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Sicurezza urbana a rischio a Chivasso: mozione dell’opposizione dopo i furti a raffica

Residenti spaventati e zone al buio: martedì 29 luglio si vota in Consiglio

Sicurezza urbana a rischio a Chivasso: mozione dell’opposizione dopo i furti a raffica

Sicurezza urbana a rischio a Chivasso: mozione dell’opposizione dopo i furti a raffica

Chivasso ha paura. Lo si percepisce dalle voci che si rincorrono nei bar, dai messaggi nei gruppi WhatsApp, dalle segnalazioni che arrivano in Comune. Lo si legge nero su bianco nella mozione che il consigliere comunale Bruno Prestìa, capogruppo del civico Per Chivasso, ha protocollato il 18 luglio e che verrà discussa martedì 29 luglio in Consiglio comunale.

I quartieri bersagliati sono sempre gli stessi. Via Montegrappa, la frazione Montegiove, la zona di via Baraggino, quella attorno al Lidl. I cittadini parlano di auto sospette che girano la sera, di porte forzate, di tentativi di effrazione andati a segno. E più che la cronaca, è il clima a preoccupare: un senso diffuso di insicurezza, di abbandono, di sfiducia.

“La città lamenta una scarsa sensazione di sicurezza”, scrive Prestìa, che attacca frontalmente l’Amministrazione guidata dal sindaco Claudio Castello. Secondo il consigliere, l’esecutivo comunale non avrebbe adottato nessuna strategia efficace per contrastare la microcriminalità. “Non sono state prese in considerazione ulteriori misure utili. La parvenza di sicurezza nei cittadini è ai minimi storici”.

Ma il testo non si limita alle denunce. Contiene richieste precise, a partire da un cambio di passo della Polizia Municipale. Prestìa propone di istituire un turno serale sperimentale, dalle 20 alle 2, da attuare subito e da prorogare almeno fino a settembre o ottobre. Un modo per presidiare il territorio proprio nelle ore più critiche, quando ladri e vandali colpiscono con maggiore facilità.

Altro fronte caldo, quello dell’illuminazione pubblica. Le zone più colpite, evidenzia la mozione, sono spesso quelle più buie. “L’assenza di punti luce ha facilitato i furti”. Da qui la richiesta di aumentare la luce nei quartieri bersagliati, non solo come deterrente, ma anche per restituire ai residenti un minimo di tranquillità.

C’è poi il tema della videosorveglianza. Le telecamere, secondo l’opposizione, ci sono ma non bastano. Troppe aree restano scoperte. La proposta è semplice: installarne di nuove, soprattutto nei punti segnalati più volte dai cittadini. A questo si aggiunge l’idea di creare un coordinamento tra le forze dell’ordine e una Commissione consiliare ad hoc che si occupi esclusivamente di sicurezza urbana.

Il cuore della mozione, però, è tutto politico. Prestìa pretende che Sindaco e Giunta tornino in Consiglio per riferire cosa stanno facendo. Vuole chiarezza su quali strategie siano state adottate e se ci siano stati contatti con le forze dell’ordine in merito agli episodi più recenti. Non si accontenta di un documento votato e archiviato: chiede continuità, monitoraggio, coinvolgimento diretto del Consiglio.

Nel testo, si richiama anche il concetto di sicurezza integrata, dove l’ente locale non si limita a “reclamare” l’intervento dello Stato, ma si mette in gioco in prima persona. “La sicurezza è anche equilibrio sociale, difesa dei diritti, integrazione, accesso ai servizi”, scrive il consigliere. Un’idea ampia, che va oltre le pattuglie e punta a una visione di città più vivibile e coesa.

“La qualità della vita urbana dipende anche da come le istituzioni sanno rassicurare i cittadini”, si legge nella mozione.

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