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8.200 euro di TaRi, ma ne doveva pagare solo 82: contribuente piemontese sbaglia un clic e "regala" soldi al comune

Un contribuente sbaglia il versamento della tassa rifiuti

8.200 euro per la TaRi

8.200 euro per la TaRi, ma ne doveva pagare solo 82: contribuente piemontese sbaglia un clic e "regala" soldi al comune

C’è chi si dimentica di pagare la TaRi e chi, al contrario, la paga troppo. Decisamente troppo. È quanto accaduto a Santena, dove un contribuente, nel tentativo virtuoso di saldare l’acconto 2025, ha digitato qualche numero di troppo sul sistema di pagamento online, versando la bellezza di 8.200 euro invece dei canonici 82. Sì, avete letto bene: ha moltiplicato per cento l’importo dovuto, trasformando un’imposta comunale in una donazione da capogiro.

L’errore, fortunatamente, non è passato inosservato. A intercettarlo è stato proprio il Comune, che ha ricevuto una segnalazione nei primi giorni di luglio. A quel punto, la macchina amministrativa si è attivata con rara prontezza, avviando l’iter per rimborsare la somma versata in eccesso. Un gesto di efficienza e comprensione che ha evitato al malcapitato contribuente la necessità di vendere la macchina o aprire un mutuo per il secondo acconto.

La determina dirigenziale che accompagna la pratica è tanto asciutta quanto surreale: tra numeri, codici e IBAN, spunta la conferma di un rimborso da 8.118 euro, più preciso di un algoritmo e molto più generoso di qualunque cashback. Il cittadino, nel frattempo, pare abbia incassato la lezione e promesso a se stesso di controllare bene la tastiera prima di cliccare su "paga ora".

Dietro il siparietto tragicomico, resta una questione seria: quella dei pagamenti digitali, sempre più diffusi ma non esenti da rischi. Basta un numero sbagliato, una distrazione, una somma scritta di fretta – magari dopo cena o durante una riunione noiosa – e il portafogli virtuale si svuota come un lavandino senza tappo. Comodità, sì, ma anche vulnerabilità. L’episodio santenese lo dimostra: il digitale non perdona e il mouse può essere più pericoloso di un bollettino postale.

Il Comune, da parte sua, ha colto l’occasione per ricordare che gli uffici tributi sono a disposizione dei cittadini, soprattutto quando ci si accorge che qualcosa, nel pagamento, non torna. Un invito alla prudenza ma anche alla fiducia nei rapporti con l’ente pubblico, che in questo caso ha saputo gestire con buon senso una situazione che avrebbe potuto trasformarsi in un incubo fiscale.

Chissà se adesso, ogni volta che vedrà una bolletta, il cittadino di Santena non si prenderà qualche minuto in più per contare gli zeri. E chissà se l’aneddoto non entrerà nel folklore locale: “Ti ricordi di quello che pagò 8.200 euro di TaRi?”. Sì, è successo davvero. E se volete controllare, c’è pure la determina ufficiale.

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