pressione: "Tempi certi e spazi più umani per pazienti e personale"

Il direttore generale chiede tempi certi e attenzione all’umanizzazione degli spazi dopo le polemiche estive sul caldo in corsia

Torino, Tranchida mette i cantieri sotto pressione

Torino, Tranchida mette i cantieri sotto pressione: "Tempi certi e spazi più umani per pazienti e personale"

Mettere ordine nei cantieri, dare certezze ai professionisti e ai cittadini, restituire alle strutture ospedaliere spazi moderni e funzionali. È con questo obiettivo che il nuovo direttore generale della Città della Salute e della Scienza, Livio Tranchida, ha scelto di iniziare il proprio mandato con una visita capillare ai lavori in corso presso le Molinette e il Cto.

Un gesto dal forte valore simbolico, che intende segnare una discontinuità rispetto a ritardi e polemiche che troppo spesso hanno accompagnato gli interventi negli ospedali torinesi. «Abbiamo bisogno di certezza nel rispetto delle scadenze di inizio e fine dei cantieri», ha dichiarato Tranchida, rimarcando che la priorità è far sì che i progetti non rimangano sulla carta, ma si traducano in reparti operativi e sicuri.

Accompagnato dal direttore sanitario Lorenzo Angelone, dal direttore amministrativo Giampaolo Grippa e dal direttore di presidio Antonio Scarmozzino, Tranchida ha percorso una sorta di “mappa dei cantieri” che restituisce la fotografia di un ospedale in piena trasformazione.

La prima tappa è stata il cantiere per l’ammodernamento e il potenziamento dell’endoscopia digestiva, diretta dalla professoressa Elisabetta Bugianesi. Un progetto che dovrebbe concludersi entro ottobre 2025 e che punta a dotare la struttura di tecnologie all’avanguardia, fondamentali in un settore in cui la rapidità e l’accuratezza delle diagnosi salvano vite.

Sempre per ottobre è prevista la consegna del nuovo reparto di Day surgery dipartimentale nel padiglione Abegg di chirurgia, con due nuove sale operatorie che consentiranno di ampliare l’attività e ridurre le liste d’attesa per gli interventi a bassa complessità.

Il capitolo più importante riguarda le nuove rianimazioni. Al secondo piano del padiglione di Neuroscienze, grazie ai fondi Arcuri, sta nascendo una struttura con 24 posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva. Al primo piano dello stesso padiglione, entro dicembre, sarà invece pronta la nuova rianimazione ospedaliera con 14 posti letto dedicati. Un incremento significativo della capacità di risposta alle emergenze, particolarmente urgente dopo le difficoltà vissute negli ultimi anni, dalla pandemia al sovraffollamento nei pronto soccorso.

Il sopralluogo si è poi spostato al Cto, dove al sedicesimo piano è in corso l’allestimento del nuovo reparto di Ortopedia, con consegna fissata entro la fine dell’anno. Una riqualificazione necessaria in un ospedale simbolo della traumatologia, che negli ultimi tempi aveva mostrato limiti strutturali non più compatibili con l’eccellenza delle competenze professionali che vi operano.

Durante le visite, Tranchida ha insistito su due punti: la sicurezza degli impianti e l’umanizzazione degli ambienti. Non solo dunque impianti a norma e climatizzazione efficiente – tema divenuto incandescente dopo le proteste estive per il caldo insopportabile in corsia – ma anche attenzione al benessere di pazienti e operatori. Un approccio che riconosce come la qualità delle cure dipenda non solo dalle competenze cliniche, ma anche dal contesto in cui esse vengono erogate.

«La struttura non è all’altezza delle eccellenze sanitarie che ospita – ha osservato il direttore generale –. Per questo serve accelerare, perché i professionisti abbiano strumenti adeguati e i pazienti possano essere accolti in ambienti dignitosi e funzionali».

Le Molinette, inaugurate nel 1935, rappresentano oggi una delle strutture più vetuste d’Italia tra i grandi ospedali. Da anni si parla della necessità di ristrutturazioni profonde e di una nuova cittadella sanitaria. Nel frattempo, però, la vita quotidiana di medici, infermieri e pazienti continua tra cantieri aperti e attese. La scelta di Tranchida di recarsi personalmente nei reparti in via di ristrutturazione indica la volontà di imprimere una svolta, mettendo al centro il rispetto dei tempi.

Il vero banco di prova sarà mantenere gli impegni di consegna: ottobre e dicembre diventano date simboliche, da monitorare con attenzione. Perché ogni slittamento rischierebbe di alimentare sfiducia in una città che negli ultimi anni ha visto troppe promesse rimaste tali.

Il futuro della sanità torinese passa anche da qui. Dai cantieri che devono diventare reparti, dalle opere che devono tradursi in servizi. È una sfida che coinvolge istituzioni, professionisti e cittadini. Tranchida, con questo primo sopralluogo, ha voluto lanciare un messaggio chiaro: la Città della Salute deve tornare a essere sinonimo di eccellenza, non di ritardi e inadeguatezze strutturali.

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