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Scambio Manna–Giuntoli: due anni dopo il Napoli sorride, la Juventus aspetta lo chef giusto

Entrambi hanno inciso in azzurro, ma a Torino hanno trovato più ostacoli: la vera differenza la fa il contesto societario

Scambio Manna–Giuntoli

Scambio Manna–Giuntoli: due anni dopo il Napoli sorride, la Juventus aspetta lo chef giusto

Nell’estate 2023 la Juventus ha affidato la sua ricostruzione a Cristiano Giuntoli, l’uomo che a Napoli aveva contribuito al capolavoro scudetto. Un anno più tardi, nel 2024, il Napoli ha accolto Giovanni Manna insieme ad Antonio Conte, chiamandolo a guidare il mercato per ridare competitività alla rosa. A distanza di due stagioni, il bilancio invita a un confronto diretto: chi dei due ha davvero indossato i panni dello “chef” capace di cucinare la squadra giusta?

Il Napoli oggi sembra avere più motivi per sorridere. Manna, in stretta collaborazione con Conte, ha condotto un mercato ambizioso e mirato. In porta ha completato la coppia Meret–Savic, in difesa ha consolidato con innesti di livello come Buongiorno, mentre a centrocampo ha portato qualità ed esperienza internazionale grazie a McTominay e soprattutto a Kevin De Bruyne, affiancati ai già solidi Lobotka e Anguissa. In attacco, l’arrivo di Højlund ha dato profondità e prospettiva. Una rosa finalmente completa, con alternative in ogni reparto, che mette Conte nelle condizioni di non avere più alibi.

Il percorso di Giuntoli a Torino è stato molto diverso. Chiamato a gestire una fase di transizione delicata, tra bilanci da sistemare e pressioni da risultato immediato, non è riuscito a replicare la formula vincente vista al Napoli. La sua parentesi bianconera si è chiusa con la fine del campionato 2025, quando è stato sollevato dall’incarico. Un epilogo che riflette la difficoltà di operare in un contesto in cui il margine d’errore è quasi nullo e la macchina societaria fatica a girare con armonia.

Va però sottolineato che entrambi, a Napoli, hanno lasciato un segno positivo: Giuntoli prima e Manna poi hanno saputo incidere grazie a una società strutturata e capace di programmare, seppur con il limite rappresentato dal fallimento post scudetto 2023. Alla Juventus, invece, la situazione ha reso complicato esprimere le stesse qualità. Non è quindi solo questione di competenze individuali: ogni dirigente è un ingranaggio di un meccanismo complesso, che deve essere ben oleato per permettere a tutti di lavorare al meglio.

Per questo, i tifosi dovrebbero evitare giudizi affrettati anche verso figure come Damien Comolli, oggi al centro delle critiche di una parte della tifoseria. È vero che alla Juve ogni errore pesa di più, ma è altrettanto vero che senza una struttura societaria coesa anche i dirigenti più capaci rischiano di non rendere quanto potrebbero.

Lo scambio Manna–Giuntoli racconta dunque due storie diverse: una immediatamente concreta, che oggi ha consegnato a Conte un Napoli di alto livello; l’altra più travagliata, conclusa con un esonero che dice molto sul momento che vive la Juventus. Ma entrambe riportano alla stessa lezione: in fase di ricostruzione serve tempo.

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