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Sindone falsa? Risponde la diocesi: “Conclusioni superficiali”

Il Centro studi Sindone smonta le ipotesi di contatto con bassorilievi

Sindone falsa? Risponde la diocesi: “Conclusioni superficiali”

Sindone falsa? Risponde la diocesi: “Conclusioni superficiali”

Una replica esatta di uno degli oggetti più venerati del cristianesimo, la Sindone di Torino, è esposta per la prima volta in Kazakistan. L'inaugurazione ufficiale della mostra internazionale "La Sindone di Torino" si è svolta al Palazzo della Pace e della Riconciliazione di Astana, alla presenza delle autorità statali, dei leader religiosi e dei rappresentanti internazionali.
La mostra fa parte di un'iniziativa congiunta guidata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa del Kazakistan, in collaborazione con la fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, l'Ordine di Malta e il Centro Internazionale per il Dialogo Interreligioso e Interconfessionale. "In un Paese a maggioranza islamica come il Kazakistan, in cui coesistono diverse confessioni religiose, questo evento favorisce il rispetto e la pace tra le comunità", sottolinea Acs.

Accanto alla replica, dati scientifici, ricerche storiche ed elementi audiovisivi arricchiscono la dimensione spirituale e culturale dell'evento.

La mostra ha riunito rappresentanti dello Stato e leader religiosi. Sottolineando il valore simbolico della mostra, il ministro della Cultura Aida Balaeva ha dichiarato: "Questa mostra è diventata un simbolo del dialogo e del rispetto reciproco tra culture e religioni, valori che il Kazakistan sostiene con fermezza".

Sostenendo questo sentimento, il nunzio apostolico, l'arcivescovo George Panamthundil, ha espresso gratitudine per l'apertura del Paese: "Non è un caso che questa mostra si tenga qui. Il Kazakistan è un esempio di convivenza interreligiosa e di dialogo aperto". Regina Lynch, presidente esecutiva di Acs Internazionale, ha commentato: "La Sindone di Torino è uno degli oggetti più studiati nel mondo cristiano. Contribuire a portarla in Kazakistan rappresenta per Acs un onore e un'opportunità concreta per rafforzare il dialogo interreligioso".

Cardinale Repole, preoccupa superficialità su studio Sindone

"Ancora una volta assistiamo al lancio di nuove 'rivelazioni' sulla Sindone e i suoi misteri. Oggi si tratta dell'ipotesi che il Telo sindonico sia stato steso non sul cadavere di un uomo, ma su un 'modello' artefatto, che riprodurrebbe le caratteristiche dell'immagine. Il Custode della Sindone non ha motivo di entrare nel merito delle ipotesi formulate liberamente da scienziati più o meno accreditati. Il Centro internazionale di studi sulla Sindone di Torino, che statutariamente assicura il suo supporto scientifico al Custode, pubblica un documento che analizza in dettaglio metodo e i risultati di questa 'scoperta'".

Lo afferma l'arcivescovo di Torino, il cardinale Roberto Repole, Custode pontificio del Telo, dopo la notizia di una simulazione 3D pubblicata sulla rivista Archaeometry.

"Se non ci si può stupire più di tanto del clamore che certe 'notizie', vere o verosimili, nuove o datate, possono suscitare in un circuito mediatico che ormai è globale e istantaneo - prosegue Repole -, rimane la preoccupazione per la superficialità di certe conclusioni, che spesso non reggono a un esame più attento del lavoro presentato. E rimane da ribadire l'invito a non perdere mai di vista la necessaria attenzione critica a quanto viene così facilmente pubblicato".

Centro internazionale studi Sindone, simulazione 3D superata

"L'autore ha realizzato modelli 3D di un corpo umano e di un bassorilievo, utilizzando software open source e simulazioni fisiche per analizzare i punti di contatto di un telo con le superfici. Il risultato indica che i punti di contatto tra telo e bassorilievo corrispondono a un'immagine meno deformata rispetto ai punti di contatto con un corpo tridimensionale, in quanto quest'ultimo genera l'effetto di deformazione cosiddetto di Maschera di Agamennone, ben noto in letteratura. In altre parole, nella figura 6 dell'articolo l'autore conferma un risultato noto sin dai primi studi di Vignon e Delage del 1902, per cui l'immagine sindonica si configura come proiezione ortogonale. Non si ravvisa nessun elemento di novità in questa conclusione dell'articolo".

Ad analizzare l'articolo di Cicero Moraes su una simulazione 3D per la Sindone, "Image formation on the Holy Shroud - A digital 3D approach", di cui nei giorni scorsi sono state diffuse notizie, è il Centro internazionale di studi sulla Sindone (Ciss), con sede a Torino.

"In aggiunta - viene precisato - a partire dagli studi in situ del gruppo Sturp (Shroud of Turin Research Project, gruppo internazionale di ricerca costituito allo scopo di esaminare scientificamente la Sindone, ndr) del 1978 e dalle successive analisi chimico-fisiche, è stata esclusa la formazione dell'immagine per mezzo di pittura, frottage con bassorilievo, o contatto con una statua/bassorilievo riscaldata".

"In sintesi il risultato dell'articolo in questione sull'assenza dell'effetto Maschera di Agamennone e relativa proiezione verticale dell'immagine sindonica è già noto da oltre un secolo, e la conseguenza ipotizzata dall'autore sulla origine pittorica o strinata da contatto della Sindone su un bassorilievo è ampiamente smentita da numerosi studi fisico chimici, in primis Sturp e confermati da misure più recenti, di cui esiste ampia letteratura su riviste scientifiche accreditate" viene aggiunto.

Il Centro internazionale di studi sulla Sindone "ribadisce l'importanza di un approccio rigoroso e interdisciplinare - viene puntualizzato -, che distingua nettamente tra dati certi e ipotesi, integrando i risultati di tutte le discipline coinvolte".

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