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Migranti a Torino, il giudice condanna la Questura: troppi ostacoli e attese infinite

Dura condanna del giudice: criteri “oscuri” e attese insostenibili per i richiedenti asilo. Il Ministero dell'Interno annuncia l'appello

Migranti a Torino, il giudice condanna la Questura: troppi ostacoli e attese infinite

Migranti a Torino, il giudice condanna la Questura: troppi ostacoli e attese infinite

Il Ministero dell’Interno farà ricorso in appello contro la sentenza con cui il tribunale di Torino ha dichiarato «discriminatorie» le modalità adottate dalla questura nella gestione delle pratiche per gli stranieri che intendono chiedere la protezione internazionale. Il giudice della nona sezione civile, Andrea Natale, ha dato ragione a 18 migranti che avevano presentato ricorso tramite i loro avvocati e i rappresentanti dell’associazione Asgi. Troppe code, troppe attese, troppi ostacoli burocratici. Criteri addirittura «oscuri», secondo il magistrato, su come venga scelto chi ricevere tra le persone in attesa. Ma la questura respinge le accuse: «Rispetto al passato sono attive procedure che consentono percorsi facilitati per la presentazione delle istanze e la situazione complessiva è in costante miglioramento. Gli stessi 18 ricorrenti sono stati tutti già ricevuti presso l’Ufficio Immigrazione e hanno potuto inoltrare la domanda».

Il Ministro dell'Interno Piantedosi

Secondo la sentenza, lunga 29 pagine, il problema è di natura locale e non nazionale. Il giudice cita come esempio virtuoso la questura di Milano, modello che l’amministrazione dovrà seguire per mettersi in regola entro quattro mesi. In passato, le pratiche venivano gestite nella sede decentrata di corso Verona, dove la cronaca restituiva un quadro sconfortante: locali fatiscenti, personale cortese ma ridotto all’osso, cittadini costretti a restare in fila per giorni sotto sole o pioggia, bivacchi notturni, acqua e cibo distribuiti dai volontari, polemiche e rimpalli di responsabilità. Lo scorso marzo corso Verona è stata abbandonata e sono state adottate nuove soluzioni. Ma, secondo il giudice, non bastano.

Dalla questura di Torino vengono forniti numeri per dimostrare i miglioramenti: 48.919 permessi di soggiorno emessi fra il primo gennaio e il 31 luglio, circa 9.000 in più rispetto all’anno scorso. Eppure, sarà a Milano che bisognerà guardare per cambiare passo.

Sul fronte politico, la parlamentare Anna Rossomando (Pd), vicepresidente del Senato e torinese, annuncia un’interrogazione al ministro Matteo Piantedosi. Sul versante sindacale, il Fsp parla di «accuse ingiuste e infondate», mentre il Siulp ricorda che da anni denuncia «le condizioni assurde in cui sono costretti ad attendere gli stranieri» e manifesta solidarietà al questore per il suo impegno, aggiungendo che finora «il Comune di Torino e il Ministero hanno fatto poco o nulla per risolvere la situazione».

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