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Attualià
26 Agosto 2025 - 19:21
Nelle sere d’estate tra San Giusto e San Giorgio Canavese l’aria cambia, e non in meglio. Quello che per molti è un disagio quotidiano, per le istituzioni è diventato un dossier che chiede metodi nuovi e risposte più efficaci. Perché se i controlli dicono “leggero odore”, le narrazioni dei residenti indicano tutt’altro. Qui, ormai, la partita è tra la cronaca di ciò che si avverte la sera e la burocrazia di ciò che si misura di giorno.
La sindaca di San Giusto Canavese, Giosi Boggio, ha rimesso al centro la questione degli odori sgradevoli attribuiti agli allevamenti avicoli nell’area compresa tra San Giusto e San Giorgio Canavese. “Uno dei problemi che da tempo affligge il nostro paese è il forte odore proveniente dagli allevamenti avicoli”, spiega, ricordando che il Comune ha raccolto numerose segnalazioni e sollecitato più volte gli organismi competenti.
La sindaca Giosi Boggio
Nei giorni scorsi l’Arpa è intervenuta negli stabilimenti, classificando come “leggero” (livello 1, il più basso) l’odore riscontrato. Ma per il Comune c’è un punto dirimente: la tempistica. “I controlli vengono effettuati di giorno, mentre i disagi maggiori si verificano nelle ore serali, quando l’intensità degli odori è ben più evidente per chi vive sul territorio”, osserva Boggio. La distanza tra rilevazioni ufficiali e vissuto quotidiano si gioca dunque nell’arco di poche ore, quelle in cui i cittadini dicono di sentire di più.
Per dare struttura alla risposta istituzionale, a settembre è atteso un “tavolo degli odori” con Regione Piemonte, Città Metropolitana, Asl e Arpa. “Sarà l’occasione per il Comune di far sentire con forza la propria voce, contestare i limiti dell’attuale approccio basato sulle visite ispettive e chiedere misure più adeguate a tutela della qualità della vita dei nostri cittadini”, annuncia la sindaca, che promette di proseguire “con determinazione” finché il problema non sarà affrontato con la serietà dovuta.
Se il cuore della criticità è l’orario, la coerenza tra monitoraggi e disagi lamentati diventa la chiave. Il confronto promesso dal tavolo potrà essere utile se saprà orientare le verifiche nei momenti di massima percezione degli odori, rendere più rapida l’attivazione dei sopralluoghi quando le segnalazioni aumentano e definire protocolli condivisi tra enti, in modo da trasformare l’esperienza dei residenti in dati utilizzabili. È qui che si gioca la credibilità degli esiti: collegare la qualità della vita di chi abita quell’area con una misurazione che ne rispecchi davvero l’andamento.
Il Comune è deciso a tenere alta l’attenzione e a incalzare gli enti tecnici affinché l’approccio cambi passo. Tra fine estate e inizio autunno, il “tavolo degli odori” sarà il banco di prova per capire se, dal Canavese, potrà arrivare un metodo più aderente alla realtà del territorio e alle serate in cui l’aria chiede rispetto.
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