AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
29 Luglio 2025 - 18:26
Addio Maserati a Mirafiori: la fabbrica chiude tra sorrisi amari e silenzi pesanti
L’ultima Maserati Gran Cabrio ha lasciato le linee della Carrozzeria di Mirafiori tra gli applausi sommessi, le foto di rito e quei sorrisi amari che sanno tanto di smarrimento. È il 29 luglio 2025, e quella che avrebbe potuto essere una giornata celebrativa diventa, come hanno detto i sindacati della Fiom Cgil, una “festa amara”. Perché oggi, a Torino, finisce qualcosa che va ben oltre la produzione di una vettura: si chiude un’epoca. La storica fabbrica torinese, culla dell’automobilismo italiano e simbolo stesso del Novecento industriale, smette di produrre Maserati. Non è solo la conclusione di un ciclo: è un commiato pieno di malinconia e dubbi sul futuro.
Non è un caso se a definire la giornata “amaramente storica” sono stati proprio i delegati sindacali interni, quelli che negli anni hanno difeso posti di lavoro, identità operaia, qualità manifatturiera. L’ultima Gran Cabrio prodotta a Torino viene inviata a Modena, insieme al resto della gamma superstite. La produzione si sposta infatti nel sito del Tridente, lo storico impianto modenese dove Stellantis sta tentando il rilancio del marchio tra nostalgia, heritage e nuove promesse. Ma a Torino resta solo l’eco di quanto era, e non è più. “Da domani a Mirafiori ci sarà solo chi spedisce il materiale Maserati a Modena fino all’8 settembre”, spiegano i delegati della Fiom, con voce stanca. La fabbrica si svuota, come d’estate, ma stavolta con un presagio definitivo. E mentre parte la tradizionale fermata di agosto, anche la produzione della 500 elettrica (Bev) si interrompe, in attesa – forse – di ripartire in autunno con la nuova Fiat 500 ibrida, promessa per novembre.
La produzione della Gran Cabrio a Mirafiori era ripresa temporaneamente dopo la dismissione dello stabilimento Agap-ex Bertone di Grugliasco, oggi in fase di vendita. Un rimbalzo tecnico, non un vero rilancio. Ed era solo questione di tempo prima che le ultime Maserati venissero “riassorbite” dal quartier generale di Modena. Ora anche questo passaggio è concluso. Stellantis, che già aveva ridotto progressivamente la forza produttiva del sito torinese, ha optato per l’ennesima razionalizzazione: meno linee, meno modelli, meno operai. I sorrisi immortalati nelle foto d’addio, come notano gli stessi sindacalisti, “servivano forse a nascondere lo smarrimento”. Perché la verità è che a Torino si spegne uno degli ultimi simboli del lusso italiano in movimento.
La situazione non è isolata. Fa parte di una più ampia strategia aziendale, giustificata da numeri impietosi. Nel primo semestre del 2025, Maserati ha venduto appena 4.328 unità nei dieci principali mercati globali. Una caduta verticale rispetto alle 6.324 vetture dello stesso periodo del 2024 e alle 9.194 del 2023. I ricavi si sono fermati a 369 milioni di euro, mentre l’utile operativo adjusted è scivolato a -139 milioni, con un margine operativo negativo del ‑37,7%. Una performance definita “insostenibile” dagli analisti. Non a caso, Stellantis ha annunciato l’avvio di una riflessione profonda sul futuro del marchio del Tridente. Tra le opzioni vagliate, persino la possibilità – al momento smentita – di una vendita della Maserati.
Nel frattempo, però, da Modena è arrivata l’ultima carta da giocare: la nuova MCPura, versione aggiornata della MC20, presentata in anteprima al Goodwood Festival of Speed. Una supercar pensata per rinvigorire l’identità sportiva e l’immagine premium del marchio. Il motore resta il glorioso V6 Nettuno da 621 cavalli, capace di accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 2,9 secondi, con una velocità massima superiore ai 325 km/h. La nuova carrozzeria è più affilata, la griglia anteriore trapezoidale, gli spoiler più marcati, i colori aggressivi – AI Aqua Rainbow, Devil Orange, Verde Royale – e gli interni rivestiti in Alcantara con motivi laserati ispirati agli pneumatici da corsa. Il volante riprende lo stile delle competizioni GT2 e tutto nell’abitacolo grida performance ed esclusività. Ma basterà una sportiva da oltre 240.000 dollari per salvare il marchio?
Il nuovo CEO Santo Ficili si mostra fiducioso, ma prudente. Ha spiegato che sarà difficile rilanciare Maserati senza ristrutturare profondamente il posizionamento del brand, puntando su mercati esterni all’Europa e su campagne marketing più aggressive. Non ha escluso del tutto l’arrivo di una versione elettrica della MCPura – la Folgore – anche se per ora il progetto è congelato: “Sarà realizzata solo se i clienti la vorranno davvero”. In altre parole, ogni passo futuro sarà subordinato alla domanda.
In questo contesto, Torino osserva in silenzio. L’euforia degli anni d’oro è lontana. Gli spazi di Mirafiori, un tempo popolati da decine di migliaia di lavoratori, si fanno sempre più vuoti. Il rumore delle catene di montaggio ha lasciato spazio a un silenzio inquietante. E anche il piano di uscite incentivate, con 250 lavoratori già pronti alla pensione grazie a incentivi fino a 70.000 euro, conferma il ridimensionamento irreversibile. Entro l’autunno saranno 610 i lavoratori fuoriusciti in tutta la regione. Un’emorragia occupazionale che ridisegna il paesaggio industriale piemontese.
Ad aggravare la situazione, la notizia che Stellantis starebbe valutando la dismissione di Iveco, altro pilastro produttivo della regione, ha scosso il tessuto industriale già provato. I titoli in borsa del gruppo automobilistico hanno subito flessioni, e il management ha parlato senza troppi giri di parole: “Servono scelte difficili per garantire la sostenibilità di lungo termine”. Ma a pagare il prezzo di queste scelte sono sempre i territori. Sempre i lavoratori.
E così, mentre a Modena si accendono i riflettori su una nuova supercar, Torino spegne definitivamente la luce su un’icona. La Gran Cabrio che oggi ha salutato Mirafiori non è solo un’automobile: è l’ultimo segno tangibile di un passato glorioso. Un passato fatto di ingegneri, operai, meccanici, designer. Un passato che ha scritto la storia del Paese, fatto di eccellenza tecnica e orgoglio operaio. Quel passato oggi si allontana sui camion diretti a Modena, lasciando dietro di sé un silenzio pieno di domande. E di rimpianti.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.