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Il Canavese urla per chi non ha più voce: il 2 agosto flashmob e lenzuola rosse per Gaza

Il flashmob promosso da Energia per Rivarolo diventa un gesto corale di denuncia, memoria e umanità condivisa

Rivarolo Canavese

Rivarolo Canavese urla per chi non ha più voce: flashmob e lenzuola rosse per Gaza

L’appuntamento è fissato per sabato 2 agosto, alle ore 17.15. Il luogo è simbolico: Corso Torino, angolo viale Berone, proprio di fronte al monumento ai caduti. È lì che si svolgerà il flashmob “Facciamo rumore per Gaza”, promosso dal gruppo consiliare Energia per Rivarolo e sostenuto da una rete di associazioni, movimenti e cittadini dell’Alto Canavese, uniti nel desiderio di rompere il silenzio su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza.

Prima dell’evento vero e proprio, già alle ore 9 del mattino, in piazza Massoglia, sarà allestito un gazebo informativo. E alle 17 in punto, chi lo vorrà potrà partecipare a una breve camminata che partirà davanti al Comune in via Ivrea 60, come momento introduttivo e di raccoglimento collettivo.

Il flashmob avrà una struttura fortemente evocativa: lenzuoli bianchi, vestitini, giocattoli imbrattati di rosso. Immagini forti, dirette, che parleranno da sole. Insieme a questi oggetti – memoria tangibile delle vite spezzate nella Striscia di Gaza, soprattutto quelle infantili – i partecipanti sono invitati a “fare rumore”, rompendo fisicamente il silenzio con strumenti, urla, campanacci, megafoni, tamburi. Il rumore sarà la forma sonora della denuncia.

A dar voce alle parole, invece, sarà la testimonianza di Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Alcuni passaggi delle sue denunce internazionali saranno letti ad alta voce, affinché chi passa, chi ascolta, chi finora ha fatto finta di nulla, sia costretto a fermarsi.

Tra i promotori principali dell’iniziativa c’è Helen Ghirmu, esponente di Energia per Rivarolo. Le sue parole sono semplici ma incisive: «Non possiamo restare in silenzio di fronte a quello che accade a Gaza. La nostra voce, per quanto piccola, può rompere il muro dell’indifferenza». E ancora: «Ogni vita conta, soprattutto quella dei bambini che stanno pagando il prezzo più alto». Il messaggio è chiaro: la neutralità non è più una posizione accettabile. E non lo è di fronte a ciò che lo stesso Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU ha definito come violazioni sistematiche del diritto internazionale.

Le adesioni, intanto, si allargano. Hanno confermato la propria partecipazione Anpi Rivarolo Favria Oglianico, Comitato Pace Alto Canavese, Cgil Alto Canavese, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Pax Christi, ProximaMente, Sinistra Italiana–AVS, il Tavolo Antifascista XXV Aprile Alto Canavese, oltre a numerosi attivisti e cittadini. Non sarà una manifestazione di partito, ma un momento laico e collettivo di coscienza civile.

Il genocidio dimenticato

Da ottobre 2023, la situazione nella Striscia di Gaza è precipitata in una spirale di devastazione. Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, oltre 37.000 civili palestinesi sono morti, tra cui almeno 15.000 bambini, e decine di migliaia sono rimasti feriti. Ospedali rasi al suolo, quartieri interi cancellati, intere famiglie sterminate. La comunità internazionale continua a dividersi tra condanne timide e complicità silenziose.

Francesca Albanese, in una delle sue recenti denunce, ha parlato esplicitamente di "atti che potrebbero costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità". Ha evidenziato l’assedio totale di Gaza, il blocco umanitario, la distruzione deliberata di infrastrutture civili e il ricorso alla fame come arma di guerra. Alcuni governi occidentali continuano a sostenere l’offensiva militare israeliana, parlando di “diritto alla difesa”, ma sul campo il confine tra difesa e sterminio appare ogni giorno più labile.

In questo scenario, eventi come quello di Rivarolo assumono un valore che va oltre la dimensione locale. Portano la questione globale dentro le piazze dei paesi, rompono la gabbia mediatica costruita intorno a un racconto spesso sbilanciato, e ridanno centralità alla coscienza delle persone comuni. Non basta più indignarsi a parole. “Fare rumore” vuol dire prendere posizione, mostrarsi, esporsi.

È un atto politico, nel senso più alto e nobile del termine: schierarsi dalla parte della vita, della giustizia, dei diritti umani, quando questi vengono calpestati con ferocia e impunità.

Quella di sabato sarà una manifestazione sobria ma forte, lontana dai toni gridati ma ferma nella richiesta di cessate il fuoco immediato, accesso agli aiuti umanitari, rispetto del diritto internazionale. Rivarolo, così come altri centri dell’Alto Canavese, ha una lunga storia di resistenza, solidarietà, impegno civile. La presenza di sigle come ANPI, Cgil, Pax Christi e movimenti antifascisti conferma che questa è una terra che non ha dimenticato la propria coscienza storica.

Il flashmob “Facciamo rumore per Gaza” non sarà solo un atto simbolico. Sarà un segnale chiaro a chi preferisce girare lo sguardo altrove, a chi si rifugia nel cinismo dell’equidistanza, a chi banalizza un massacro definendolo “conflitto”. Le lenzuola insanguinate che saranno esposte non sono scenografia: sono un urlo muto che grida per chi non ha più voce.

E sarà proprio nel rumore – fragoroso, disordinato, umano – che questo silenzio criminale potrà finalmente essere spezzato.

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