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Melanoma oculare, il nemico silenzioso che può colpire anche gli occhi

Raro ma aggressivo, il melanoma oculare si riconosce presto e si previene proteggendo gli occhi dai raggi UV

Melanoma oculare

Melanoma oculare, il nemico silenzioso che può colpire anche gli occhi

Quando si pensa al melanoma, la mente corre immediatamente alla pelle. Nei discorsi comuni, nelle campagne di prevenzione, perfino nell’immaginario collettivo, il melanoma è legato ai nei cutanei e all’eccessiva esposizione solare. Eppure esiste una forma meno conosciuta, più rara ma non per questo meno insidiosa: il melanoma oculare. Un tumore che colpisce l’occhio, in particolare la congiuntiva, la membrana trasparente che riveste la parte bianca e l’interno delle palpebre. Si tratta di una patologia che rappresenta appena lo 0,25% di tutti i melanomi, eppure la sua aggressività e le conseguenze potenzialmente gravi la rendono un fronte che non può essere ignorato.

Il melanoma congiuntivale può presentarsi in diversi modi. Talvolta si manifesta con macchie scure ben visibili sulla superficie dell’occhio, altre volte con aree chiare meno evidenti e quindi più difficili da notare. Esistono forme multifocali, cioè con più aree coinvolte, spesso legate a condizioni precancerose come la melanocitosi acquisita primaria (PAM). La difficoltà sta proprio nella varietà delle sue presentazioni cliniche: non sempre i sintomi sono chiari o immediatamente riconoscibili. Per questo motivo la diagnosi precoce diventa decisiva, perché nelle fasi iniziali i trattamenti sono più efficaci e meno invasivi.

A differenza della pelle, intervenire sull’occhio è molto più complesso. Se la lesione è piccola, la chirurgia può essere risolutiva con un impatto minimo sulla vista. Ma quando la malattia è avanzata, servono procedure più invasive, che possono comportare conseguenze importanti fino alla perdita parziale della funzione visiva. È dunque cruciale imparare a osservare ogni cambiamento. Macchie nuove, alterazioni di colore, fastidi ricorrenti o piccoli disturbi della vista non devono mai essere sottovalutati. Ogni novità va segnalata all’oculista. Programmare controlli periodici è un atto di prudenza che può salvare la vista, e in alcuni casi la vita.

Così come accade per il melanoma cutaneo, anche quello oculare trova un grande nemico nei raggi ultravioletti (UV). Non si tratta soltanto di giornate in spiaggia o di ore passate al sole in estate. Anche una passeggiata in montagna, una giornata luminosa d’inverno o perfino il cielo velato possono rappresentare occasioni di esposizione significativa. Ecco perché proteggersi deve diventare un’abitudine quotidiana, non un gesto occasionale.

Le armi sono semplici ma decisive:

  • Occhiali da sole certificati, con filtri UVA e UVB, da indossare non solo d’estate ma tutto l’anno.

  • Cappelli a tesa larga, che proteggono non solo la pelle ma anche gli occhi dall’esposizione diretta.

  • Creme solari ad ampio spettro (SPF 30 o superiore), da applicare anche nell’area perioculare.

  • Orari intelligenti: evitare l’esposizione tra le 11 e le 16 non solo riduce i rischi, ma protegge da danni a lungo termine.

La prevenzione, dunque, è alla portata di tutti. Soprattutto nei bambini, che hanno occhi più sensibili, queste attenzioni possono ridurre drasticamente i rischi futuri.

I segnali da non ignorare

Secondo gli specialisti, uno degli errori più comuni è trascurare i segnali precoci. Macchie scure comparse all’improvviso, aree chiare che cambiano aspetto, arrossamenti persistenti o fastidi inspiegabili devono essere sempre portati all’attenzione di un medico. La dottoressa Angi ammonisce con chiarezza: «Rimuovere lesioni oculari senza adeguata valutazione può comportare gravi conseguenze, fino alla perdita dell’occhio». Un monito che vale per chi si affida a soluzioni fai-da-te o scorciatoie, senza passare da uno specialista.

Un vantaggio della prevenzione è che molte lesioni possono essere viste a occhio nudo. Questo consente non solo di notarle in anticipo, ma anche di documentarle. Oggi, con la tecnologia digitale, è possibile inviare fotografie ai centri specializzati per ottenere un primo parere e fissare controlli aggiuntivi. Un gesto semplice che può abbreviare i tempi e aumentare le possibilità di diagnosi tempestiva.

Il melanoma oculare è raro, e proprio per questo motivo non può essere affrontato ovunque. Servono competenze specifiche e un approccio multidisciplinare. I centri di oncologia oculare integrano chirurgia, radioterapia e analisi molecolari avanzate, creando percorsi personalizzati per ciascun paziente. La combinazione di più saperi è ciò che oggi migliora le prospettive cliniche e la qualità della vita dei pazienti. In Italia, diversi ospedali hanno attivato reparti dedicati, con équipe composte da oculisti, oncologi, radioterapisti e psicologi.

Anche la ricerca sta facendo passi avanti. In Italia, al Candiolo Cancer Center, sono stati avviati progetti dedicati alle forme rare di melanoma, inclusi quelli oculari. L’obiettivo è duplice: da un lato migliorare le strategie di diagnosi, dall’altro trovare terapie sempre più mirate, grazie all’analisi molecolare dei tumori. Nuovi farmaci immunoterapici e tecniche di radioterapia più precise aprono scenari incoraggianti. Il melanoma oculare resta una sfida, ma la scienza sta costruendo armi più efficaci per affrontarlo.

Il dato che deve far riflettere è che, sebbene raro, il melanoma oculare può essere prevenuto in buona parte con stili di vita corretti e controlli regolari. Nella cultura comune la prevenzione oculare è spesso trascurata: si parla molto di controlli della vista, di difetti refrattivi o di cataratta, ma troppo poco di tumori oculari. Serve un cambio di passo. Le campagne di sensibilizzazione dovrebbero includere con più forza questo tema, invitando i cittadini a proteggere non solo la pelle ma anche gli occhi dal sole.

Il melanoma oculare non deve far dimenticare la sua natura: raro, ma capace di essere aggressivo. Può colpire senza sintomi e con modalità non sempre facili da riconoscere. Tuttavia, osservare, proteggere e controllare restano tre azioni semplici e decisive. La diagnosi precoce permette trattamenti meno invasivi e più efficaci. La protezione quotidiana dagli UV riduce i rischi. E affidarsi a centri specializzati significa avere accesso a cure mirate e avanzate.

Il messaggio è chiaro: occhi aperti, davvero. Non solo come metafora, ma come pratica quotidiana di attenzione alla salute. Il melanoma non vive soltanto sulla pelle, può annidarsi negli occhi e cambiare la vita di chi ne è colpito. Sapere che esiste, imparare a riconoscerlo e adottare misure di prevenzione è il primo passo per ridurre la minaccia.

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