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Tredicenne aggredito durante il Super Oscar: il Gassino FC rilancia il suo Codice Etico

La società conferma il suo modello educativo: Daspo e tolleranza zero contro la violenza sugli spalti

Tredicenne aggredito durante il Super Oscar

Tredicenne aggredito durante il Super Oscar: il Gassino FC rilancia il suo Codice Etico (foto di repertorio)

«Condanniamo con fermezza ogni forma di aggressività nei confronti dei minori: l’aver aggredito fisicamente un ragazzo durante un evento sportivo giovanile è un atto intollerabile che ferisce i valori fondamentali dello sport». Con queste parole, affidate a una nota ufficiale, il Gassino FC ha scelto di intervenire pubblicamente dopo il violento episodio accaduto durante il torneo giovanile “Super Oscar” di Collegno.

Il fatto risale a pochi giorni fa, quando un 13enne del Volpiano Pianese, portiere dell’Under 14, è stato aggredito a bordo campo da un adulto – secondo le ricostruzioni, il padre di un giocatore avversario – riportando una frattura al malleolo. Un’aggressione brutale, avvenuta sotto gli occhi di altri ragazzi, allenatori e famiglie, che ha scioccato il mondo del calcio giovanile piemontese e acceso i riflettori sul comportamento degli adulti.

Il Gassino FC, tra i primi club a prendere posizione pubblicamente, ha espresso solidarietà al giovane portiere, alla sua famiglia e alla società Volpiano Pianese, ma ha soprattutto rilanciato con forza i principi su cui fonda la propria attività: educazione, rispetto e tutela dei minori.

Al centro della riflessione, il Codice Etico introdotto nel 2024 e confermato anche per la stagione 2025/2026. Si tratta di un vero e proprio patto educativo, sottoscritto da tutti i genitori all’atto dell’iscrizione dei propri figli. Il documento stabilisce regole inderogabili: è vietata ogni forma di violenza, fisica o verbale, così come le interferenze tecniche, le ingerenze nelle scelte degli allenatori e qualsiasi pressione o abuso nei confronti di atleti, tecnici o dirigenti. In caso di violazione, sono previste sanzioni severe, fino al Daspo genitoriale, cioè il divieto di accedere alle partite e alle attività sportive dei figli.

Non si tratta di una misura punitiva fine a se stessa, ma di un meccanismo preventivo e formativo, pensato per tutelare i giovani e garantire un contesto sereno e sicuro. Il club ha anche istituito un comitato di valutazione che comprende, tra gli altri, un genitore esterno allo staff societario, con il compito di analizzare eventuali comportamenti scorretti. Un segnale di apertura e responsabilità condivisa.

L’approccio del Gassino FC parte da un’idea chiara: il calcio giovanile non è un’arena per le frustrazioni degli adulti, ma un ambiente educativo in cui crescere come sportivi e come persone. E proprio per rafforzare questo patto, la società ha coinvolto attivamente le famiglie anche in percorsi di formazione. Durante la scorsa stagione, ad esempio, sono stati organizzati momenti di confronto e attività sul campo: i genitori hanno vissuto una giornata da allenatori, comprendendo più a fondo le dinamiche del gioco e le responsabilità educative degli istruttori.

Il club sottolinea come questi strumenti abbiano avuto un impatto concreto: l’ambiente è più coeso, le tensioni ridotte, il clima sugli spalti è diventato più collaborativo. E oggi, alla luce dell’aggressione di Collegno, il messaggio si fa ancora più evidente: è necessario un cambio di paradigma in tutto il mondo dello sport giovanile. Serve che genitori, società e istituzioni parlino la stessa lingua per costruire un modello educativo solido e condiviso.

In tanti altri campi del Piemonte, stanno prendendo piede esperienze simili: cartelloni contro la violenza, partite tra genitori, incontri con psicologi e operatori. Anche la Federazione lavora alla tutela dei minori, ma l’esempio del Gassino FC si distingue per concretezza, coerenza e coraggio.

Mentre le autorità competenti indagano per chiarire le responsabilità dell’aggressione, dal mondo del calcio arriva un messaggio inequivocabile: il tempo della tolleranza verso la violenza è finito. E il Gassino, nel suo piccolo, lo ha dimostrato: costruire una cultura sportiva sana è possibile. Ma servono regole, impegno e – soprattutto – adulti consapevoli.

Il fatto risale a pochi giorni fa, quando un calciatore 13enne del Volpiano Pianese, portiere dell’Under 14, è stato aggredito a bordo campo da un genitore – stando alle ricostruzioni, il padre di un avversario – riportando una frattura al malleolo

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