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28 Agosto 2025 - 11:08
Novara, un modello per la cura del tumore al polmone: il “Maggiore” tra i centri di riferimento italiani (immagine di repertorio)
Un team che lavora insieme, ogni giorno, unendo competenze e strumenti di altissimo livello per affrontare una delle malattie più diffuse e allo stesso tempo più temute: il tumore al polmone. È questa la realtà dell’AOU Maggiore della Carità di Novara, che si conferma centro di riferimento a livello nazionale grazie al lavoro di un Gruppo Interdisciplinare Cure (GIC) dedicato interamente alla diagnosi e al trattamento di questa neoplasia.
Il progetto, che rientra nel quadro delle buone pratiche della sanità piemontese, è un modello basato sull’integrazione di diverse professionalità. Pneumologi, chirurghi toracici, oncologi, radioterapisti, anatomopatologi e radiologi non lavorano più in modo separato, ma condividono ogni fase del percorso clinico del paziente, dalla diagnosi alla cura, fino al follow up. Una strategia che ha già portato risultati tangibili e che conferma Novara come uno dei centri di eccellenza in Italia.
Il tumore al polmone resta oggi una delle principali sfide per la medicina oncologica. In Italia è la seconda neoplasia più diagnosticata negli uomini e la terza nelle donne, ma soprattutto rappresenta la prima causa di morte per cancro in entrambi i sessi. Questo dato da solo basta a spiegare l’importanza di avere centri specializzati in grado di garantire percorsi terapeutici mirati e personalizzati.
Un ruolo cruciale è svolto dalla Struttura di Malattie dell’apparato respiratorio, diretta da Filippo Patrucco, che rappresenta il punto di riferimento per tutto il quadrante Nord-Est del Piemonte. Qui è disponibile la strumentazione più avanzata non solo per la diagnosi e la stadiazione del tumore, ma anche per il trattamento endoscopico delle lesioni che infiltrano le vie aeree.
Da aprile 2025, il centro si è dotato inoltre di un nuovo sistema di navigazione per il campionamento di lesioni polmonari periferiche: una tecnologia che sfrutta algoritmi di intelligenza artificiale e integra immagini di tomografia computerizzata con quelle fluoroscopiche acquisite in tempo reale. Il risultato è una guida estremamente precisa per il medico, che può individuare e campionare la lesione con maggiore sicurezza ed efficacia. Un’innovazione che colloca la Pneumologia interventistica del “Maggiore” tra le migliori a livello nazionale ed europeo.
Il tumore del polmone, se diagnosticato in stadio precoce o localmente avanzato, può essere affrontato con la chirurgia. Presso l’Aou di Novara, la Struttura di Chirurgia toracica diretta da Ottavio Rena garantisce trattamenti con tecniche d’avanguardia: il 90% degli interventi viene infatti eseguito con modalità mininvasive, tramite toracoscopia o robotica.
Queste tecniche consentono di operare attraverso piccole incisioni di circa un centimetro, evitando la divaricazione costale. I benefici sono significativi: meno dolore post-operatorio, degenza più breve (in media 3-4 giorni) e minori complicanze. Nella maggior parte dei casi viene eseguita l’asportazione del lobo polmonare colpito e dei linfonodi loco-regionali, un intervento che resta lo standard nella pratica clinica.
Le terapie sistemiche rappresentano un altro pilastro fondamentale. All’interno della Struttura di Oncologia, diretta da Alessandra Gennari, opera un’équipe dedicata alle patologie toraco-polmonari, composta dalle dottoresse Federica Biello, Gloria Borra e Silvia Genestroni. Ogni anno vengono effettuate circa 250 prime visite, accogliendo pazienti non solo della provincia di Novara ma anche da quelle limitrofe, segno della centralità che l’ospedale ha assunto nel panorama regionale.
Accanto all’attività clinica, il reparto è molto attivo anche sul fronte della ricerca, con oltre dieci studi clinici in corso e un Clinical Trial Center dedicato. Una sinergia che permette di offrire ai pazienti trattamenti innovativi e di contribuire al progresso scientifico in un campo in cui le nuove terapie hanno cambiato radicalmente le prospettive di sopravvivenza.
Il tumore del polmone può richiedere, a seconda dello stadio, anche un approccio radioterapico. Presso la Struttura di Radioterapia oncologica, diretta da Pierfrancesco Franco, i pazienti vengono trattati con tecniche moderne come la radioterapia ad intensità modulata e guidata dalle immagini. L’obiettivo è duplice: massimizzare l’efficacia terapeutica e ridurre gli effetti collaterali.
Di recente è stato installato un acceleratore lineare ibrido Unity, che permette di effettuare trattamenti adattativi online guidati dalla risonanza magnetica. In pratica, la terapia viene personalizzata in tempo reale sull’anatomia del paziente a ogni seduta. Una tecnologia rara, disponibile solo in pochi centri italiani, che a Novara è già operativa anche per i tumori polmonari.
Il direttore generale dell’Aou Novara, Stefano Scarpetta, ha sottolineato come il vero punto di forza sia la capacità di fare squadra: «Ancora una volta il “fare squadra” significa ottenere significativi risultati, a tutto vantaggio dei pazienti».
Un concetto ribadito anche dall’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, che ha indicato l’esperienza del Maggiore come un modello da seguire: «Multidisciplinarietà, professionalità e utilizzo di tecnologie e strumenti all’avanguardia rendono la risposta della sanità pubblica ai pazienti positiva e attrattiva».
L’esperienza del GIC del tumore al polmone dimostra come sia possibile coniugare alta specializzazione, ricerca e organizzazione multidisciplinare. L’auspicio, espresso dalle stesse istituzioni, è che questo modello possa essere esportato anche in altre realtà ospedaliere, creando una rete di centri in grado di affrontare le sfide poste dalle neoplasie più diffuse e complesse.
Il Maggiore della Carità di Novara si conferma dunque come uno dei centri più avanzati d’Italia nella lotta contro il tumore al polmone. Un risultato che nasce dalla sinergia tra medicina clinica, chirurgia, ricerca e innovazione tecnologica, e che offre ai pazienti non solo le migliori cure disponibili, ma anche la certezza di non essere soli in un percorso lungo e difficile.
Filippo Patrucco
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