AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
22 Luglio 2025 - 15:02
Ursula von der Leyen
Le aziende agricole rischiano di chiudere, i fondi europei scendono, la burocrazia aumenta, e l’Unione Europea – invece di aiutare – sembra complicare le cose. È questa, in sintesi, la posizione della Lega Salvini Piemonte, che con i consiglieri comunali Manolo Maugeri e Moreno Maugeri porta in consiglio comunale a Settimo una protesta politica contro la nuova riforma della PAC, la Politica Agricola Comune, che Bruxelles sta preparando per il periodo dopo il 2027.
L’ordine del giorno è già stato protocollato e sarà discusso durante il prossimo consiglio comunale. È un testo lungo e duro, che accusa apertamente la Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, di voler cambiare le regole in modo pericoloso per l’Italia e per tutti gli agricoltori. Secondo la Lega, la riforma non solo taglierà ulteriormente i fondi, ma stravolgerà tutto il sistema di gestione dell’agricoltura europea, passando da un modello che negli anni ha garantito una certa stabilità a uno nuovo, centralizzato e, soprattutto, meno vicino alle esigenze reali di chi lavora la terra.
Finora, i fondi europei per l’agricoltura sono stati suddivisi in due strumenti principali. Uno serviva a sostenere direttamente le aziende agricole, l’altro a finanziare progetti sul territorio, come lo sviluppo rurale, la salvaguardia del paesaggio, la formazione. Con la nuova riforma, questa distinzione verrebbe cancellata, e tutti i soldi verrebbero gestiti in un fondo unico. A decidere come distribuirli sarebbe più Bruxelles che gli Stati membri. Il timore della Lega – e non solo – è che l’Italia venga penalizzata. E a farne le spese, come al solito, sarebbero i più piccoli: gli agricoltori, quelli veri, quelli che ogni giorno si alzano alle cinque del mattino per coltivare, allevare, difendere il territorio e produrre cibo di qualità.
Nel documento si sottolinea anche un altro aspetto: i fondi PAC sono già diminuiti. Tra il 2014 e il 2020 l’Italia ha ricevuto oltre 52 miliardi di euro. Nel periodo attuale, fino al 2027, si è scesi a 45 miliardi. Un taglio netto, che già ha creato difficoltà a molte imprese. Ora, con la proposta della nuova PAC, si teme un ulteriore ridimensionamento. Il tutto in un contesto sempre più difficile: costi in aumento, regole ambientali più severe, burocrazia sempre più asfissiante, concorrenza internazionale spietata.
La Lega parla anche di un atteggiamento “ideologico” da parte della Commissione Europea. Secondo i due consiglieri settimesi, le nuove regole sembrano scritte da funzionari che non hanno mai messo piede in un campo, da tecnocrati che inseguono modelli teorici senza preoccuparsi della realtà. Le decisioni vengono prese lontano dai territori, attraverso atti delegati e meccanismi burocratici mutuati dal PNRR, che rischiano di togliere voce ai governi nazionali e soprattutto agli agricoltori.
Ma non si tratta solo di grandi discorsi europei. Perché a Settimo Torinese, questa riforma tocca da vicino anche la comunità locale. Nell’ordine del giorno si fa esplicito riferimento alla frazione di Mezzi Po, dove da anni resistono – spesso tra mille difficoltà – alcune aziende agricole. Realtà che producono cibo, difendono il paesaggio, creano lavoro e rappresentano un presidio ambientale. Realtà che rischiano di essere abbandonate, tagliate fuori, se questa riforma dovesse andare in porto così com’è.
Il testo chiede che il Comune si esprima contro la riforma e solleciti il Governo a farsi sentire in Europa. Ma soprattutto è un atto politico, che segna una presa di posizione netta. È difficile dire oggi se il consiglio comunale approverà o meno l’ordine del giorno: tutto dipenderà dalla discussione e dagli equilibri tra i gruppi consiliari. Ma il segnale è partito.
La Lega vuole portare il tema all’attenzione dell’opinione pubblica, e usa il Comune come trampolino per lanciare una battaglia più ampia. Una battaglia che non riguarda solo i numeri dei fondi o le righe dei regolamenti, ma il futuro di un settore che è parte dell’identità italiana. Perché se l’agricoltura cade, cade anche l’economia di intere aree del Paese. E con essa la qualità del cibo, il presidio del territorio, la sostenibilità vera, quella fatta di mani sporche di terra e non di slogan.
Da Settimo parte una richiesta chiara: basta tagli, basta regole imposte dall’alto, basta scelte lontane dalla realtà. Gli agricoltori non chiedono privilegi, ma rispetto e ascolto. E chi li rappresenta in consiglio comunale è pronto a far sentire la loro voce. Anche se, per ora, si tratta solo di un ordine del giorno. E come sempre accade con questi atti, tutto è ancora da decidere. Ma intanto, la discussione è aperta. E stavolta riguarda qualcosa di molto concreto: il pane che mettiamo in tavola.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.