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26 Agosto 2025 - 11:19
Città della salute, un progetto migliora diagnosi e il trattamento dei tumori celebrali
Un nuovo progetto di ricerca della AOU Città della Salute e della Scienza di Torino apre prospettive importanti nella diagnosi e nel trattamento dei meningiomi, tumori cerebrali che rappresentano circa il 40% delle neoplasie primarie intracraniche. L’iniziativa, coordinata dal professor Luca Bertero della struttura di Anatomia Patologica 2 U diretta dalla professoressa Paola Cassoni, si concentra sull’utilizzo di strumenti di diagnostica molecolare avanzata per prevedere in modo più preciso il rischio di recidiva a lungo termine e valutare il potenziale beneficio della radioterapia nei singoli pazienti.
Il progetto nasce dalla constatazione che, nonostante la maggior parte dei meningiomi sia a crescita lenta e comportamento benigno, circa un paziente su cinque sviluppa una recidiva anche a distanza di anni dall’asportazione chirurgica. Una progressione che, vista la sede delicata in cui questi tumori si sviluppano, può causare seri problemi neurologici e compromettere la qualità della vita.
Oggi la diagnosi si basa soprattutto sulla combinazione di dati clinici, neuroradiologici e anatomopatologici. L’analisi istologica del tessuto tumorale consente di classificare il tumore in base al grado di malignità, fornendo indicazioni per la prognosi e il percorso terapeutico. Tuttavia, questo approccio non sempre è sufficiente: tumori apparentemente simili possono evolvere in modi molto diversi, e in numerosi casi le caratteristiche istopatologiche risultano ambigue.
Immagine di repertorio
Negli ultimi anni la ricerca ha aperto nuove strade con le indagini di profilo di metilazione del DNA tumorale, capaci di migliorare la caratterizzazione dei tumori cerebrali. Questi esami, condotti sul tessuto già prelevato con la biopsia o l’intervento chirurgico, permettono una stratificazione prognostica più precisa, aiutando i medici – neurochirurghi, radioterapisti e neuro-oncologi – a scegliere la terapia più adatta.
Proprio su queste basi si sviluppa il progetto torinese, che è stato premiato con un finanziamento da 200mila euro della Fondazione Ricerca Molinette nell’ambito della ricerca traslazionale. L’obiettivo è studiare i casi più complessi, quelli che le tecniche diagnostiche tradizionali non riescono a inquadrare in maniera chiara, per offrire ai pazienti una gestione più mirata e aumentare l’efficacia delle cure.
Il valore dell’iniziativa non risiede solo nei risultati scientifici attesi, ma anche nella collaborazione interdisciplinare che la sostiene: Anatomia Patologica, Radioterapia, Neurochirurgia e Neuro-oncologia lavorano insieme, integrando competenze diverse per affrontare una patologia che, pur non essendo tra le più aggressive, incide pesantemente sulla vita dei pazienti.
Il progetto è inoltre un tassello della rubrica regionale “Curarsi con la ricerca in Piemonte”, che intende valorizzare il lavoro delle Aziende Sanitarie regionali e promuovere un modello di sanità fondato sull’innovazione e sull’evidenza scientifica. Un percorso che mira a rendere il Piemonte un punto di riferimento non solo per la qualità dell’assistenza, ma anche per la capacità di trasformare la ricerca in strumenti concreti di cura.
Meningiomi
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