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25 Luglio 2025 - 23:20
Ponte Sant’Anna tra Verolengo e Crescentino: appaltati i lavori dopo 40 anni di attese. Sarà davvero la volta buona?
Ed eccolo qua. L’annuncio. L’ennesimo. Un altro comunicato, un altro post su Facebook, per certificare che “ci siamo quasi”, “questa volta si parte”, “stavolta è quella buona”. Stavolta, davvero.
È venerdì 25 luglio 2025 e il comunicato stampa porta la firma della Città Metropolitana di Torino, con tanto di dichiarazioni ufficiali e dettagli tecnici. Si annuncia l’affidamento dei lavori per il raddoppio del ponte sulla Dora Baltea, tra Borgo Revel e Crescentino, lungo la Strada Provinciale 31 bis del Monferrato.
A realizzarli sarà il raggruppamento temporaneo di imprese Civelli-Giudici, per un importo di poco superiore ai 13 milioni di euro. Il quadro economico generale dell’opera, però, supera i 22 milioni, con risorse provenienti da Regione, Città Metropolitana, Ministero delle Infrastrutture e Provincia di Vercelli.
Un’opera importante. Strategica. Tanto da guadagnarsi, nel corso degli anni, il titolo (non ufficiale) di cattedrale incompiuta della pianura vercellese. Perché se ne parla da decenni, almeno quarant'anni. Forse anche di più. Eppure il ponte Sant’Anna, che unisce i territori di Verolengo e Crescentino, è ancora lì: stretto, insicuro, pericoloso. Un collo di bottiglia per il traffico locale e un incubo per i camionisti che ogni giorno lo attraversano.
Il sindaco di Crescentino, Vittorio Ferrero, ha affidato ai social il suo entusiasmo: “Un panorama che sta per cambiare per sempre. [...] Adesso ci siamo. Il cantiere è davvero alle porte. Questa volta, è tutto per davvero”.
Parole simili, anzi identiche, a quelle già ascoltate nel giugno 2023, quando il presidente della Regione, Alberto Cirio, consegnava la delibera da due milioni e mezzo di euro all'allora sindaco di Verolengo Luigi Borasio, immortalando il momento con una foto di gruppo destinata più alla propaganda elettorale che alla storia dell’ingegneria civile.
Il ponte Sant'Anna tra Borgo Revel (Verolengo) e Crescentino
Sì, perché la storia del ponte Sant’Anna non comincia oggi. Non comincia nemmeno nel 2023.
È una vicenda ultratrentennale fatta di studi, progetti, finanziamenti annunciati, saltati, ritrovati, poi di nuovo congelati. Il ponte originario risale a fine Ottocento. A oltre 140 anni fa. Un’opera che ha resistito a due guerre mondiali e a decine di campagne elettorali, finché non è diventata troppo piccola per sostenere il traffico del terzo millennio.
Ogni giorno ci passano almeno 7.000 veicoli, moltissimi dei quali sono mezzi pesanti. I camionisti, per risparmiare, evitano il tragitto “ufficiale” (Rondissone–Santhià–Vercelli–Casale) e scelgono la scorciatoia che passa da Crescentino e Borgo Revel. Risultato? Due tir non si incrociano, un trattore e un camion nemmeno. Un’auto e un camion passano solo se uno dei due si ferma. E quando non si fermano, succede il peggio. Incidenti, scontri, lamiere contorte. Talvolta morti. Troppe.
Nel giugno 2023, in piena estate, giornalisti, addetti stampa e politici locali si diedero appuntamento sul ponte. C’erano tutti: il presidente Cirio, il consigliere regionale Gianluca Gavazza, il sindaco Ferrero, il sindaco Borasio, e i consiglieri Dago e Riva Vercellotti. Abbracci, pacche sulle spalle, dichiarazioni entusiaste, sorrisi smaglianti. E il solito ritornello: “Partiamo entro fine anno”. Al massimo, “inizio 2024”.
Poi il 2024 è passato. E niente. Nessuna ruspa, nessun cantiere, nessuna partenza. Solo nuove parole, nuovi “aggiornamenti tecnici”, rincari dei materiali e nuove promesse. Intanto, camion e auto non si fermavano. Nemmeno gli incidenti.
Nel 2024 diversi articoli di giornale raccontavano la delusione di un territorio: “Un anno dopo la foto, i lavori non sono partiti. Il progetto esecutivo è ancora in fase di validazione e servono altri soldi”.
Il costo dell’opera? Sei milioni nel 2001, quasi 23 milioni nel 2025. Una lievitazione continua.
Ora, con l’affidamento alla Civelli-Giudici, il progetto sembra – di nuovo – essere a una svolta. La SCR Piemonte, società regionale che gestisce gli appalti pubblici, ha concluso la gara.
La Città Metropolitana, con il vicesindaco Jacopo Suppo e il consigliere provinciale Andrea Gavazza, ha espresso soddisfazione. “Un passo avanti fondamentale per il territorio”, dicono.
Il nuovo ponte dovrebbe partire da valle, in direzione Crescentino, con una rotatoria al km 8+700, l’adeguamento della sede stradale, e l’integrazione con la ciclovia VENTO. Ma l’inizio dei lavori non ha ancora una data certa.
E mentre il post di Ferrero su Facebook raccoglie i like degli ottimisti, è inevitabile avere un po' di scetticismo: “Finché non vedo il cantiere, non ci credo”. Si dice. Dopo quarant’anni di parole, serve qualcosa di più.
“Un passo concreto verso il futuro, verso una mobilità più sicura ed efficiente, verso la dignità che il nostro territorio merita”, scrive Ferrero. Ma la dignità – quella vera – non arriva con i post su Facebook. Anche perché dopo quarant'anni, come si fa a parlare ancora di dignità?
Perché sul ponte Sant’Anna, la fiducia si è consumata chilometro dopo chilometro. E perché un cantiere annunciato, finché non si apre davvero, resta solo un’altra promessa.
Una delle tante.
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