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Cronaca

Adriano Roffino, una vita in musica e in silenzio. Il paese si ferma

Storico presidente della Filarmonica, fondatore dei pifferi e tamburi e alpino instancabile, si è spento a 79 anni. Il paese piange un uomo simbolo della comunità

Adriano Roffino, una vita in musica e in silenzio. Il paese si ferma

Adriano Roffino

Ha posato lo zaino a terra, come dicono gli Alpini. E l’ha fatto in silenzio, con quella stessa discrezione con cui ha attraversato la vita. Se n’è andato Adriano Roffino, 79 anni, una delle figure più amate, riconoscibili e autentiche di Montalto Dora. 

Martedì 15 luglio ha chiuso gli occhi portandosi via una storia lunga quasi un secolo. Una storia fatta di musica, di impegno, di generosità, di bandiere alpine e partiture, di bottiglie consegnate casa per casa e strette di mano sincere. Una storia che non era solo la sua, ma quella di una comunità intera.

Adriano era una di quelle persone che sembrano non doversene andare mai. Sempre presente, sempre pronto. Un pilastro silenzioso e testardo. Una figura che attraversava i decenni con la forza delle cose semplici e vere. Difficile ridurlo a un’etichetta: era musicista, presidente, fondatore, commerciante, alpino, amico, custode, volontario, compagno di battaglie e idee. Eppure chiunque lo abbia conosciuto ha sentito di avere con lui un rapporto personale, quasi esclusivo.

Perché Adriano Roffino era così: non faceva mai rumore, ma lasciava il segno.

La sua vita pubblica coincide con quella del paese. È stato per 25 anni il presidente della Filarmonica Montaltese, ma il suo impegno è durato ben oltre: anche dopo aver lasciato la guida ufficiale dell’associazione, ha continuato a dare il proprio contributo come archivista, economo, guida e memoria storica. Era uno di quelli che sapeva tutto: date, nomi, aneddoti, spartiti. E se c’era da risolvere un problema, lo si chiamava. Perché c’era sempre.

Nel 1979 aveva fondato – insieme a Pino Marzocca – il gruppo dei pifferi e tamburi di Montalto Dora. Un’idea semplice e geniale: portare avanti una tradizione musicale legata al territorio, alla festa, alla strada, alla pelle. Ma non era certo quello il suo inizio. La sua passione per la musica era sbocciata molti anni prima, tra i pifferi dello Storico Carnevale di Ivrea, dove aveva imparato a camminare al passo del ritmo, prima ancora che delle idee.

Accanto alla musica, c’era l’altro suo grande amore: gli Alpini. Non un’associazione, ma una famiglia. Un codice d’onore. Un modo di stare al mondo. Nella Sezione ANA di Ivrea, Adriano era stato nominato referente della fanfara nel “Direttivo del Centenario” nel 2021, e più recentemente, nel 2025, consigliere sezionale per il gruppo di Montalto Dora. Portava il cappello con la penna nera con fierezza, ma senza boria.

E se gli Alpini di Borgofranco lo hanno ricordato con parole semplici e struggenti – “Una grandissima perdita. Era un grande Alpino e una persona meravigliosa” – non hanno fatto altro che dire ciò che tutti pensano. Che tutti sentono.

Perché anche a Borgofranco, Adriano Roffino era una presenza viva. A ricordarlo è il sindaco Fausto Francisco, che sottolinea come il nome di Adriano sia nell'elenco in bella mostra al Salone Carnevalesco di via Marini come socio fondatore.

“Molti - aggiunge - lo ricordano affettuosamente per il suo carattere sempre pronto e disponibile per il suo paese.”

E poi c’è chi lo ha conosciuto da una vita, ben prima che diventasse ciò che era. Il sindaco di Montalto Dora, Renzo Galletto, parla di lui chiamandolo non solo concittadino, ma “carissimo amico”.

E racconta che nei giorni del collegio San Giorgio, quando lui era solo un ragazzino da poco rimasto orfano, fu proprio Adriano a proteggerlo, su raccomandazione della madre. È una delle tante storie che non finiscono sui giornali, ma che fanno la differenza nel tempo: la differenza tra essere una figura pubblica e una guida silenziosa.

Il sindaco lo ricorda anche come uomo delle idee e delle soluzioni.

 “La sua presenza in decine di iniziative era il marchio di garanzia che quell’evento avrebbe funzionato.”

E ancora: “Ci mancherà la sua faccia da maschera indefinita, le sue discussioni, le sue incazzature, ma soprattutto la sua insostituibile presenza.”

C’era poi l’Adriano imprenditore, che per anni ha gestito un’attività di commercio di acque minerali e bevande in Corso Marconi. Un lavoro umile e concreto, fatto di furgoni, carichi, bolle e clienti. Ma anche lì Adriano era una certezza: puntuale, corretto, gentile. La sua parola valeva più di un contratto.

Ora la comunità si prepara a salutarlo. Il Santo Rosario sarà recitato mercoledì 16 luglio alle 20.00 nella Chiesa Parrocchiale di Montalto Dora. Il funerale si terrà giovedì 17 luglio alle ore 15.00, con partenza a piedi del corteo alle 14.30. Dopo la celebrazione, Adriano sarà accompagnato al cimitero del paese, dove riposerà accanto a chi ha amato e servito per tutta la vita.

La famiglia – la moglie Mariuccia, il figlio Marco con Daniela, i nipoti Federico e Carlotta, la sorella Rita, il cognato Domenico, i figliocci Stefano e Maria Grazia, e i tanti cugini, amici, colleghi – ringrazia il personale del reparto Oncologia dell’ospedale di Ivrea e il servizio ADI per la cura ricevuta.

Ma più di ogni ringraziamento, a restare è l’esempio. È la forza gentile di chi c’era sempre, senza chiedere nulla. È la musica che risuona ancora. È il passo alpino che accompagna ogni gesto buono. È il paese intero che oggi si ferma, si guarda intorno, e si accorge che manca qualcosa. Manca qualcuno.

Ha posato lo zaino a terra, Adriano. Ma in tanti, tantissimi, continueranno a camminare sulle sue orme.

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