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30 Luglio 2025 - 21:38
Difesa a Leonardo, camion a Tata: lo smembramento di Iveco vale 5,5 miliardi
Iveco diventa indiana. Il colosso dei camion, autobus e furgoni del gruppo Agnelli sarà acquisito da Tata Motors per 3,8 miliardi di euro. L’operazione è subordinata alla separazione delle attività di difesa, che passeranno entro marzo 2026 a Leonardo in cambio di 1,7 miliardi.
Il valore complessivo delle due operazioni tocca quota 5,5 miliardi di euro. A Exor, la holding della famiglia Agnelli che detiene poco più del 27% di Iveco, andranno 1,5 miliardi di euro. Gli indiani acquisiranno l’intera società entro metà 2026: la sede resterà in Italia, a Torino, ma Iveco uscirà dalla Borsa di Milano. “Dall’unione nascerà un gruppo di veicoli commerciali con la portata, il portafoglio prodotti e la capacità industriale necessari per affermarsi come leader globale in questo settore dinamico”, spiegano le aziende.
Insieme, Tata e Iveco conteranno su oltre 540.000 unità vendute ogni anno e ricavi pari a 22 miliardi di euro: il 50% provenienti dall’Europa, il 35% dall’India e il 15% dalle Americhe, con buone prospettive anche in Asia e Africa. L’Opa da 3,8 miliardi sarà lanciata da una nuova società di diritto olandese controllata da Tata. Escluse dalla cessione le attività di difesa (marchi Idv e Astra), che saranno cedute a Leonardo. “Si darà così vita a un campione nazionale nel settore della difesa terrestre a livello europeo, con le dimensioni e le competenze necessarie per competere anche a livello globale”, sottolinea Iveco.
“L’operazione permetterà ai dipendenti di entrare in un’azienda significativamente più grande, meglio posizionata per investire e competere in un segmento di importanza strategica fondamentale”.
Intanto Iveco ha approvato i conti del secondo trimestre 2025, che registrano un calo sia dei ricavi sia dell’utile, e ha rivisto al ribasso le stime sull’anno in corso: i ricavi scenderanno tra il 3 e il 5%, anziché restare stabili. Domani è attesa la conference call con gli analisti.
Il governo accoglie positivamente l’operazione: “È un’importante operazione industriale che apre nuove prospettive di crescita per il gruppo Iveco, storica realtà italiana, e per i suoi lavoratori”. Inoltre, sottolinea che l’India è un partner strategico per l’Italia. Anche la cessione della divisione Difesa viene definita “in linea con la strategia di valorizzazione di un polo produttivo di eccellenza in settori differenziati ma correlati”.
Di tutt’altro tono la reazione dei sindacati, convocati domani al Mimit. “È inaccettabile che l’azienda abbia proceduto alla cessione di un intero settore industriale senza un confronto con le organizzazioni sindacali. Si conferma la strategia di Exor di favorire profitti e dividendi per gli azionisti, proseguendo nel disimpegno dal punto di vista industriale nel nostro Paese”, attacca la Fiom.
“È una scelta che allontana un’importante realtà industriale italiana dal suo storico radicamento nazionale. Chiediamo al governo italiano un intervento immediato, che non si limiti a mere dichiarazioni di principio”, dichiara il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano. Per la Uilm, “la situazione richiederà la massima attenzione da parte non solo del sindacato ma anche del governo, tanto più che sul futuro dell’industria europea dei veicoli commerciali si getta l’ombra sinistra delle multe e della così detta transizione all’elettrico”.
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