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Scuole piemontesi si fermano un minuto per Gaza: l’iniziativa del 10 settembre promossa da docenti e associazioni

Primo giorno di lezioni con un gesto simbolico per ricordare studenti e studentesse palestinesi che non torneranno in classe

Scuole piemontesi si fermano un minuto per Gaza: l’iniziativa del 10 settembre promossa da docenti e associazioni

Scuole piemontesi si fermano un minuto per Gaza: l’iniziativa del 10 settembre promossa da docenti e associazioni (immagine di repertorio)

Il 10 settembre, giorno del rientro tra i banchi in Piemonte, molte scuole della regione osserveranno un minuto di silenzio in memoria degli studenti e delle studentesse di Gaza che non potranno riprendere l’anno scolastico. C’è chi ha perso la vita sotto le bombe, chi è stato costretto ad abbandonare i libri a causa della distruzione di scuole e università. Un gesto semplice, ma denso di significato, con cui il mondo della scuola piemontese ha scelto di lanciare un segnale di solidarietà e di vicinanza.

A promuovere l’iniziativa sono la Scuola per la Pace di Torino e Piemonte, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e la rete dei Docenti per Gaza. Nella loro presentazione parlano apertamente di “scolasticidio”, termine con cui intendono denunciare la cancellazione sistematica del diritto all’istruzione per la popolazione palestinese.

Il minuto di silenzio, spiegano gli organizzatori, non ha solo un valore commemorativo, ma vuole sottolineare l’importanza della scuola come luogo universale di crescita, confronto e libertà. La scelta del primo giorno di lezione non è casuale: mentre in Piemonte bambini e ragazzi tornano in classe, a Gaza in troppi non possono farlo, privati non solo della sicurezza ma anche di un futuro.

Manifestazione Pro-Pal a Torino

L’iniziativa si inserisce in un percorso di mobilitazione civile e culturale che negli ultimi mesi ha visto il Piemonte spesso in prima linea. Nei mesi scorsi, oltre seimila operatori sanitari tra Piemonte e Valle d’Aosta avevano aderito a “Digiuno for Gaza”, una campagna di sensibilizzazione che aveva raccolto adesioni in tutto il Nord Italia. A Torino, sempre di recente, aveva fatto discutere il caso del piccolo Asaad, un bambino palestinese curato d’urgenza al Regina Margherita per una grave ferita all’occhio. Altri due attivisti piemontesi, invece, erano stati fermati al Cairo mentre cercavano di raggiungere la Marcia per Gaza.

La decisione di unire le scuole piemontesi in un gesto corale si carica dunque di un forte valore simbolico: portare dentro le aule italiane un tema di respiro internazionale, collegando il ritorno sui banchi al dramma di chi, in altre parti del mondo, quei banchi non li troverà più.

Il dibattito, inevitabilmente, si intreccia con la dimensione politica. Parlare di Gaza dentro la scuola significa confrontarsi con sensibilità differenti e con interpretazioni che non sempre coincidono. Ma per i promotori, la scelta di ricordare chi ha perso il diritto all’istruzione trascende la contingenza politica e afferma un principio universale: l’educazione è un diritto fondamentale, e quando viene negato in modo sistematico diventa un problema che riguarda l’intera comunità internazionale.

Mercoledì 10 settembre, dunque, in molte scuole del Piemonte il suono della campanella sarà seguito da un silenzio insolito e carico di significato. Un minuto che, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrà essere occasione di riflessione per studenti, docenti e famiglie, non solo sul conflitto in Medio Oriente ma anche sul valore della scuola come presidio di pace e di futuro.

La fame a Gaza

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