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Educazione sessuale e affettiva per 20mila studenti ogni anno

Con oltre 20mila studenti raggiunti ogni anno, l’associazione insiste: senza un’educazione curricolare su affettività e sessualità, l’Italia resta indietro rispetto all’Europa

Educazione sessuale

Educazione sessuale e affettiva per 20mila studenti ogni anno

Con il ritorno in classe e in vista della Giornata mondiale per la salute sessuale, Anlaids – l’associazione che da quarant’anni lavora per la prevenzione dell’Hiv – riparte con il progetto “Anlaids incontra studenti e studentesse”. Un’iniziativa che da oltre trent’anni entra nelle scuole di dieci regioni italiane e che oggi appare più necessaria che mai, vista la crescita delle infezioni sessualmente trasmissibili, aumentate del 16,1% nel 2023 rispetto al 2021 secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il progetto coinvolge ogni anno circa 150 istituti scolastici, raggiungendo oltre 1.200 classi e più di 20.000 studenti e studentesse con il lavoro diretto di circa 50 operatori e operatrici. Nel solo primo semestre del 2024/2025, Anlaids ha incontrato oltre 6.000 studenti in 77 scuole, segno di un impegno crescente e capillare.

L’obiettivo non è soltanto informare sui rischi legati all’Hiv e alle altre infezioni, ma proporre un modello di educazione sessuale estensiva, che affronta anche il rispetto, il consenso, la qualità delle relazioni e la gestione delle emozioni. «Vogliamo trasferire agli studenti e alle studentesse una visione positiva della sessualità – spiega Rosario Galipò, responsabile del progetto – perché parlare di prevenzione significa anche ridurre il rischio di comportamenti irrispettosi o aggressivi».

L’approccio si basa su lezioni, laboratori e questionari, che consentono di monitorare l’efficacia del percorso. I risultati, secondo Anlaids, confermano che dopo gli incontri i ragazzi acquisiscono maggiore consapevolezza e strumenti concreti per fare scelte autonome e responsabili.

Nonostante l’esperienza consolidata e i dati epidemiologici preoccupanti, l’Italia rimane tra i pochi Paesi europei a non aver reso obbligatoria l’educazione sessuale nelle scuole. Un vuoto che Anlaids considera ormai insostenibile. «Confidiamo che il recente disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 30 aprile sia un’opportunità per rafforzare il patto educativo tra scuola e famiglia», osserva Luca Butini, presidente di Anlaids. L’associazione chiede che l’educazione all’affettività e alla sessualità diventi materia curricolare, convinta che la scuola sia «il luogo privilegiato per educare i giovani alla salute sessuale».

La crescita delle infezioni sessualmente trasmissibili tra i giovani è il segnale di un problema culturale oltre che sanitario. Parlare di sessualità non significa solo prevenire malattie, ma anche costruire relazioni più sane, basate sulla responsabilità e sul rispetto reciproco. L’Italia, dove il tema resta spesso ostaggio di resistenze ideologiche e dibattiti politici polarizzati, rischia così di lasciare un’intera generazione priva di strumenti fondamentali per affrontare con maturità la propria vita affettiva.

Il progetto Anlaids, nato dal basso e consolidato in tre decenni di lavoro, dimostra che un’altra strada è possibile: quella di una scuola che educa senza moralismi, che accompagna ragazzi e ragazze a vivere la sessualità come parte integrante della crescita personale.

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