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01 Agosto 2025 - 11:22
Ferragosto a Ivrea: tra natura incontaminata, storia UNESCO e un centro storico che sorprende
Se sei uno di quei turisti della domenica che il 15 agosto prende la macchina senza una vera meta, magari con la sola certezza di voler evitare l’autostrada e i soliti litorali affollati, Ivrea ti aspetta. Ed è pronta a sorprenderti. Basta poco per accorgersi che qui c’è tutto quello che serve per vivere un Ferragosto autentico, senza calca, senza finzione, senza noia.
Si parte dal verde, dall’acqua, dal silenzio. I laghi di Ivrea non hanno nulla da invidiare a quelli più noti del Piemonte, eppure sono ancora abbastanza “segreti” da regalare la sensazione che il tempo si sia fermato. Il lago Sirio, per esempio, è un incanto tra i boschi, raggiungibile anche a piedi dal centro. Perfetto per chi ama camminare nel fresco, per chi cerca un angolo dove stendersi a leggere o semplicemente osservare. E poi ci sono il lago Pistono, il Campagna, il lago Nero e il San Michele: un sistema morenico che regala scenari diversi, silenzi diversi, emozioni diverse. A pochi minuti dal centro città.
Poi c’è la città vera, quella che cammini. Lasciata la macchina nei pressi della stazione, in pochi minuti si è nel cuore storico: via Arduino, il Borghetto, il lungodora, piazza del Municipio, le scalinate, le insegne dei negozi antichi, le edicole votive. Ivrea si svela passo dopo passo, e se ti fermi a guardare davvero, ti accorgi che ogni muro ha qualcosa da raccontare.
A Ferragosto il castello è aperto. Quello con le torri tonde, che sembra uscito da un libro di racconti. Puoi entrare, salire, vedere la città dall’alto. Capire com’era, come sarebbe potuta diventare, come resiste. A pochi metri, si incontra anche la Cattedrale di Santa Maria Assunta, con i suoi sotterranei e il chiostro romanico. Sì, anche questa è Ivrea. E la domenica di Ferragosto vale la pena scoprirla tutta.
Ivrea è anche Unesco. Ma senza musealizzarsi. Qui il patrimonio mondiale non è una teca di vetro. È vivo. È fatto di edifici Olivetti ancora vissuti, scuole progettate con la luce in mente, palazzi in cui l’architettura serviva l’uomo e non viceversa. Basta allungarsi verso corso Jervis e seguire il filo delle architetture razionaliste per capire perché Ivrea è entrata nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità. E magari iniziare a pensare che quel tipo di futuro lì, quello pensato da Adriano Olivetti, oggi manca ancora.
Chi cerca spiritualità può salire al Santuario di Monte Stella. Una passeggiata breve ma intensa, tra alberi e scalinate, fino a una chiesetta affacciata sulla città, con un panorama che toglie il fiato. Non solo un punto panoramico: è un luogo dove si respira raccoglimento, silenzio, bellezza.
E poi c’è la Dora. Che scorre sotto i ponti, ai piedi delle case, tra le ruote arrugginite di vecchi mulini. Ti fermi su una panchina, in silenzio, e capisci che Ivrea è fatta anche d’acqua. Non solo quella dei laghi, ma quella che attraversa la città come un pensiero lento.
E se vuoi spingerti un po’ oltre i confini cittadini, il Ferragosto è il momento perfetto per un piccolo tour tra i castelli dell’Eporediese. Oltre a quello di Ivrea, sempre aperto, meritano una visita anche il castello di Pavone Canavese, trasformato in dimora storica con atmosfere da fiaba, e il castello di Montalto Dora, incastonato sulla collina tra boschi e sentieri, con una vista mozzafiato sul lago Pistono. Sono luoghi vicini, raggiungibili in pochi minuti, e ciascuno racconta un pezzo di questa terra ricca di storie, torri e leggende.
Se sei arrivato a Ivrea senza aspettative, te ne andrai con una cartolina nel cuore. Perché questa città è così: non ti urla nelle orecchie, non ti rincorre. Ti accoglie con dignità. Con discrezione. Con storia.
E Ferragosto, se vissuto qui, diventa esattamente quello che dovrebbe essere: una giornata per rallentare, per vedere davvero, per ascoltare il silenzio.
Ivrea ti aspetta. E lo fa a modo suo. Con semplicità. Con grazia. Con orgoglio...
Chi sceglie Ivrea il 15 agosto non cerca il caos delle spiagge o i soliti luoghi affollati. Cerca autenticità. Bellezza. Emozione. Ivrea offre tutto questo, e lo fa con una grazia tutta sua: discreta, elegante, mai ostentata. È una città che sa donare a chi ha voglia di camminare, osservare, ascoltare.
C’è chi inizia la giornata tra i riflessi blu dei suoi cinque laghi, perfetti per una passeggiata nel verde, una sosta con vista, una foto che racconti la quiete. C’è chi prosegue aggirandosi tra le architetture razionaliste del patrimonio UNESCO, scoprendo palazzi che parlano di una visione rivoluzionaria, quella di Adriano Olivetti. C’è chi sale fino al Castello, con le sue torri tonde che sembrano disegnate da un bambino, e lo trova finalmente aperto anche a Ferragosto. C’è chi si perde – volutamente – tra i vicoli del Borghetto, tra le vetrine silenziose di via Arduino, tra gli scorci poetici del lungodora.
Ivrea è un viaggio, ma è anche un incontro. Un incontro con la natura, la storia, l’arte industriale. Ma soprattutto con una città viva, che respira forte e ti accoglie.
E come ogni viaggio che si rispetti, anche questo ha bisogno di una sosta. Di una tappa vera. Di un pranzo che non sia solo ristoro, ma parte dell’esperienza.
E allora eccola, la vera sosta eporediese. L’Aquila Nera. Il ristorante di Tony Cuomo.
Tony non è solo un cuoco. È memoria vivente della città. Un uomo arrivato dal Sud nel 1969, che ha scelto Ivrea come casa e ha fatto del suo locale un luogo di accoglienza, di qualità, di famiglia. In Corso Nigra 56, a due passi dal centro, l’Aquila Nera è diventata negli anni una tappa obbligata per chi cerca la vera cucina, l’autenticità, il calore umano.
A Ferragosto, la proposta è quella delle grandi occasioni.
Si parte con una sangria fresca accompagnata da tapas, per accogliere gli ospiti in un clima conviviale e rilassato. Poi comincia il viaggio nei sapori del mare, che a Ivrea – incredibilmente – parlano la lingua del Mediterraneo.
Fettuccine di seppie. Polpo condito con olio di frantoio e olive di Gaeta. Gamberoni reali. Salmone alle erbe aromatiche. Zucchine alla scapece.
E poi il piatto simbolo: la Paella alla catalana. Ricca, colorata, generosa. Una festa di sapori e profumi.
A seguire il Fritto di paranza, croccante e abbondante, come la tradizione comanda.
Per chiudere in dolcezza, la torta al limone della casa, profumata, semplice, perfetta. E ovviamente acqua, caffè, digestivo e un ottimo Erbaluce della Tenuta Roletto, eccellenza del territorio canavesano.
È un menù pensato per chi ha fame di verità, di genuinità, di cose fatte bene. E lo è ancora di più in un giorno come Ferragosto, quando ci si ferma, si guarda intorno e si sceglie di vivere un’esperienza che resti.
Ivrea merita di essere vissuta anche a tavola. Non con fretta, non con superficialità. Ma con la stessa attenzione con cui si osserva un tramonto sul lago Sirio, si percorre la Via Francigena o si scatta una foto dalla passerella che unisce passato e presente sul fiume Dora.
Il consiglio è semplice: prenotate. Il Ferragosto all’Aquila Nera è sempre un successo e i posti sono limitati. Non aspettate l’ultimo momento.
Telefono: 0125 641416
Email: aquilanera.ditony@gmail.com
Sito: www.aquilanera-ivrea.it
Indirizzo: Corso Nigra 56 – Ivrea
Ferragosto a Ivrea è bellezza, cammino, scoperta.
All’Aquila Nera diventa anche sapore, accoglienza, memoria.
Unisciti a chi ha già scelto. Siediti a tavola. E goditi Ivrea con gli occhi, il cuore e il palato.
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