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Il gatto torna a casa con un “trofeo” in bocca: vale quanto un’auto di lusso

Una gatta raffinata trasforma un furto in fenomeno virale, mettendo in luce il mondo segreto del collezionismo

Il gatto torna a casa con un “trofeo”

Il gatto torna a casa con un “trofeo” in bocca: vale quanto un’auto di lusso

All’inizio sembrava un topo spelacchiato, magari uno di quelli che i gatti infilano nei sottoscala e poi, con orgoglio felino, riportano in salotto come trofei di caccia. Ma quel giorno, sul vialetto di casa, il piccolo “regalo” che la gatta Coco ha portato tra i denti non era una preda, né tantomeno un giocattolo qualunque. Era un Labubu, il pupazzo più desiderato del momento. Grigio, stilizzato, dagli occhi giganti e le orecchie sproporzionate, Coco ha rubato l’oggetto del desiderio di milioni di collezionisti. Il tutto ripreso in un video TikTok diventato virale nel giro di poche ore.

Il filmato — condiviso da @jeff.isback — mostra Coco, una raffinata Ragdoll dagli occhi blu, camminare con passo deciso, fiera e imperturbabile, stringendo tra le fauci il suo trofeo. Nessun senso di colpa, nessun tentativo di nascondere la refurtiva. Anzi. Coco la esibisce con la grazia di una diva e la sfacciataggine di chi sa di avere vinto la giornata.

Ma cosa ha rubato davvero Coco? E perché il suo furto ha fatto il giro del mondo?

Il misterioso pupazzo grigio: che cos'è un Labubu?

Nato dalla fantasia dell’artista taiwanese Kasing Lung, il personaggio di Labubu è figlio dell’universo "The Monsters", una serie di figure pop surreali, ispirate al mondo delle favole, ai fumetti underground e alla grafica giapponese. Labubu ha le sembianze di una piccola creatura antropomorfa: denti aguzzi, sguardo infantile e un’aria tra il malizioso e l’innocente. Dietro l’apparente semplicità del design si nasconde un’opera pensata per stimolare l’empatia, la nostalgia e la collezionabilità, secondo un’estetica che attinge dalla street culture asiatica e dall’arte concettuale.

Le figure di Labubu sono prodotte in serie limitate, distribuite spesso in blind box, ovvero scatole “a sorpresa” che non permettono di sapere in anticipo quale versione si sta acquistando. È proprio questo meccanismo a creare l’effetto “caccia al tesoro”, amplificato dalla scarsità dei pezzi rari, come il Labubu grigio che Coco ha sottratto con nonchalance.

Il pupazzo Labubu

Negli ultimi anni, complice l’esplosione del collezionismo di design toys in Asia e l’interesse crescente del pubblico europeo, i Labubu sono diventati oggetti di culto. Alcuni pezzi sono stati venduti in aste internazionali a cifre che superano i 100 mila euro. Il record finora è stato raggiunto a Pechino, dove un esemplare è stato battuto per 1,08 milioni di yuan (circa 131 mila euro). Le collaborazioni con marchi di moda e la presenza massiccia su Instagram e TikTok hanno consolidato il fenomeno. Oggi una borsa con un portachiavi Labubu è più virale di una collezione couture.

Se i Labubu sono amati per la loro strana bellezza, Coco è diventata celebre per il contrasto tra l'eleganza felina e l’istinto predatorio. Il furto del peluche, di per sé innocuo, si è trasformato in un caso da social. In parte per il valore potenziale del pupazzo. Ma soprattutto per l’ironia della situazione: una gatta chic che ruba il feticcio più esclusivo del momento, portandolo a casa come fosse un gomitolo di lana.

La scena ha colpito l’immaginario perché sintetizza due ossessioni dell’era digitale: l’adorazione per gli animali “esteticamente perfetti” e la febbre da collezione, alimentata dal mistero, dalla scarsità e dalla condivisione online. Coco, senza volerlo, ha unito questi due mondi in un solo gesto: la regina dei gatti che ruba il re dei giocattoli.

Dietro i video teneri e le reazioni entusiaste, si cela però un mercato di design toys competitivo e non privo di zone d’ombra. Le edizioni limitate sono spesso acquistate da collezionisti esperti e rivendute a prezzi moltiplicati sui circuiti paralleli. La logica della blind box alimenta l’accumulo compulsivo, spingendo molti acquirenti a spendere cifre elevate pur di completare la serie. Alcuni esemplari vengono immediatamente messi in vendita su piattaforme come eBay o StockX, raggiungendo quotazioni superiori ai 5.000 euro già nei primi giorni dal lancio.

Non mancano neanche i falsi. Proprio l’enorme popolarità dei Labubu ha dato origine a un mercato parallelo di riproduzioni contraffatte, vendute a prezzi abbordabili, spesso indistinguibili dall’originale se non da occhi esperti.

Nel frattempo, Coco si gode la celebrità. Il video continua a girare, rilanciato da influencer, account di lifestyle, pagine di meme. La gatta Ragdoll è stata già ribattezzata "cat burglar", la ladra di peluche, e molti sperano che l’oggetto rubato venga restituito — sempre che qualcuno si faccia avanti a reclamarlo.

Intanto, la domanda resta: dove l’avrà trovato? Lo ha preso da uno stendino? Rubato da un giardino? O è il misterioso dono di un collezionista segreto? Poco importa. Coco ha già vinto tutto. Non solo l’affetto della rete, ma anche un posto nella storia virale del 2025, quella in cui un pupazzo da collezione finisce tra le fauci di una gatta regale e cambia, per un istante, il corso delle cose.

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