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Coldiretti rilancia il peperone di Carmagnola: simbolo della dieta mediterranea e modello di agricoltura sostenibile

Alla Fiera nazionale spazio ai produttori e alle nuove pratiche agricole che riducono l’uso della chimica e valorizzano qualità e sicurezza

Coldiretti rilancia il peperone di Carmagnola: simbolo della dieta mediterranea e modello di agricoltura sostenibile

Coldiretti rilancia il peperone di Carmagnola: simbolo della dieta mediterranea e modello di agricoltura sostenibile

Il peperone di Carmagnola non è soltanto un ortaggio colorato e versatile in cucina, ma sempre più un simbolo della Dieta mediterranea e un emblema di agricoltura sostenibile. È questo il messaggio che Coldiretti Torino ha voluto ribadire in occasione della Fiera Nazionale del Peperone, appuntamento che ogni anno porta migliaia di visitatori nella città del Torinese e che conferma il legame tra la tradizione agricola locale e la sfida della modernità.

La coltivazione di questo ortaggio copre una superficie di circa 80 ettari, con una produzione che varia dalle 1.600 tonnellate a seconda delle annate. Alla sua filiera lavorano circa 400 addetti, tra imprenditori agricoli e manodopera salariata. Il valore complessivo del comparto, oscillante tra i 2,5 e i 4,5 milioni di euro, dimostra come il peperone rappresenti non solo un’eccellenza gastronomica, ma anche un settore economico strategico per il territorio.

Per promuovere il prodotto, Coldiretti è presente alla fiera con diverse iniziative: dal mercato dei produttori di Campagna Amica alle premiazioni dei peperoni più belli, fino ai momenti di ascolto e confronto con agricoltori ed esperti. Uno di questi si è svolto proprio ieri con il convegno intitolato “La coltivazione del peperone di Carmagnola, esempio di un’agricoltura sempre più attenta all’ambiente: l’esperienza sul campo delle aziende”.

Al tavolo hanno preso la parola l’assessore all’Agricoltura di Carmagnola Roberto Gerbino, il direttore e il presidente di Coldiretti Torino Carlo Loffreda e Bruno Mecca Cici, oltre al tecnico dell’area economica nazionale Lorenzo Bazzana. Quest’ultimo ha ricordato un dato significativo: in Italia i prodotti fitosanitari autorizzati si sono dimezzati negli ultimi 30 anni, e il nostro Paese è quello che, tra il 2011 e il 2023, ha registrato la maggiore riduzione nell’Unione Europea con un -44%, contro una media UE del -9%.

A rafforzare il quadro arrivano anche i dati Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare): i prodotti agricoli italiani mostrano un livello di non conformità dello 0,7%, nettamente inferiore al 5,6% dei prodotti di importazione. Bazzana ha evidenziato inoltre come un quarto dei fitofarmaci autorizzati negli Stati Uniti e un terzo di quelli usati in Brasile siano vietati nell’Unione Europea. In questo contesto, la coltivazione del peperone di Carmagnola rappresenta un esempio virtuoso di adattamento a pratiche agricole più rispettose dell’ambiente e della salute.

Il presidente del Consorzio del peperone di Carmagnola, Domenico Tuninetti, insieme ai produttori Renata Fiorina, Paola Chicco e Pierfrancesco Crivello, ha spiegato come siano ormai consolidate tecniche che riducono drasticamente l’uso della chimica: dalle coperture antinsetto all’impiego di micorrize e miscele minerali per rafforzare la resistenza delle piante, fino all’irrigazione a goccia e a nuove soluzioni tecnologiche in grado di ottimizzare le risorse.

«In questo modo – ha commentato il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – si può dire che il peperone di Carmagnola è un grande esempio di qualità italiana che guarda alla salute dei consumatori e degli stessi agricoltori che operano tutti i giorni nelle serre».

Il peperone diventa quindi non solo protagonista sulle tavole, ma anche un indicatore di un modello agricolo che coniuga tradizione e innovazione. Il suo valore non è soltanto nutrizionale – grazie al ricco contenuto di vitamina C, antiossidanti e fibre – ma anche simbolico: dimostra che l’agricoltura italiana è capace di evolversi riducendo l’impatto ambientale senza rinunciare alla qualità.

Alla Fiera nazionale di Carmagnola, tra i banchi colorati e le degustazioni, Coldiretti lancia così un messaggio chiaro: il futuro del cibo passa da produzioni sostenibili e trasparenti, dove i consumatori possano riconoscere l’origine, la sicurezza e il valore sociale di ciò che portano in tavola. E il peperone, ortaggio principe di fine estate, è destinato a restare al centro di questa sfida.

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