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04 Settembre 2025 - 14:45
Autovelox bocciato dai giudici: multe nulle, Comuni nei guai
La notizia è di questi giorni. Fiato alle trombe, rullo di tamburi: la Procura di Catanzaro ha disposto il sequestro delle apparecchiature Targa System, in collaborazione con Polizia Stradale e Guardia di Finanza. Non è un dettaglio: un sequestro significa che ci sono indizi concreti di utilizzo fuori dalle regole. Il provvedimento nasce da un principio chiarissimo: non si possono fare multe in differita, senza la presenza di un agente e senza uno strumento regolarmente omologato. E Targa System, per stessa ammissione dei Ministeri, non lo è.
Insomma, è finita come forse era inevitabile: il Targa System, la macchina delle multe “a strascico”, è stato smascherato. Doveva essere l’arma tecnologica dei Comuni per stanare automobilisti senza revisione, assicurazione o parcheggiati in divieto. Doveva portare ordine e soldi facili nelle casse municipali. Invece si sta rivelando un boomerang: non è stato mai omologato né approvato dal Ministero dei Trasporti, e per questo motivo il suo utilizzo è stato messo nero su bianco come illegittimo. Un colpo durissimo che arriva non da chiacchiere da bar, ma da atti ufficiali e provvedimenti della magistratura.
Per la verità il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, già nel 2018, aveva risposto a una richiesta formale dell’associazione Globoconsumatori dichiarando senza giri di parole: “Il dispositivo denominato Targa System non è stato né approvato né omologato”. Tradotto: le multe elevate grazie a questo strumento non hanno alcun fondamento legale.
Non basta. Nel 2019 è stato il Ministero dell’Interno a scrivere al Comune di Casale Monferrato, che voleva utilizzare l’apparecchio. La lettera è chiarissima: la contestazione immediata è obbligatoria quando possibile, e Targa System non può essere usato per la contestazione differita. Al massimo può “segnalare” un sospetto, ma l’accertamento deve essere fatto con controlli veri, agenti in carne ed ossa e strumenti omologati. Non è un caso che la stessa nota specifichi che le procedure di convocare i cittadini negli uffici per farsi mostrare assicurazione e revisione sono “irrituali e illegittime”.
A questo punto, la domanda è semplice: come hanno fatto i Comuni a ignorare queste carte? Dal 2018 i Ministeri chiariscono, nel 2019 lo ribadiscono, nel 2024 arrivano sequestri e decisioni dei giudici. Eppure, in tanti hanno continuato a piazzare il Targa System sulle strade, a far finta che fosse tutto regolare, a mandare verbali e incassare soldi.
Le conseguenze rischiano di essere devastanti. Da un lato ci sono i cittadini che hanno pagato multe fondate su uno strumento non riconosciuto: hanno tutto il diritto di fare ricorso e chiedere la restituzione dei soldi. Dall’altro ci sono i Comuni che si troveranno sommersi da ricorsi davanti ai giudici di pace, con la prospettiva di vedere annullate centinaia di verbali e di dover sborsare rimborsi più alti degli incassi. Una valanga di contenziosi che potrebbe trasformarsi in un disastro finanziario per molte amministrazioni.
Mario Gatto di Globalconsumatori
E il paradosso è servito: i Comuni, convinti di aver trovato la macchina per stampare soldi, rischiano di ritrovarsi con un buco nei conti e con la fiducia dei cittadini sotto le scarpe. Perché al di là della legalità o meno delle multe, resta l’impressione di essere stati presi in giro: convocati come scolari indisciplinati a portare i documenti in Comune, messi alla gogna per infrazioni mai provate con strumenti regolari, trattati come colpevoli senza prove.
La polemica non si ferma qui. Mario Gatto di Globoconsumatori, denuncia la questione da anni. Parla apertamente di sistema “illegale” e annuncia assistenza a chi vuole impugnare i verbali. La vicenda potrebbe aprire la strada a class action e a un’ondata di opposizioni coordinate. Nel frattempo, gli avvocati gongolano: il Targa System rischia di diventare il miglior alleato delle parcelle legali.
C’è poi un aspetto di principio che non va sottovalutato. Se un Comune adotta strumenti non riconosciuti, viene meno la certezza del diritto. È come se si decidesse di usare un autovelox tarato da un meccanico qualsiasi o un etilometro comprato al supermercato. Il Codice della Strada è chiaro: per limitare la libertà dei cittadini e per imporre sanzioni serve rigore, serve trasparenza, serve legalità. Qui invece siamo davanti a un dispositivo che di legale non ha nulla, e a istituzioni che hanno fatto finta di niente.
La domanda finale è inevitabile: quanti soldi dovranno restituire i Comuni? Quanti verbali dovranno essere annullati? E soprattutto: chi pagherà i danni, gli avvocati e i giudici di pace intasati di ricorsi, se non ancora una volta i cittadini stessi?
Il Targa System era stato venduto come il futuro dei controlli stradali. Si sta rivelando, piuttosto, il simbolo di una gestione superficiale, frettolosa e arrogante del potere pubblico. E a farne le spese, come sempre, non sono i politici che hanno deciso, ma le persone comuni che si ritrovano tra le mani multe da pagare e giornate da perdere nei tribunali.
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