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Il Comune spezza il patto con il Velodromo: frana la gestione dello sport a San Francesco

Dopo dieci anni di gestione, l’associazione si ritira: accuse di immobilismo e mancanza di visione

Il Comune spezza il patto con il Velodromo

Il Comune spezza il patto con il Velodromo: frana la gestione dello sport a San Francesco

È rottura ufficiale tra il Velodromo Francone Asd e l’Amministrazione comunale. Dopo oltre dieci anni di gestione del centro polisportivo di via Ghetto, l’associazione ha comunicato la propria intenzione di non proseguire il rapporto con il Comune, annunciando la riconsegna delle chiavi dell’impianto entro il 30 settembre 2025. Una scelta che arriva al culmine di un’escalation di tensioni politiche, divergenze gestionali e accuse incrociate che da mesi agitano il panorama sportivo e istituzionale del paese.

La decisione, ufficializzata attraverso una nota firmata dalla dirigenza dell’associazione, viene presentata come un atto inevitabile, figlio di un dialogo interrotto e di una progressiva perdita di fiducia reciproca. L’associazione ha segnalato come, nel corso dell’ultimo anno, ogni tentativo di confronto si sia rivelato infruttuoso. Il mancato rinnovo della convenzione pluriennale e la totale assenza di garanzie economiche sarebbero, secondo il direttivo, elementi incompatibili con una gestione seria, stabile e sostenibile di una struttura sportiva così articolata.

In particolare, l’associazione ha evidenziato la necessità di una progettualità a lungo termine, spiegando che un impianto sportivo pubblico non può sopravvivere senza una visione condivisa. L’assenza di un coinvolgimento attivo del gestore nei processi decisionali legati all’ampliamento della struttura, alla realizzazione del nuovo centro polifunzionale e alla destinazione delle risorse, avrebbe progressivamente logorato il rapporto tra le parti. A peggiorare la situazione, la rinuncia del Comune alla candidatura di San Francesco al Campo a Capitale Europea del Ciclismo 2026, che ha rappresentato, per l’associazione, un segnale di arretramento politico e culturale, non giustificabile solo con il peso dei costi organizzativi.

La crisi esplosa tra amministrazione e associazione ha subito suscitato la reazione dell’opposizione, che ha letto la rescissione della convenzione come una conferma delle criticità già sollevate in passato. I consiglieri del gruppo “San Francesco In Campo” hanno sottolineato come la tensione tra il Comune e il Velodromo Francone fosse ormai evidente da tempo, e che la rottura formale non fa che certificare un clima di incertezza e di scelte discutibili.

Secondo l’opposizione, la mancata chiarezza sulla progettazione del centro polifunzionale, i ritardi nella realizzazione dei campi da tennis e la gestione confusa del rinnovo della convenzione rappresentano ostacoli oggettivi a qualunque forma di programmazione sportiva seria. Inoltre, i consiglieri hanno sollevato perplessità sulla posizione ambigua di alcuni esponenti dell’attuale maggioranza che, pur avendo fatto parte in passato dell’associazione Francone, oggi siedono in Consiglio comunale senza, a quanto pare, aver espresso un’opinione critica sulla scelta di interrompere un’esperienza decennale.

Dal canto suo, l’Amministrazione comunale ha risposto con un tono più istituzionale, esprimendo rammarico per la decisione di rescissione, ma ribadendo che il Comune continua a puntare su una soluzione condivisa, a patto che questa sia “seria, efficace e rispettosa delle risorse pubbliche e dell’interesse collettivo”. In altre parole, l’Amministrazione ha ammesso il dispiacere per la rottura, ma ha anche voluto sottolineare i limiti economici e normativi entro cui un Comune deve oggi operare.

L’Esecutivo ha infatti ricordato che la gestione prolungata di un bene pubblico può falsare la percezione del confine tra interesse generale e interesse particolare, facendo intendere che alcune delle richieste economiche dell’associazione non erano più compatibili con le regole attuali di trasparenza e rigore amministrativo. Inoltre, il bilancio del Comune, secondo quanto evidenziato, non può destinare risorse illimitate al solo centro polisportivo, trascurando altre necessità prioritarie della cittadinanza.

Smentita anche l’accusa di assenza di visione e di programmazione. L’Amministrazione ha elencato una serie di interventi in programma per il rilancio del centro sportivo, tra cui la realizzazione del nuovo campo da tennis, il rifacimento del manto del campo polivalente coperto, la costruzione di un edificio polifunzionale e l’acquisizione di un terreno adiacente destinato a una futura struttura ricettiva. Investimenti importanti, assicurano dal Comune, finanziati con fondi propri, che però devono essere gestiti con oculatezza per non compromettere l’equilibrio finanziario dell’intero ente.

Il Comune ha ribadito che il centro polisportivo di via Ghetto è e resterà una struttura pubblica aperta a tutti, e che ogni associazione o cittadino potrà farne uso, anche dopo l’eventuale uscita del Velodromo Francone. Tuttavia, in molti temono che l’uscita dell’associazione lasci un vuoto difficilmente colmabile, non solo sul piano della gestione logistica, ma anche per il tessuto relazionale costruito in anni di lavoro con le famiglie, i giovani, le scuole e le società sportive locali.

Il centro polisportivo ospita infatti, oltre alle attività ciclistiche, anche il centro estivo gestito da Ludotella, il campo da calcetto, gli impianti per le bocce e il tennis, e numerose altre associazioni. Il rischio è che la rottura tra gestore e Comune comprometta la continuità di tutte queste realtà, lasciando in sospeso non solo le attività sportive, ma anche una parte importante della vita sociale e aggregativa del paese.

L’impressione, al termine di questa lunga querelle, è che si sia rotto un equilibrio costruito con fatica, in nome di visioni diverse e inconciliabili sul futuro della struttura. Il Comune punta su un modello più controllato e distribuito, con investimenti misurati e centralizzati. L’associazione, al contrario, rivendica autonomia progettuale, partecipazione attiva alle scelte e sostegno concreto, anche economico, per dare continuità a un lavoro consolidato.

In mezzo, resta una comunità che guarda con preoccupazione al futuro del centro polisportivo, che negli anni si è trasformato da semplice impianto sportivo a punto di riferimento per l’intera cittadinanza. Qualunque sarà la prossima mossa – un rinnovato accordo, un nuovo gestore o una gestione diretta da parte del Comune – sarà necessario ricostruire la fiducia, ascoltare le voci del territorio e garantire trasparenza, sostenibilità e partecipazione reale. Senza questi ingredienti, nessun progetto, per quanto ambizioso, potrà davvero funzionare.

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