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14 Agosto 2025 - 11:13
Ipertensione
L’ipertensione arteriosa resta una delle sfide sanitarie più rilevanti a livello globale: colpisce oltre un quarto della popolazione adulta, con più di un milione di casi solo in Piemonte, e rappresenta il principale fattore di rischio modificabile per ictus, infarto, insufficienza cardiaca e renale. Ma non tutte le forme di ipertensione sono uguali: riconoscere quelle dovute a cause secondarie, come l’iperaldosteronismo primitivo, è decisivo per adottare terapie mirate e prevenire gravi complicanze.
La Città della Salute e della Scienza di Torino ha avuto un ruolo da protagonista nella redazione delle Linee Guida mondiali 2025 della Endocrine Society, dedicate alla diagnosi e al trattamento personalizzato dell’iperaldosteronismo primitivo. Il contributo scientifico porta la firma del professor Paolo Mulatero, del Centro universitario di Eccellenza Europeo per la Diagnosi e la Terapia dell’Ipertensione Arteriosa diretto dal professor Franco Veglio, unico esperto italiano invitato nel panel internazionale.
L’iperaldosteronismo è una condizione in cui le ghiandole surrenali producono un eccesso di aldosterone, causando ritenzione di sodio, ipertensione resistente e riduzione del potassio. I pazienti che ne sono affetti presentano un rischio cardiovascolare più alto rispetto a chi soffre di ipertensione essenziale, con maggiore incidenza di danni a cuore, reni e vasi e un aumento della mortalità. In Piemonte, la patologia potrebbe riguardare fino al 10% degli ipertesi, pari a 60-100 mila persone, ma resta spesso non diagnosticata poiché i sintomi sono simili a quelli della forma più comune di ipertensione.
Le nuove Linee Guida indicano come primo passo la misurazione del rapporto aldosterone/renina in tutti i pazienti con pressione alta, un test semplice e sensibile che consente di individuare precocemente la malattia. In caso di positività, è raccomandato un percorso terapeutico specifico – farmacologico o chirurgico – adattato al profilo clinico del paziente. Obiettivo: migliorare il controllo pressorio e ridurre il rischio di eventi cardiovascolari correlati.
Passare da un approccio generico a uno su misura, spiegano gli esperti, significa non solo ottimizzare il trattamento della pressione, ma anche ridurre il carico di malattie cardiovascolari, migliorando la prognosi e la qualità di vita. Come sottolinea il professor Mulatero, «Queste Linee Guida rappresentano un passo avanti fondamentale per ottimizzare la diagnosi precoce e offrire terapie sempre più personalizzate ai nostri pazienti ipertesi».
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