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Politiche giovanili, ma dove? La Lega chiede conto dei soldi spesi e delle promesse mancate

Interpellanza dei consiglieri Manolo e Moreno Maugeri al prossimo Consiglio comunale: “Quali attività concrete sono state svolte? Esiste un report? E soprattutto: dove sono i giovani nei processi decisionali?”

Politiche giovanili, ma dove? La Lega chiede conto dei soldi spesi e delle promesse mancate

La sindaca Elena Piastra

A Settimo Torinese la Lega torna a interrogare la maggioranza sui giovani con una domanda: “Quali sono le azioni concrete messe in campo?”.

L’interpellanza firmata dai consiglieri comunali Manolo Maugeri e Moreno Maugeri sarà discussa nel prossimo consiglio comunale, ma ha già il sapore di una contestazione puntuale contro quello che viene percepito come il solito fumo negli occhi.

Al centro del documento c’è una determinazione dirigenziale risalente al 28 febbraio scorso, con cui il Comune ha affidato alla cooperativa OrizzonteGiovani S.C.S. un incarico da 6.100 euro per la “analisi e sviluppo delle politiche giovanili”. Una cifra contenuta, ma comunque significativa, soprattutto se non si sa con chiarezza che cosa sia stato prodotto. Gli obiettivi dichiarati della missione erano ambiziosi: mappatura delle risorse sul territorio; costruzione di un profilo dettagliato della condizione giovanile, stesura di un report strategico e definizione di progetti su cui concentrare gli sforzi futuri.

Manolo Maugeri

Peccato, denunciano i consiglieri della Lega, che da allora siano passati quasi 5 mesi senza che se ne sia saputo più nulla. E così l’interpellanza diventa un pressing istituzionale su una serie di punti: “Quali attività sono state effettivamente svolte?”, chiedono Maugeri e Maugeri. “Esiste un cronoprogramma? Sono previsti monitoraggi? Il report è già stato redatto? Sarà condiviso o resterà nel cassetto?”.

Ma il vero bersaglio dell’interpellanza è l’incongruenza – non nuova – tra i proclami del Documento Unico di Programmazione e la realtà. Il DUP 2025-2027, infatti, parla esplicitamente di “presa in cura dei giovani”, di “contrasto al disagio giovanile” e di “coinvolgimento nei processi decisionali pubblici”. Belle parole, certo. Ma quali sono le azioni tangibili? Quali spazi, strumenti, percorsi partecipativi sono stati pensati per coinvolgere davvero le nuove generazioni nella vita politica e sociale della città?

“Vorremmo sapere non solo cosa è stato fatto finora”, incalzano i due consiglieri, “ma anche cosa intende fare l’Amministrazione, e con quali tempistiche, per passare finalmente dalla teoria alla pratica”.

Il tono è chiaramente critico, ma la richiesta è limpida: trasparenza, chiarezza, condivisione con il Consiglio e con la cittadinanza. E soprattutto rispetto per chi oggi, a Settimo, ha tra i 15 e i 30 anni e fatica a vedere un futuro in una città che troppo spesso parla dei giovani, ma molto più raramente parla con loro.

L’interpellanza solleva anche una questione di metodo. Perché affidare a una cooperativa esterna l’intera analisi delle politiche giovanili, se poi non si prevede un serio piano di monitoraggio, una restituzione pubblica, un coinvolgimento strutturato del Consiglio? L’impressione – suggerita tra le righe del testo – è che anche questa volta si sia trattato di una decisione calata dall’alto, gestita in modo autoreferenziale, con il rischio che si trasformi in un altro studio ben fatto, ma fine a se stesso.

Vedremo se la maggioranza raccoglierà la sfida o continuerà, come spesso accade, a rimandare. A parlare di futuro, sì. Ma sempre domani.

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