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28 Agosto 2025 - 17:05
Maltempo in Piemonte, 65 comuni con i centri di emergenza attivi e tre statali chiuse
Il Piemonte vive ore di forte tensione a causa del maltempo che da giorni non concede tregua. La Sala operativa della Protezione civile regionale è attiva senza sosta per monitorare la situazione che ha colpito soprattutto il Verbano, il Novarese, la Valsesia, il Biellese, la Val Chiusella e l’area della pianura settentrionale. Su questi territori, fino alla mezzanotte di oggi, resta valida l’allerta arancione diramata da Arpa, indice di un rischio idrogeologico significativo, con possibilità di frane, smottamenti ed esondazioni improvvise.
Il bilancio provvisorio è già pesante. Sono stati attivati 65 Centri operativi comunali (Coc), punti di riferimento per la gestione delle emergenze a livello locale, mentre risultano chiuse in via cautelativa tre arterie stradali fondamentali: la statale 21 del Colle della Maddalena ad Argentera (Cuneo), la statale della Val Formazza e la statale 549 a Calasca Castiglione in provincia di Verbania. A questo si aggiungono oltre 1900 casi di disalimentazione elettrica, con intere zone rimaste senza corrente, in particolare nel Vercellese e nel Verbano-Cusio-Ossola, dove le precipitazioni hanno messo in crisi le infrastrutture energetiche.
Le condizioni meteo restano delicate. Secondo le previsioni, nel pomeriggio si attende una nuova intensificazione delle piogge soprattutto sul Piemonte orientale, con un temporaneo miglioramento in serata. Tuttavia, Arpa segnala già una possibile ripresa delle precipitazioni a partire da domani pomeriggio, rendendo ancora più complicata la gestione della fase di emergenza e il ripristino dei servizi essenziali.
La Protezione civile, impegnata con volontari e tecnici in tutte le zone colpite, sta coordinando le operazioni di monitoraggio e prevenzione. Squadre specializzate controllano l’andamento dei corsi d’acqua, verificano i punti critici della viabilità e intervengono nei casi di smottamenti e allagamenti. Un lavoro continuo e capillare che ha consentito finora di evitare conseguenze peggiori, ma che richiede prudenza da parte dei cittadini.
Il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi hanno espresso un ringraziamento ufficiale a tutti i volontari impegnati nelle operazioni: «Il loro lavoro è prezioso in queste ore difficili» hanno sottolineato, invitando al tempo stesso i piemontesi alla massima cautela. L’indicazione è chiara: evitare spostamenti non necessari, in particolare nelle zone montane e in quelle già interessate da criticità, per non intralciare gli interventi di soccorso e ridurre il rischio di incidenti.
Nonostante la macchina dell’emergenza si sia mossa con prontezza, le immagini arrivate dalle valli piemontesi mostrano strade interrotte da frane, torrenti ingrossati oltre la norma e paesi costretti a fare i conti con l’isolamento. In molte aree montane le comunità hanno risposto con spirito di solidarietà, mettendo a disposizione strutture e collaborando con i volontari, ma resta forte la preoccupazione per la possibile evoluzione del quadro meteorologico.
Il Piemonte, già colpito più volte in passato da eventi meteo estremi, si conferma un territorio fragile, dove i fenomeni intensi rischiano di trasformarsi rapidamente in disastri. La chiusura delle strade statali non è solo un problema di viabilità, ma anche di collegamenti vitali tra comunità montane e pianura, con ricadute immediate su trasporti, soccorsi e attività economiche.
Se da un lato i tecnici lavorano per riaprire le vie di comunicazione non appena sarà possibile in sicurezza, dall’altro si attende l’evoluzione delle prossime ore con l’ansia di chi sa che una nuova ondata di pioggia potrebbe peggiorare la situazione. In questa fase, la prevenzione e la responsabilità individuale diventano fondamentali: seguire le indicazioni delle autorità, restare informati sugli aggiornamenti ufficiali e non sottovalutare i rischi sono le regole d’oro per superare l’emergenza.
La cronaca di queste ore ci ricorda che il maltempo non è più un fenomeno eccezionale ma una realtà ricorrente. Ogni volta che l’allerta si alza di livello, emergono le stesse fragilità: infrastrutture delicate, territori montani vulnerabili, reti elettriche e idriche messe a dura prova. La risposta del sistema di Protezione civile piemontese, pur organizzata e reattiva, non può cancellare la necessità di investimenti strutturali più consistenti per rafforzare la sicurezza idrogeologica e ridurre il rischio di disastri.
Intanto, il Piemonte affronta l’ennesima emergenza con il fiato sospeso. Le prossime ore saranno decisive per capire se l’allerta si trasformerà in un bollettino di danni più gravi o se la pioggia lascerà spazio a una tregua temporanea.
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