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23 Luglio 2025 - 16:56
Fabio Giulivi sindaco di Venaria Reale
Un altro Consiglio comunale saltato. L’ennesimo. A Venaria Reale, ormai, il numero legale in aula è diventato un miraggio. È da un anno che l’amministrazione del sindaco Fabio Giulivi vive tra conti che non tornano e sedie vuote. E adesso, a dodici mesi dalle elezioni del 2026, questo stillicidio rischia di diventare l’epitaffio di una legislatura sempre più in affanno.
Lunedì sera, ancora una volta, il Consiglio comunale è stato annullato per assenza della maggioranza. Mancavano i numeri.
Uno spettacolo già visto, ma ogni volta più grave. Il fatto è che la situazione si trascina da mesi, con una maggioranza che perde pezzi, forza, coesione e credibilità. E l’unico che sembra non volerlo vedere è proprio lui, Giulivi, aggrappato alla fascia da sindaco come se fosse un salvagente.
Il gruppo consiliare di opposizione “Venaria al Centro – La Tua Lista Civica” non usa giri di parole. In un comunicato durissimo, i consiglieri Andrea Accorsi e Andrea Dei parlano apertamente di “fine della Giunta Giulivi” e chiedono le dimissioni immediate del sindaco. “La Giunta Giulivi è arrivata al capolinea”, scrivono nero su bianco, denunciando anche “il caos amministrativo” e “il clima di smarrimento istituzionale” che si respira a ogni seduta.
Andrea Accorsi
Non solo. Gli stessi consiglieri puntano il dito contro presunte irregolarità nei lavori su Viale Buridani, finanziati con 5 milioni di euro del PNRR. Secondo loro, "il progetto è stato modificato rispetto alla versione originaria, senza alcuna trasparenza, e i lavori sarebbero addirittura partiti prima del rilascio dell’autorizzazione formale al subappalto. A questo si aggiunge – come se non bastasse – la presenza di amianto nel cantiere, comunicata dal sindaco solo dopo una loro sollecitazione. Un dettaglio inquietante, che alimenta ulteriormente le preoccupazioni sulla gestione del cantiere e sulla tutela della salute pubblica".
Ma il quadro è ancora più cupo. Gli esponenti dell’opposizione denunciano “una perdurante mancanza di trasparenza”, “convocazioni consiliari comunicate in modo poco chiaro”, “pubblicazioni irregolari sull’albo pretorio” e “ostacoli all’accesso agli atti”. E raccontano un episodio emblematico: durante l’ultima seduta, il Segretario generale avrebbe chiesto ai consiglieri come procedere, in un clima di totale confusione. Sì, perché a Venaria ormai non si capisce più chi comanda, chi decide, chi amministra.
Secondo Accorsi e Dei, Giulivi avrebbe dovuto dimettersi già a metà mandato, quando una parte della sua stessa maggioranza gli aveva chiesto una revisione della Giunta. Ma non lo ha fatto. “Forse è davvero giunto il momento che Giulivi prenda atto del proprio fallimento e torni serenamente al suo lavoro presso l’Ordine degli Architetti”, scrivono sarcastici i consiglieri.
Nel frattempo, la palla è passata al Prefetto, alla Procura della Repubblica e all’ANAC, destinatari delle segnalazioni formali inoltrate dagli esponenti dell’opposizione. Tre istituzioni diverse, un solo obiettivo: fare luce su una gestione amministrativa che, a detta dei consiglieri, è sempre più opaca.
Resta il dato politico. A Venaria, da mesi, in Consiglio la maggioranza è assente. Il sindaco si trincera dietro il silenzio. E la gente assiste, attonita, a questo lento e inesorabile sfaldamento.
Il countdown per le elezioni del 2026 è cominciato. Ma prima che arrivi il voto, è lecito chiedersi: quanti altri Consigli andranno deserti?
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