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Scatta l'emergenza nutrie dopo il morso ad un anziano

La sindaca di Brandizzo valuta contenimento, sterilizzazione e reti protettive

Brandizzo, l’emergenza nutrie dopo il morso all’anziano: sicurezza, ambiente e scelte difficili

Un morso, una paura, una comunità che si interroga. A Brandizzo, la passeggiata di un uomo di 83 anni in via Lungo Bendola è finita con un morso di nutria e con un allarme che ha riacceso il dibattito su come gestire una popolazione in crescita e sempre più visibile. La figlia dell’anziano ha lanciato un appello alla cittadinanza e al sindaco, mentre la città si divide tra chi invoca un’azione decisa e chi chiede di difendere gli animali.

L’aggressione dell’83enne, avvenuta lungo il Bendola, ha trasformato un tema percepito da molti come marginale in una questione di sicurezza urbana e tutela ambientale. Le nutrie, specie originaria del Sud America e introdotta in Europa per l’industria della pelliccia, sono ormai una presenza costante. E con la visibilità crescono le frizioni: parchi giochi frequentati, attraversamenti su strada, argini scavati. Il confine tra convivenza e rischio si fa sottile.

Pochi giorni dopo l’aggressione, il gruppo consiliare di minoranza “La Nuova Decimum” ha protocollato un’interrogazione alla sindaca Monica Durante. I consiglieri Alessandro Barbera e Patrizia Tortori hanno segnalato l’aumento delle nutrie sul territorio comunale, evidenziando danni all’agricoltura, alle sponde dei corsi d’acqua e agli ecosistemi, oltre ai rischi sanitari legati alla leptospirosi. Hanno inoltre richiamato la presenza degli animali nei parchi e sulle strade, definendola un pericolo per la salute pubblica e per la circolazione. Nel documento, Barbera e Tortori chiedono quali azioni siano state avviate per far rispettare l’ordinanza comunale che vieta di alimentare la fauna selvatica e quali siano le intenzioni dell’amministrazione rispetto al Piano di Contenimento della Città Metropolitana.

Di fronte alle preoccupazioni, la sindaca Monica Durante ha scelto una linea netta ma dialogante. La prima cittadina riconosce che la proliferazione, già nota alla precedente amministrazione, non è stata risolta e comporta danni agli argini e ai corsi d’acqua, problemi per la sicurezza delle persone (come nel caso del cittadino morso), rischi igienico-sanitari e pericoli per la circolazione stradale. Quindi il principio guida: “Il contenimento non è una scelta ideologica, ma una necessità tecnica, ambientale e sociale. E come tale, merita l’impegno di tutti noi”.

La sindaca Monica Durante



L’amministrazione ha incaricato il Settore Programmazione e Gestione del Territorio di individuare e adottare le soluzioni più efficaci, con un obiettivo dichiarato: agire in modo “equilibrato, senza demonizzare l’animale, ma con senso di responsabilità”, privilegiando, dove possibile, metodi non cruenti. Le strategie in valutazione: - applicazione del protocollo della Città Metropolitana di Torino: monitoraggio, cattura, abbattimento controllato e smaltimento; su richiesta del sindaco, il Piano prevede l’assegnazione di gabbie di cattura gestite da personale formato, volontario o dipendente da ditte specializzate; - applicazione del protocollo dell’Università di Torino: sterilizzazione delle nutrie; - installazione di reti anti-nutria in aree sensibili, come parchi e giardini. Nel frattempo, resta cruciale l’osservanza dell’ordinanza che vieta di fornire cibo alla fauna selvatica: un gesto spesso benevolo nelle intenzioni, ma che alimenta concentrazioni anomale e comportamenti confidenti, aumentando i rischi.

Il quadro dei rischi, emerso con forza nell’interrogazione, è ampio: erosione degli argini con conseguenze sull’assetto idraulico, compromissione degli ecosistemi, possibili profili igienico-sanitari (come la leptospirosi), criticità per la viabilità dove gli attraversamenti improvvisi possono causare incidenti. La presenza nei parchi giochi e lungo le strade alza l’asticella delle responsabilità pubbliche.

La sfida è decidere, rapidamente e con trasparenza, “quanto” e “come” intervenire. La collaborazione annunciata con Regione, Città Metropolitana di Torino, ASL veterinarie e Consorzio per l’arginatura è il perno istituzionale. Ma serviranno anche strumenti di monitoraggio chiari, criteri di priorità per le aree più sensibili e una comunicazione costante alla cittadinanza. L’equilibrio invocato dalla sindaca si misura qui: proteggere i cittadini e le infrastrutture, tutelare l’ambiente, rispettare gli animali, facendo prevalere la responsabilità sulle contrapposizioni. L’episodio di via Lungo Bendola ha ricordato a tutti che l’inazione ha un costo; ora la comunità attende risposte concrete e tempi certi.

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