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Sospeso nel vuoto sul Dente del Gigante, alpinista salvato con un’operazione eroica

Intervento complesso sul Monte Bianco: soccorritori a terra per maltempo, alpinista in salvo e in buone condizioni

Alpinista sospeso nel vuoto

Sospeso nel vuoto sul Dente del Gigante, alpinista salvato con un’operazione eroica

Un’avventura sul filo del dramma si è consumata sul Dente del Gigante, nel massiccio del Monte Bianco, dove un alpinista italiano è rimasto sospeso nel vuoto, aggrappato a una corda a centinaia di metri d’altezza. Un episodio che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia ma che, grazie alla prontezza e al coraggio dei soccorritori, si è concluso con un lieto fine. La vittima, fortunatamente in buone condizioni di salute, è stata tratta in salvo nella serata di ieri, dopo un’operazione tra le più complesse degli ultimi mesi sulle Alpi.

La difficoltà dell’intervento non è dipesa solo dalla posizione estrema dell’alpinista, che si trovava in una zona particolarmente impervia del versante valdostano, ma anche dalle condizioni meteorologiche avverse: vento forte, nebbia e precipitazioni intermittenti che hanno impedito l’impiego dell’elicottero, rendendo necessario un intervento via terra. Sul posto si sono attivate le squadre del Soccorso Alpino Valdostano e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (SAGF).

Secondo la ricostruzione, l’uomo si trovava in cordata con un compagno di scalata – rimasto illeso – lungo la via normale del Dente del Gigante, una delle mete più ambite dagli appassionati di alpinismo per la sua bellezza tecnica e la posizione panoramica. Durante una manovra, però, qualcosa è andato storto. L’alpinista è rimasto bloccato nel vuoto, sorretto unicamente da una corda di sicurezza, in attesa di soccorso.

Con l’elicottero costretto a rimanere a terra, i soccorritori hanno raggiunto la base della parete e, scalando in condizioni proibitive, hanno impiegato diverse ore per raggiungere l’uomo. Una volta sul posto, è stata effettuata l’imbragatura d’emergenza e il recupero in parete. L’alpinista è stato calato manualmente fino a una zona più sicura, dove l’intera squadra ha potuto proseguire a piedi fino a Punta Helbronner, la stazione intermedia della funivia Skyway, da cui è stato poi riportato a valle.

Solo dopo il miglioramento del meteo si è reso possibile il trasporto in elicottero verso una struttura ospedaliera per i necessari accertamenti. Fortunatamente, gli esiti sono stati rassicuranti: nessuna frattura, solo un forte stato di stress e spossatezza. L’uomo ha potuto riabbracciare il compagno e i familiari poche ore dopo, chiudendo una delle esperienze più dure della sua vita.

L’operazione ha evidenziato ancora una volta la straordinaria competenza delle squadre alpine italiane, abituate a intervenire in condizioni estreme dove ogni dettaglio può fare la differenza tra la vita e la morte. Un elogio particolare va alla sinergia tra i diversi corpi: soccorso alpino, Guardia di Finanza, personale Skyway e tecnici del 118 hanno agito con una precisione da manuale.

Ma questo salvataggio mette anche in luce le insidie dell’alta montagna, spesso sottovalutate da chi affronta percorsi impegnativi senza considerare i rapidi cambiamenti meteorologici, la stanchezza fisica e la necessità di equipaggiamento adeguato. Anche per scalatori esperti, come in questo caso, una minima distrazione può costare carissimo.

Il Dente del Gigante, che si erge imponente a 4.013 metri, è tra le cime più spettacolari delle Alpi Graie. Ma la sua bellezza cela anche pericoli: pareti verticali, creste esposte e la costante possibilità di raffiche improvvise rendono la scalata una sfida anche per i più preparati. Il soccorso di ieri dimostra quanto fondamentale sia la rapidità d’azione e la conoscenza del territorio, che solo i professionisti locali possiedono.

Per l’alpinista salvato, resterà il ricordo di un incubo sfiorato e della forza umana che, con determinazione e coraggio, lo ha riportato alla vita. Un episodio che ricorda a tutti quanto la montagna vada rispettata, non temuta, ma nemmeno affrontata con leggerezza.

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